Sani Becirovic: 'Sassari come il mio Panathinaikos'
Lo sloveno tornato in Italia per vincere lo scudetto
Sani Becirovic è tornato in Italia con un solo grande obiettivo: vincere lo scudetto che manca ancora al suo palmares. Lo sloveno di passaporto italiano ha parlato a Tuttosport della sfida contro la Lenovo Cantù, avversaria di Sassari nei quarti di finale.
Sassari come? Può sembrare strano, ma il paragone è con il Panathinaikos, dove ho vissuto i due anni più positivi della mia carriera: i fratelli Yiannakopoulos erano proprietari molto vicini alla squadra, e Zeljko Obradovic gestiva tutto. E anche qui ho trovato compagni di squadra che non guardano le statistiche personali, non c'è invidia.
Esperienza in Iran. Mio padre Memi è il et dell'Iran, dove ci sono tanti giocatori di grande potenziale, ma su cui nessuno aveva mai realmente lavorato. Mi ha convinto la visita a Teheran, molto affascinante, poi ho giocato a Mahshahr, un posto assai differente rispetto all'Europa, dove però la gente riesce a vivere bene con poco, anche a livello tecnologico. Eravamo nel deserto, non c'era molto da fare, ma ho trovato molta cordialità.
Obiettivi. La vittoria di domenica a Siena è stata il nostro statement game, abbiamo dichiarato che facciamo sul serio. Nessuno ha un gruppo così ricco di talento, e Meo Sacchetti ha trovato il modo giusto per sfruttare le nostre caratteristiche. Si diceva che la panchina era corta, l'abbiamo allungata. Partiamo contro Cantù, squadra di Eurolega che non alzerà bandiera bianca facilmente. Avrei preferito evitare un primo turno al meglio delle 7 gare, tutte ogni 48 ore. Si rischia di arrivare al punto in cui la testa ordina una cosa, ma il fisico non può eseguirla".