Carlo Recalcati durissimo: 'La società si è rassegnata?'
Sfogo durissimo del coach di Montegranaro contro la prorietà del club, rea di non onorare gli impegni sottoscritti
Il coach della Sutor Montegranaro Carlo Recalcati ha lasciato delle durissime dichiarazioni alla Provincia di Fermo sulla situazione del club marchigiano:
"Sono molto preoccupato. I giocatori si aspettavano che gli impegni presi il 15 gennaio venissero rispettati. Siccome loro non hanno modo di far sentire la loro voce, l’unica maniera era di far scrivere ai giornalisti quello che stava accadendo. Non abbiamo svolto allenamenti completi, ma nessuno è stato assente. Quando non sai con chi parlare, il solo mezzo che hai è fermarti. Il loro malessere è il malessere di tutti. Si pensa che basta pagare e spingere un bottone per risolvere tutti i problemi? Non funziona così. Le scorie di due settimane come queste mica si cancellano domani mattina. Ci sarà la buona volontà. Magari un pensiero in meno che li fa stare più sereni se verranno pagati. Ma non si può pretendere di cambiare tutto in un attimo”.
Sulla proprietà “Facciamo chiarezza, la proprietà è una. Nessuno si può tirare fuori dalle responsabilità. Quando alla fine della stagione scorsa mi è stato presentato un progetto triennale di risanamento e consolidamento, che è andato a farsi benedire, mi è stato prospettato da entrambe le parti. Triade e Consorzio. Quando Santoro è venuto a Siena a chiedermi di restare alla guida della squadra non era solo, ma con un rappresentante del consorzio. Quando ho firmato, l’ho sottoscritto negli uffici dell’azienda di un consorziato. Questo è un dato di fatto. Quando io mi devo lamentare nei confronti della proprietà, è inutile che mi vengano a dire, come ha fatto il presidente del consorzio, che loro non sono la proprietà. Loro sono la proprietà e si devono assumere gli impegni presi. Questi sono gli impegni tra le persone di parola, quelle che fanno parte della società. E società siamo noi staff tecnico, è Sandro Santoro con Perticarini, è Osmar. Queste persone tengono alla Sutor, come ci tengono i tifosi che pagano per vedere la squadra. Dobbiamo continuare a lottare per qualcuno o il destino della Sutor è stato deciso e ci si è rassegnati? Almeno ci facciano sapere. Io sono quello che conta meno. L’impegno lo hanno preso verso una società che ha una sua storia che deve essere salvaguardata. Una società che muove migliaia di appassionati e tifosi. E questi vogliono sapere come andrà a finire. Io non ci credo che i nostri proprietari non abbiano i soldi per pagare la squadra. Qui parliamo di briciole rispetto a quello che era il basket di anni fa. Non c’è nulla di ridicolo quando si parla di soldi, ma sinceramente le loro diatribe interne proprio non mi interessano. Che se le grattino loro, ma che abbiano rispetto per chi lavora e per i tifosi che pagano per vedere giocare la Sutor”