Girone d’andata, il punto sulla Grissin Bon Reggio Emilia
Valutazioni di metà stagione sulla squadra reggiana
Al giro di boa la Grissin Bon Reggio Emilia chiude al settimo posto in classifica, grazie ad un filotto di larghe vittorie in casa (7 su 7) e lacrime e lividi in trasferta (1 V, 7 P).
Sull’inizio della compagine reggiana hanno pesato in misura maggiore i problemi rispetto ai vantaggi: Cinciarini arrivato tardi e con un europeo sulle spalle, i meccanismi da rivedere per il cambiamento delle caratteristiche degli americani, il mercato fatto in due momenti distinti, con White e Karl a formare una coppia non armonica.
Ma dopo le prime partite le cose sono andate migliorando, la squadra ha digerito un nuovo modo di giocare, mentre Karl è stato rimpiazzato con Kaukenas, giocatore di caratura superiore, vero, ma soprattutto con qualità che si sposano meglio con le caratteristiche dei compagni.
Da quando è stato effettuato il cambio, Reggio ha continuato la striscia in casa, mentre in trasferta è arrivata la prima vittoria (Pesaro) e tre sconfitte “dignitose”: a Sassari e Roma, rimanendo in vantaggio per buona parte della partita, e a Cantù in uno dei palazzi più difficili, contro una squadra nel pieno della forma (esagero? Probabilmente la più forte della lega).
E siamo arrivati ad oggi. Come al solito non è semplice immaginare cosa succederà nel girone di ritorno. Ovviamene è chiaro a tutti che questa è una squadra in crescita, che non avrà più da fare il rodaggio fatto all’inizio. Questo è un aspetto positivo, ma anche altre squadre hanno migliorato la loro situazione.
Qualcuno dice che Reggio sarà agevolata da un calendario più semplice: sicuramente avrà le più forti in casa (Cantù Brindisi Roma Milano Sassari) e squadre più abbordabili in trasferta, ma questo potrebbe anche non essere un vantaggio.
Io preferisco focalizzarmi su tre fattori di discontinuità o che comunque stanno emergendo all’interno della squadra e che potrebbero rivelarsi fondamentali per capire se Reggio può davvero migliorare la splendida stagione passata.
Fattore Kaukenas. Capisco che con questo incipit molti di voi immagineranno un elogio, peraltro giustificato, alla classe e alla leggerezza di movimenti di questo giocatore, all’esperienza di battaglie e di vittorie che può portare dentro lo spogliatoio, all’umiltà e alla voglia che dimostra ogni volta che esulta sul +20 per la stoppata di un suo compagno classe 1992 (per di più in Eurochallenge). Tutto vero, sacrosanto, tangibile.
Ma. Ma Kaukenas a Reggio aggiunge anche qualcos’altro al modo di giocare della squadra: un giocatore in uscita dai blocchi. Questa caratteristica non solo torna a Reggio dopo qualche tempo (Slanina era quel tipo di giocatore, ma non aveva un ruolo centrale come il suo connazionale), ma amplia l'attacco aggiungendo un altro punto alle situazioni di gioco dove Reggio può dire di essere fra le migliori della lega: due post basso eccellenti (White e Brunner), un pick’n roll verticale (Cervi) e uno di movimento (Brunner), una squadra pronta a correre grazie a Cinciarini e compagni adatti, infine le già citate uscite di Kaukenas. Tombola.
Boom Cervi? Ormai non si contano le partite consecutive in cui la giovane speranza azzurra gioca una gara positiva. L’impressione è che abbia giovato dell’arrivo di Kaukenas, che infatti lo cerca con continuità. Forse l’arrivo di nuovo giocatore, con grande facilità di assist e soprattutto senza pregiudizi su chi è Cervi, quando non dargli il pallone, che tipo di errori fa solitamente, ha favorito Riccardo, che ha toccato più palloni e acquisito fiducia, facendo sì che venisse cercato maggiormente anche dal resto della squadra.
Infine un piccolo indizio che fa da cartina di tornasole per dimostrare la sua crescita: i tiri liberi. Dopo aver visto un libero di Cervi, non bisogna più vedere dieci liberi di Steve Nash per disintossicarsi. Il movimento è diventato più fluido, il polso si spezza (anche troppo) e di conseguenza le percentuali stanno arrivando: 31% l’anno scorso, 64% quest’anno. Se non è un miglioramento questo…
Quarterback Cinciarini. La crescita di questo giocatore e come si sia appropriato della squadra è sotto gli occhi di tutti. Sia a livello di gioco, ma anche di personalità e leadership. L’avevamo già visto nei playoff con Roma: più le cose si facevano difficili e più lui si prendeva responsabilità. Quest’estate abbiamo avuto l’ennesima conferma di un ottimo europeo disputato, scalando le gerarchie e conquistando la fiducia di tutti. Per Reggio è la guida, se gira lui gira tutta la squadra.
Aggiungo un elemento. Flashback. Nelle prime tre gare di playoff 2013, Roma compie alcuni aggiustamenti per limitare il pick’n roll reggiano, passando sempre dietro al blocco e lasciando a Cinciarini il tiro da tre. Zero su sei. Da quel momento cambia qualcosa. Andrea tira molto bene per tutto il resto della serie, poi si ripete all’europeo, continuando il trend anche quest’anno. Da tiratore che ballava intorno al 30%, da gara 4 dei PO viaggia con un 24/58 (41%), considerando coppa, campionato, europeo. Non male.
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