Nano Press
Facebook Twitter Instagram Google+ YouTube RSS Feed Italiano English Türkiye
Serie A2 Est 12/10/2010, 11.39

Con Rombaldoni e il vero Renzi sarà un'altra Tezenis

Vittorio Gallinari analizza la situazione della Tezenis all'avvio di campionato e da una prima valutazione sulla stagione e le possibilità gialloblu.

Serie A2 Est

Ha giocato in gialloblù la prima stagione in A1 e la prima avventura in Europa della Scaligera Basket: Vittorio Gallinari è stato uno dei giocatori più vincenti della pallacanestro in undici campionati all'Olimpia Milano e in tre alla Virtus Bologna (più uno a Pavia, uno a Verona e due a Livorno), il giocatore al quale Dan Peterson affidava l'avversario più pericoloso. Papà di Danilo, talento della Nba, ha seguito al PalaOlimpia Tezenis-Fileni Jesi.

Gallinari, perché al palaOlimpia?

«Mi sembrava un bell'avvenimento questo ritorno di Verona in serie A. E sono venuto a vedere la Tezenis».

Cosa ha visto di interessante?

«L'esordio in casa è sempre particolare perché c'è tanta tensione. Quando si è arrivati alle fasi finali, Jesi ha avuto un po' di determinazione in più e ha vinto, ma è stata una partita molto equilibrata».

Alla Tezenis mancava Rombaldoni.

«E penso proprio sia stata rilevante perché Rombaldoni è giocatore che avrebbe potuto fornire grande esperienza nei minuti finali».

Che cosa le è piaciuto dei gialloblù?

«Sicuramente la partita di Trepagnier è stata buonissimo. A volte, gli americani giocano con un po' di sufficienza, mentre, da quanto ho visto, Jeff mette grande partecipazione nella partita, aveva voglia di vincere, è un giocatore bene inserito e con tanta voglia di aiutare la squadra».

E poi?

«Per il resto penso che la crescita di Renzi sarà fondamentale per la squadra. Non appena si sarà sistemato e avrà tolto le inevitabili ruggini di un anno di stop, tutta la squadra ne trarrà giovamento. Ecco, il rientro di Rombaldoni e la crescita di Renzi daranno una fisionomia nuova e precisa alla squadra».

Come valuta Abrams?

«A.J. rientra da un infortunio e ha avuto sprazzi molto buoni tra alcune discontinuità perché l'assenza in palestra non gli ha concesso di entrare ancora del tutto nei meccanismi della squadra. Ma ha fatto vedere cose molto buone».

Dove dovrà migliorare, soprattutto, la Tezenis?

«Per me dovrà crescere in difesa, dove soffre un po' le penetrazioni. Dovrà migliorare soprattutto come difesa di squadra nei momenti importanti della partita».

Quale potrà essere l'obiettivo stagionale dei gialloblù?

«Tendenzialmente, per una squadra al primo anno in una categoria, tanto più in Legadue, il primo obiettivo è conservarla. Poi, penso che quando la Tezenis sarà al completo potrà pensare ad altri obiettivi. La Legadue è un campionato molto difficile, nessuna fa regali e non c'è una squadra materasso».

De Raffaele ha già, comunque, una certa esperienza di questo campionato.

«Walter è un buonissimo tecnico e, soprattutto, lavora molto bene nell'insegnare i fondamentali. Le sue squadre magari partono più lentamente, ma alla fine arrivano proprio perché lui insegna pallacanestro».

E domenica prossima la Tezenis sarà a Lodi a sfidare il Casalpusterlengo.

«Ci sarò. A Casalpusterlengo, mio figlio Danilo hanno fatto tutta la trafila nelle squadre giovanili, la B2 e la B1, prima di passare a Pavia in Legadue ed a Milano in A1».

E poi nell'Nba.

«Danilo è tornato a casa per la partita al Forum tra l'Armani e New York: è stata una grande festa, una grande emozione per lui tornare a Milano davanti a 12 mila spettatori. E' appena rientrato a New York dove l'aspetta una stagione importante, per lui e per la squadra: i Knick vogliono provare a tornare a giocare i play off».

A tre anni Danilo faceva i suoi primi tiri al PalaOlimpia.

«Erano proprio i primi tempi: entrava con il pallone sul parquet negli intervalli e dopo la partita. Era divertente. C'era sempre qualcuno che si fermava a guardare».

È cominciata lì la sua... carriera.

«Aveva il papà giocatore e vedeva le partite: la passione nasce lì. Poi il talento è qualcosa che uno ha».

Cosa ricorda di quell'anno in gialloblù (era il 1991-'92)?

«Per me è stata una stagione bellissima. Arrivavo da Bologna dove avevo vinto Coppa Italia e Coppa delle Coppe ed entrato in una realtà in crescita come Verona, con un ruolo più importante. Ho buonissimi ricordi, in campo con la semifinale di Coppa Europa col Real Madrid, e fuori per l'ambiente. La mia famiglia si è trovata benissimo e il gruppo era molto buono. Peccato solo che il risultato finale non ci abbia dato ragione».

© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

Potrebbero interessarti
Comments Occorre essere registrati per poter commentare 0 Commenti