Rinasce la Fortitudo. Calamai: ' Le sfide mi piacciono'
La conferenza di Marco Calamai
E' stato presentato oggi in Furla il nuovo corso della Fortitudo Bologna. A tenere una lunga conferenza stampa è stato Marco Calamai, che ha accettato l'incarico plenipotenziario temporaneo. La prorpietà della società è rimasta nelle mani di Fortitudo 2011, dove Romagnoli resta il maggior azionista. Nelle prossime settimane capiremo meglio quali saranno le tappe fondamentali per il ritorno della Effe scudata.
Ecco le parole di Calamai:
"Mi sto impegnando in questa cosa da tre giorni. Credo che siamo nel posto giusto, nella sala blu della SG Fortitudo, pur senza altre implicazioni per ora. Io ho una visione romantica della pallacanestro, credo che i sogni e la passione abbiano un valore superiore al denaro.
Perchè sono qui, tra mille dubbi? E' la "squadra" più difficile che ho mai allenato. Ma le sfide mi piacciono, e da allenatore ho reso meglio in situazioni difficili. Lavoro da 18 anni con la disabilità e questo lavoro mi ha cambiato. La diversità è un arricchimento, un valore, i miei ragazzi hanno qualcosa in più. Da loro ho imparato certi principi che vorrei proporre in questa situazione. Più del canestro è la palla il mediatore, che mette in relazione i giocatori. Io qui vorrei sostituire a questa palla l'amore per la Fortitudo. Poi non è detto che si vada a mangiare tutti insieme la sera, o ci si stia tutti simpatici. Vorrei far convivere visioni di tifo diverse, che io rispetto perchè hanno dietro un amore comune.Ho avuto tanti dubbi, ma ho detto sì perchè mi sono reso conto che in questo momento se avessi detto di no poteva finire tutto. Ho avuto questa sensazione, e ho detto che non voglio avere rimorsi. Se c'è da provarci ci provo, contro nessuno ma tutti insieme. E credo che fare qualcosa per chi ha fatto tanto per te sia un dovere. Sono venuto qui a 16 anni, dalla Pallavicini ero destinato alla Virtus ma ho detto di no perchè mi sembrava non fosse coerente. Mi hanno voluto qui, ho giocato 2 anni in serie A e ho anche allenato la Fortitudo. Io non sono Villalta, non ho i suoi trascorsi straordinari nè la sua forza economica. E la Fortitudo non è la Virtus, né ieri né oggi né domani.Io continuerò a fare le cose che sto facendo, le mie attività, da allenare i ragazzi ad andare in radio e tv, a insegnare all'università, perchè se no la mia famiglia non mangia. Ho rifiutato ruoli dirigenziali, e il mio ruolo intenso è a termine. Per questo periodo ho chiesto di avere le mani libere, da usare per un bene comune da costruire insieme, rispettando la diversità di ognuno.
Poi sono iniziate le prime telefonate, qualcuno mi ha chiesto di dire qui quel che voleva lui ma io non sono fatto così. Ho capito che le tensioni tra tifosi, che vengono da più lontano, mi hanno fatto pensare che abbiamo corso troppo. Potevamo forse diluire un po' di più, aspettare qualche altro giorno dai mancati playoff della Biancoblu.Specifico che se io continuerò a sentire rivendicazioni reciproche tra tifosi e non tifosi, se nessuno smussa almeno qualcosina, se mi sentirò un paravento in qualsiasi momento, io mi alzo e me ne vado. Io ho accettato a condizoni che maturino certe situazioni, non sono un burattinaio e non mi faccio telecomandare da nessuno. Ascolto, parlo, ma poi decido da solo. Io non so demandare ad altri, è sempre stato un mio limite. D'ora in poi per il futuro della Fortitudo chiedete a me. Del passato non dico nulla perchè nulla so.
Ripartiamo dal basso - poi quanto basso lo vedremo, perchè mi batterò in Federazione, e abbiamo l'appoggio del presidente del Comitato Regionale Stefano Tedeschi - che sia serie C o serie B. Chi non è contento delle scelte che faremo si sfoghi non con me ma chi ha scritto la fine della storia fino a qui. Io parto da un progetto bianco, voglio portare la nave in un certo porto, se vedo che non sono capace scendo.
Propositi: un campionato sostenibile come spese, abbiamo un bugdet che dipenderà dalla serie.Si va verso una squadra utopistica. Il passato torna, perchè la poverta di oggi della vita e dello sport ci farà tornare a giocatori che hanno anche un altro lavoro, com'era una volta, a parte poche squadre professionistiche. La squadra deve avere un settore giovanile di proprietà e allenatori capaci e competenti. Se ci sono da spendere 100 io chiederò che si spendano 70 per le giovanili e 30 per la prima squadra.E anche il presidente sarà coerente con questa linea, non sono io ma ho il mandato per sceglierlo. Ci siamo già mossi, sarà uno coerente con la nostra storia e che ha la faccia giusta. Per questa squadra dev'essere un orgoglio pagare l'abbonamento e pagare il biglietto.A palazzo con Forlì la Biancoblu aveva 4000 persone, di cui 500 forlivesi. Ma facendo i conti di paganti ce n'erano 800, gli altri entravano gratis.Io parlerò a quelli che sono rimasti a casa, e nessuno deve entrare gratis, a parte i ragazzi in un settore loro. Mi va bene che ci sia gelosia o rivalità interna tra le parti della tifoseria, ma tutti insieme devono amare la Fortitudo.
Verso quale Fortitudo si va? Quella che c'era non c'è più. Si va verso una Fortitudo che di quella abbia quei valori e quelle sensazioni. Il passato non torna, ma senza il passato è fatica poter sognare. Una Fortitudo che sia ricca di vecchi tifosi ma anche di giovani appassionati, con la Casa Madre non coinvolta direttamente, ma che concorda con gli obiettivi. E con soci che paghino e si fidino di chi li rappresenta. Non succede quasi mai, è un sogno.E la società deve scegliere liberamente: i tifosi fanno i tifosi, la società fa la società. Non bisogna mischiare le cose.Non voglio sentire dire che ci sono vinti e vincitori da questa vicenda. C'è una parte di tifoseria che ha avuto ragione, nei fatti, ma non ha vinto perchè è stata fuori tre anni dal palazzo. E chi era dentro ha visto la serie A, ma poi la cosa si è chiusa non per colpa loro. Tutti hanno perso, ma tutti possono vincere.
Nome della società: non c'è l'obbligo di usare né l'uno né l'altro dei due contenitori, Giovani Aquile o Pallacanestro Bologna 1932. E' stato un errore mettere quest'ultimo nel comunicato.Dal primo luglio sceglieremo insieme. Ho avuto la garanzia su questo dal presidente Tedeschi. Non ci fermiamo sul nome, ci sarà un nome nuovo. I due nomi affiliati erano tutelanti per la richiesta palestre, ma possiamo ripartire da zero, sperando di avere il 103, cosa che non mi sento di escludere.
In questi giorni ho preso contatti con tifosi singoli e organizzati, con la SG a cui ho spiegato a grandi linee il progetto. Ho ottenuto l'appoggio del presidente Tedeschi. E amici mi hanno assicurato che hanno sponsor di un certo livello pronti a entrare.E il presidente in pectore ce l'abbiamo.
La proprietà? E' di Fortitudo 2011. I soci al momento ci sono tutti e hanno garantito un bugdet col quale possiamo fare parecchi campionato. Ci sono persone che metteranno soldi, e Giulio Romagnoli sarà ancora quello che spende di più.
Tempistiche per il viaggio a Roma? Io concordo tutto col presidente Tedeschi. Ho ottimi rapporti con Gianni Petrucci, ci diamo del tuo, ma Tedeschi ha un rapporto ancora superiore al mio per i suoi trascorsi nel calcio.Le regole esistono, ma dentro le regole ci muoviamo. Non abbiamo diritto a nulla, se non alla prima divisone, credo che sfruttando i vari buchi ci si possa iscrivere a una C regionale, ma tentiamo una scalata a una serie superiore, vedendo i buchi della altre squadre e spiegando anche che c'è una potenziale tifoseria da 4000 persone e una solidità economica. Al giorno d'oggi la garanzia di un certo spessore economico serve, e noi partiamo privilegiati. Abbiamo un tesoretto, tolti i primi due campionati possiamo fare tutto, e forse anche il secondo, anche se non credo che arriveremo lì. Concorderò con Tedeschi il mio viaggio a Roma.Prima ho in calendario incontri con tutti i gruppi di tifosi. Andrò a Roma per dire che ci sono 4000 persone pronte a tornare, pur con diversità di visioni.
Giocare al PalaDozza? Il PalaDozza ha le sue regole, ma vorrei specificare che a Firenze - dove sono delegato del sindaco per il Mandela Forum - il comune non fa pagare nessuna società che giochi lì, purchè rispetti regole capestro. Il Mandela di Firenze fa i soldi con i concerti e spettacoli, le società si allenano e giocano gratis negli spazi e nei tempi che restano. Non è un segreto, Romagnoli due anni fa ha pagato 180mila euro. E' una situazione molto diversa, io con Rizzo Nervo ci parlo. Capisco che ci siano dei pregressi dietro, ma vedremo cosa fare.Se poi facciamo una C faremo i nostri conti. La Fiorentina in C2 però aveva 30mila persone anche in trasferta.Diciamo che il PalaDozza è un obiettivo legato alla serie che facciamo e ai costi, io ci giocherei volentieri.
Il mio presidente ideale? Oltre al presidente Tesini il cavalier Lucchini, che dava tutto il suo stipendo da cassiere di banca – tolte le spese per la famiglia – alla Fortitudo"