Federico Mussini: Allen Iverson il mio idolo assoluto
Mussini ha avuto tanto spazio durante la Final Eight
Federico Mussini, giovane giocatore classe 1996 della Grissin Bon Reggio Emilia, è partito titolare nelle due gare di Beko Final Eight.
E senza paura ha guidato Reggio Emilia sino alla semifinale persa di un soffio contro Sassari.
Mussini ha parlato a Il Resto del Carlino.
Palla in mano la prima volta. Diciamo che me la sono presa da solo. I miei genitori mi raccontano che già nel passeggino mi piaceva tenere in mano una palla a spicchi in miniatura, quella morbida per i minicanestri. La pallacanestro poi è una passione di famiglia, e a 4 anni mia mamma mi ha iscritto ai primi corsi. Il mio primissimo allenatore è stato Giovanni Santini. Negli anni mi hanno seguito in tanti, da Paladini a Mangone, a Federico Cigarini, e poi Devis Cagnardi che ho ritrovato in prima squadra.
Idoli. Due su tutti, Stephen Curry, dei Golden State, per la naturalezza con cui, sul parquet, rende semplici cose all'apparenza impossibili, e Sergio Rodriguez, che in qualsiasi momento della partita, anche quelli più difficili, ha sempre il controllo della situazione. Seguo le loro partite, guardo i loro movimenti, mi ispiro alla loro capacità di leadership. Il mio idolo in assoluto però, anche se ora non gioca più, è e resterà Alien Iverson.
Tempo libero. In realtà ne ho molto poco. Generalmente esco con la morosa o con gli amici. Ascolto un po' di musica, ma, soprattutto, studio. Perché devo recuperare le lezioni e i giorni di scuola che perdo.
Come va a scuola. Tutto sommato benino. Sono al quarto anno del "Moro", indirizzo di potenziamento scientifico. L'unica insufficienza è in Latino, ma quella non dipende dal poco studio. Magari ho talento per il basket, ma per versioni e declinazioni proprio no. Ho ottimi voti in fisica ma, in generale, tengo botta bene. I professori sono comprensivi e li ringrazio davvero tanto per questo. Si cerca sempre di organizzare insieme i recuperi delle verifiche e concordare le interrogazioni. Nel rispetto dei miei compagni cercano di aiutarmi.
Compagni di classe. Sono i miei primi tifosi, vengono spesso a vedermi e così si appassionano: così è bello......
Genitori. Guardate, di carattere sono abbastanza umile. Quindi spesso sono io che devo stemperare gli entusiasmi dei miei genitori. E fargli notare che quella mia azione che loro giudicano perfetta, in realtà poteva essere fatta molto meglio.
Mussini tra 10 anni. Su un campo da basket. Al livello più alto possibile raggiunto al massimo delle mie capacità. Se questo vorrà dire Nba, serie A, B o C, ve lo dirò nel 2024”.