Sardara: 'La delusione passa, rabbia dovrà divenire energia positiva'
La Dinamo Sassari ha saluto i suoi tifosi
La scena è il PalaSerradimigni di Sassari, i protagonisti sono i giganti della palla a spicchi biancoblu, attorno a loro il grande pubblico di Sassari e dell'Isola, che dopo la standing ovation da brividi tributata alla Dinamo Banco di Sardegna a fine garta7 dei quarti di finale playoff scudetto non sono voluti mancare all'appuntamento con il saluto alla squadra. Ci sono tutti, manca solo il playmaker italo americano Tony Binetti volato negli states e presto papà di una splendida bambina, che anche a distanza ha voluto affidare ad una mail il suo abbraccio a dirigenti, tecnici, compagni e tifosi. Ci sono tutti, tutti assoluti protagonisti di un'annata sopra le righe, regalata agli albi della pallacanestro e celebrata da parole e immagini che difficilmente potranno essere dimenticate. Un anno indimenticabile. Le lacrime di fine gara7 sono testimonianza d'attaccamento e di passione oggi però è un giorno speciale, un giorno di festa, la fine di un paragrafo e l'inizio di un altro ancora tutto da scrivere sul grande libro della Dinamo. Nei prossimi giorni partiranno in tanti, torneranno a casa dopo quasi un anno ma porteranno con se i ricordi di qualcosa di grande. L'ultimo “straniero” a volar via sarà Sani Becirovic, che ha prolungato sino ad inizio prossima settimana il suo soggiorno turritano catturato dalla bellezza e dal calore della Sardegna e della sua gente. Ma anche per gli altri non sarà facile salutare Sassari e l'Isola, esperienza che resta viva sulla pelle, esperienza che fa crescere, esperienza che arricchisce, esperienza, si spera, da ripetere. La scena. Spalti gremiti, palazzetto in delirio, la musica risuona in piazzale Segni, lo speaker Ico Ribichesu introduce una serata fortemente voluta dalla società, dedicata ai suoi tifosi, presenta ancora una volta la squadra, sorrisi e occhi lucidi fanno capolino sui volti dei giganti, giganti di muscoli, talento e anima che a Sassari sono stati capaci di lasciare il segno. Stefano Sardara: “La squadra ha preso la società in contropiede facendo delle cose che non erano previste, Ci abbiamo provato, abbiamo imparato una lezione nuova e ripartiamo da qua. Ci aspetta una stagione nuova, la delusione passa, la rabbia no: dobbiamo trasformarla in energia positiva. Ancora più cattivi, più maturi, più pronti a stare sul parquet. Perché la Dinamo deve farne tante di stagioni, quella appena passata è stata solo un passaggio”. In rassegna passano tutti i protagonisti sulla scena, in campo e dietro le scrivanie, per tutti c'è l'applauso degli spalti di piazzale Segni, vere e proprie ovazioni tutte cuore e passione. Così fra dichiarazioni d'affetto e ringraziamenti, aneddoti e battute, spirito d'appartenenza e identità, un doveroso passaggio dedicato alla Fondazione Dinamo ed alle sue attività, la serata continua. Sfilano i giganti da parquet, scrosciano fragorosi gli applausi, per tutti, poi parla Meo Sacchetti: “É finito il quarto anno, sono tanti ma se si sta in un bel posto con un gruppo di giocatori così la fatica non si sente. Il rammarico c'è per come è finita, perchè ci credevamo tutti. Questi ragazzi non hanno mai mollato, never give up, ci è mancato solo un pizzico di più, al di là del risultato hanno dimostrato qualcosa di profondo”. Bagno di folla, autografi, foto, abbracci, strette di mano e “cinque” regalati senza esitazione ai tifosi, la Dinamo Banco di Sardegna 2012-2013 chiude la sua magica stagione, festeggia tutta assieme nella consueta cena conviviale nel ristorante Bakkus e si prepara a ritornare in pista. Anzi, è già tornata in pista perché già lavora per dare concretezza al suo domani, prossima tappa di un progetto che vuole ancora essere protagonista e guarda al 2018. Si ritorna in pista con la consapevolezza di aver fatto bene, con la voglia di continuare a far bene, con la voglia di divertirsi e far divertire il grande pubblico del PalaSerradimigni, di Sassari e della Sardegna.