Quintetto ideale Serie A: giornata 15
Ecco il primo quintetto e sesto uomo, con annesso MVP, della quindicesima giornata del campionato di Serie A
Ecco l'ultimo quintetto del girone di anadata Sportando. Triarchia per questa giornata di campionato:
Quintetto:
Andrea Cinciarini, PM, Grissin Bon Reggio Emilia: potremmo dargli il soprannome “The Key”, perché quando c’è da decidere una gara si può essere certi che la chiave della vittoria non potrà che esser lui. Nella partita che vale mezza stagione per Reggio Emilia Cinciarini gioca la miglior gara dell’anno, mostrando maturazione e grande concentrazione nel far giusto quel che va fatto giusto e nel riflettere su quello che potrebbe essere sbagliato. La sua gara è sontuosa: 17 punti, 7 rimbalzi e 11 assist per 32 di valutazione, che lo lanciano (MVP) della giornata di boa del campionato. E’ fin troppo semplice per lui fare danni nella vacanziera difesa della Sidigas Avellino, annichilita dal gioco e dalla difesa sin dal primo minuto di gara e mai in grado di offrire un adeguato livello di competitività sul parquet. Grazie specialmente alla sua prestazione tutti compagni si accendono e fanno saltare in aria l’inviolabile PalaBigi, conquistando un prezioso biglietto per giocarsi qualche possibilità di trofeo a Milano. L’avversario di turno è stato stabilito essere Cantù; inutile dire quando per Cinciarini questa gara dia motivazioni extra.
Keith Langford, G, EA7 Emporio Armani Milano: esistono giocatori denominati solisti, giocatori che nel bene o nel male con la loro individualità sanno deciderti una partita. Il caso di Keith Langford è pressoché lampante. La guardia dell’Olimpia Milano per la terza volta nelle ultime tre gare decide la gara con una prestazione sontuosa, frutto del suo eccellente momento di forma. Dopo i 23 di Sassari ed i 29 contro l’Olympiakos arrivano i 20 con cui apre l’arcigna scatola difensiva di Marco Crespi e obbliga il Montepaschi ad alzare bandiera bianca. Langford, che sembra molto esaltato dall’arrivo di Hackett (cosa peraltro da lui stesso sottolineata), riesce a tenere meno il pallone in mano e a concentrarsi meglio sul posizionamento in campo per prendere tiri aperti; legge meglio i blocchi, forza meno penetrazioni e chiude oltre ai 20 punti sopracitati con 5 rimbalzi, 4 assist, 25 di valutazione ed una rinnovata ed inaspettata consistenza difensiva. Quando si dice che è il sistema a rendere tutti difensori si parla proprio di questo: Haynes e Green fanno molta fatica a superarlo, tanto che Banchi decide di tenerlo in campo, panchinando il buon Jerrells, per tutto il secondo tempo. Da highlights di alta fattura la tripla di tabella con cui cala il sipario sul match e lancia Milano al terzo posto in classifica.
David Moss, AP, EA7 Emporio Armani Milano: ci vogliono 15 giornate per vedere David Moss comparire nel quintetto Sportando. In realtà non è una sorpresa; Moss gioca spesso minuti limitati alla sua tenuta atletica ed energetica, nei quali combina tanto di buono, ma non tale da far gonfiare statistiche o altri numeri, semplicemente è sul parquet e “si fa sentire”. E’ comunque proprio nella gara dell’anno contro la sua ex squadra che gioca la prestazione pesante e mostra tutto il suo carattere. Nel primo tempo controlla i tagli perimetrali dei biancoverdi commettendo anche qualche sbavatura, ma nel secondo tempo esce carico dagli spogliatoi e si trasforma nel cecchino che scompagina le linee nemiche, scaricando una serie di triple che aprono il primo squarcio sul match e fanno barcollare la Mens Sana prima della resa. Chiude con 16 punti, 6 rimbalzi, 3 recuperi, 2 assist e 22 di valutazione; stravince il duello con il “nuovo lui” senese Josh Carter, concedendogli pochissimo e facendolo di fatto uscire dal match dopo la tripla del 50-48. E’ il tipo di giocatore che a Milano è mancato nelle ultime stagioni e che Luca Banchi utilizza con maestria; uno che non hai problemi a mandare in campo, perché già sai che farà qualcosa di utile.
Andre Smith, AG, Reyer Venezia: da quando è arrivato Zare Markovski sembra esser tornato il giocatore dominante visto due stagioni fa a Caserta. Per la terza volta di fila va a giocarsi il titolo di MVP e conquista il posto nel quintetto Sportando. Questa volta decide di portare a scuola l’interessante giovane Marc Trasolini, presentandogli quasi tutto il repertorio in un secondo tempo in cui sbaglia una sola conclusione dal campo e dà il largo alla fuga della Reyer verso la Coppa Italia. Smith termina la gara con 21 punti, 13 rimbalzi, 5 assist e 29 di valutazione. 29 è anche il puls-minus finale, non a caso il più alto della squadra. Un’altra volta mostra una grande sicurezza dall’arco dei 6.75 chiudendo con il 66%. Per non ripetere sempre le solite noiose cose su di lui limitiamoci ad analizzare i suoi numeri per dare un’idea di come stia pesando sul campionato: 18.2 punti (58 da due e 44 da tre), 7 rimbalzi, +3.5 di plus-minus e 18.9 di valutazione media. Numeri ampiamente da top player e giocatore che è stato una volta di più snobbato da una grande squadra quando l’avrebbe meritata senza discussioni. Da elogiare il DS Casarin che è riuscito a portarlo in laguna.
Tony Easley, C, Reyer Venezia: La Reyer lo ha rilasciato, ma il suo congedo rischia di lasciare qualche rammarico. Easley già diretto a Caserta gioca la sua ultima gara in maglia Reyer e dimostra quanto possa essere utile nell’economia di un risultato. Il suo tabellino finale è di assoluto spessore: 18 punti (9 su 10 dal campo), 5 rimbalzi e 3 assist per 23 di valutazione. Su di lui si è parlato più di una volta di incompatibilità con il sistema Markovski, che preferisce un centro più pesante per chiudere meglio l’area. A Caserta dovrebbe trovare un’organizzazione di gioco che specie in attacco dovrebbe favorire maggiormente le sue doti di corsa e atletismo, facendo di lui l’ideale sostituto di Cameron Moore. In campionato nonostante il 76% dal campo non va oltre 7.8 punti a gara e ha un -2.5 di plus-minus che non gioca a suo favore. Scommettiamo una bella somma che a Caserta questi numeri miglioreranno.
SESTO UOMO:
Riccardo Cervi, C, Grissin Bon Reggio Emilia: non c’è una presenza intimidatoria in Italia come quella di Riccardo Cervi; lo dicono i numeri: 3.35 stoppate rifilate ogni 40 minuti sul parquet oltre a grosse prestazioni a rimbalzo. Eppure, nonostante numeri di spessore, Max Menetti continua a non concedergli oltre 14 minui di media a partita. Perché? Per un serie di motivi, ma il principale è la sua incapacità ad essere in ogni gara solido in entrambe le fasi di gioco. Cervi crea in difesa, ma spesso manca in attacco; passa da gare con 31 di plus-minus a gare da -8. Non è però il caso della gara con Avellino, nella quale domina fisicamente tutti i lunghi della Sidigas oscurandogli il canestro senza far vedere uno spiraglio del ferro. A turno spedisce al suolo Ivanov, Biligha e Thomas, che perdono sicurezza e anche in difesa se lo perdono. Chiude con 15 punti, 6 rimbalzi e 5 stoppate. E’ un vero peccato che sia talmente discontinuo da diventare un rebus.
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