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Serie A 18/06/2013, 14.04

Bruno Arrigoni si presenta: 'Non sono un mago ma conosco il basket'

Le parole del nuovo DS

Serie A

Bruno Arrigoni è arrivato a Bologna per presentarsi alla stampa in uno dei luoghi storici della città, la Libreria Coop Zanichelli in piazza Galvani. Il nuovo Direttore Sportivo di Virtus Pallacanestro Bologna ha parlato del capitolo che ha appena aperto nel mondo della pallacanestro bianconera, accennando anche alla linea che intende seguire sul piano operativo. “Ringrazio chi mi ha portato qui”, ha esordito Arrigoni, “a partire da Renato Villalta, Claudio Albertini e Piergiorgio Bottai. Arrivo dopo 21 anni trascorsi a Cantù, è stata una scelta importante nella mia vita, ma che ho fatto volentieri per venire in una delle squadre più blasonate d’Italia. Quando leggo quello che mi viene attribuito, devo dire che mi stupisco. Non penso di essere un mago, non sono un taumaturgo. Le aspettative sono molto alte, credo però fortemente nel lavoro di squadra. Il lavoro di scelta e di indagine va condiviso con lo staff tecnico e con la società. Allo staff io chiedo pubblicamente suggerimenti e anche critiche: è chiaro che io ho le mie idee, ma chi è dentro da prima ha maggior polso della situazione di quanto non abbia io che vengo da fuori. Se non riusciamo a instaurare e a stabilire un percorso condiviso andremo fuori strada. E’ questa la cosa fondamentale, insieme al fatto che dobbiamo essere rispettosi del budget che verrà destinato alla squadra. Meno errori si faranno meglio sarà, questo è chiaro, ma partiamo da uno “zoccolo duro” di diversi giocatori sotto contratto. E’ un vantaggio e anche una sfida, perché questi sono anche dei paletti, alcuni di prestigio, altri futuribili”. “Sono tutto fuorché un genio”, ha proseguito il nuovo Ds bianconero, “ma penso di averle viste proprio tutte nel mondo del basket. Oggi trovo a Bologna molto entusiasmo, e questo è estremamente importante. Ricordo i miei inizi: facevo la Bocconi, quando dissi a mio padre che volevo fare l’allenatore non la prese bene, ma mi pose un solo paletto, che riuscissi a mantenermi da solo. Ma la differenza l’ha fatta un mio pensiero: nel momento in cui ho deciso di vivere di pallacanestro sapevo già di voler vivere per la pallacanestro. So bene che è molto difficile, ma anche che è molto bello. Spero di avere il conforto di tutti quanti e che possano arrivare risultati congrui alle aspettative, soprattutto perché, lo ammetto, desidero divertirmi anche io”.

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E. Carchia

E. Carchia

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