La lettera di Renato Villalta ai virtussini
La lettera del neo presidente ai tifosi della Virtus Bologna
Io sono tornato. Perché c’è un momento, nella propria vita e in quella della società che si ama, in cui non ci si può più accontentare di sentirsi definire “bandiere”. E’ il momento in cui bisogna rimboccarsi le maniche e fare concretamente, dimostrare davvero tutto quell’amore. Sono stato lontano dal basket, almeno quello di vertice, molto a lungo. Ho seguito altre strade, anche professionali, e tuttora le sto percorrendo. Ma non ho saputo, o voluto, resistere a una chiamata che mi mette davanti alla responsabilità di dare un cambio di marcia alla nostra gloriosa Virtus. Quello che sto e stiamo vivendo è un cambio epocale, per la nostra Società. Sta nascendo una Virtus nuova, e lo fa nella totale trasparenza nei confronti dei suoi tifosi, con la concretezza di chi sa tenere i piedi ben piantati per terra, con quello stile che l’ha resa unica in passato e deve tornare a contraddistinguerla. Ma senza rinunciare a quella giusta dose di sogni che possono darci la carica e portarci di nuovo ad alta quota. Per questo, oggi, mi rivolgo a quelli che come me c’erano, e hanno amato questi colori, e per un certo periodo, lungo o breve che fosse, hanno smesso di guardarli da vicino, pur senza mai dimenticarli. Sono gli abbonati che strada facendo abbiamo perso, gente che in molti casi era fidelizzata da anni e negli ultimi tempi della storia della Virtus aveva deciso di staccare la spina. Per diversi motivi: delusione, divergenze, magari semplici difficoltà a prendere la strada dell’Unipol Arena. Non è più tempo di chiedersi “perché”, ora la pagina è voltata e io ho solo un obiettivo: recuperare tutti i cuori bianconeri. A quelli che da tempo non si vedono più a palazzo, o per lo meno non ci vengono più con la tessera da abbonato in tasca, dico soltanto che ho un progetto e una squadra in cui credo per realizzarlo. La Virtus che ho in mente, che abbiamo in mente, è una macchina che ha bisogno di un motore impeccabile. E il motore siamo tutti noi, siete tutti voi. Una squadra, l’ho sempre detto, è fatta di tante piccole e grandi squadre che fanno ognuna la loro parte, viaggiando in un’unica direzione. C’è quella che va in campo, la prima a finire sotto i riflettori perché nello sport il risultato è il primo punto di riferimento. Ma ci sono, dietro, quella dei dirigenti che tracciano il cammino, quella dei tecnici che fanno crescere il gruppo, quella dei ragazzi delle giovanili che sono il nostro futuro. Ci sono tutti quelli che lavorano nell’ ombra, spinti soprattutto dalla passione. E c’è quello che mi sento di definire il “sesto uomo”: il pubblico intorno, quello che ti sorregge e che diventa fondamentale soprattutto nei momenti più duri e delicati. Quello che ti aiuta ad uscire dalle sabbie mobili, quando occorre. Il nostro sesto uomo siete voi. Un pubblico che nella pallacanestro italiana non ha eguali, per numeri e, lasciatemelo dire, per competenza. Io ho sposato questa nuova avventura con un progetto preciso e molti sogni nel cassetto: il primo, se attuato con determinazione e serietà, è alla nostra portata; i secondi dipendono dal primo. E nessuno può toglierci dalla testa i nostri sogni, né convincerci che non sono realizzabili. Certo, non sarà un cammino in discesa. Faremo anche noi i nostri errori, lo abbiamo messo in conto. Ma sapremo farne tesoro, e in ogni azione saremo spinti dall’amore per la Virtus e per quello che ha sempre rappresentato, rappresenta e rappresenterà per lo sport italiano. Abbiamo un simbolo da tenere alto, ed è lo stesso che ispirava il mio maestro Gigi Porelli, l’Avvocato, un uomo per cui la Virtus era uno stile e una fede, prima ancora che una squadra o un gruppo di giocatori. A tutti quelli che hanno perso negli anni la voglia di fidelizzarsi, di far parte della famiglia degli abbonati Virtus, dico una cosa semplice: io sono tornato, vorrei che lo faceste anche voi. Più siamo, più saremo forti.
Renato Villalta