Andrea Trinchieri: 'Sfavoriti ma non battuti'
Le parole di Trinchieri alla vigilia della sfida contro Sassari
Il coach della Lenovo, Andrea Trinchieri, ha incontrato i giornalisti prima dell’inizio della serie dei quarti di finale dei playoff che vedrà la sua formazione affrontare il Banco di Sardegna: “Il campionato dopo 30 giornate ha espresso dei valori abbastanza chiari. Sassari finisce seconda, Cantù settima. Ne consegue un’altra ovvietà, ossia che, chiaramente, nei quarti di finale tra seconda e settima tutti si possono aspettare che la seconda vada in semifinale. E’ successo a noi due anni fa contro Varese, così come a Milano nella stagione scorsa contro Venezia. In entrambi questi casi le serie sono terminate sul 3 a 0. Quindi mi sembra evidente chi sia il favorito. Sappiamo cosa ha espresso il campionato e conosciamo le difficoltà che ci aspettano. Possiamo non sentirci battuti, perché questo è lo spirito della competizione, però dobbiamo anche avere chiaro l’ordine dei valori sul campo”.
E’ la prima volta nella tua esperienza a Cantù che inizi i quarti con il campo a sfavore.
Paghiamo un girone di ritorno difficile e il fatto che avremo bisogno di tempo, che non è concesso a noi come agli altri. Il Banco di Sardegna ha aggiunto due giocatori a un sistema collaudato e funzionante, come dimostrato dal secondo posto in classifica, mentre noi desidereremmo tanto avere del tempo e non sappiamo di cosa saremo capaci. I playoff però incombono e tra due giorni si gioca in trasferta.
Domenica hai visto qualche segnale che ti fa pensare a un’inversione di tendenza?
Qualcosa, però attendo prima di pronunciarmi in maniera definitiva. La verità è che nel bene e nel male i playoff riazzerano tutto. Non cambiano i valori prima di scendere in campo, ma ogni cosa ti è concessa se te la meriti.
Il principale pericolo di Sassari è costituito dai loro esterni?
Ho visto la partita che la Dinamo ha vinto a Siena. Bobby Brown comincia a curare Travis Diener e lui fa canestro. Quindi si accoppia con lui Hackett, che è un difensore molto migliore, e Diener continua a segnare. Alla fine su Diener ci va Moss, che è probabilmente il più arcigno difensore del campionato, e lui non smette di fare canestro… Penso che sia abbastanza facile leggere questa serie come il migliore attacco contro la migliore difesa.
Anche quest’anno siete la migliore difesa del campionato. E’ un buon punto di partenza per te?
Durante la stagione la difesa è sempre stata una costante. I nostri più grandi problemi sono emersi in attacco. Per questo motivo si tratta una serie davvero difficile perché il Banco di Sardegna ha una facilità incredibile di segnare anche contro buone difese.
Quanto può incidere l’entusiasmo della Dinamo sulla serie?
Mi è sembrato di leggere tra le righe, e nemmeno tanto tra le righe, che a Sassari ambiscono giustamente allo scudetto mentre noi veniamo da una stagione non facile. Dobbiamo vincere in trasferta, cosa che però durante l’anno è stata un problema.
Una considerazione sul girone di ritorno della tua squadra?
Non ti nascondo che è stato durissimo. Primo di tutto perché per certi versi è stato inaspettato e quindi non eravamo pronti anche se mi chiedo chi sia pronto a passare da 11 vinte e 4 perse a 6 vinte e 9 perse. Non penso però che sia ancora il momento di fare delle valutazioni a consuntivo.
Vivete dunque questi playoff come un’opportunità di riscatto?
Personalmente sono disposto a delle cose indicibili per cambiare questa stagione perché non mi sono mai trovato in una situazione del genere e le cicatrici non sono chiuse. Se i miei giocatori hanno la stessa voglia possiamo ancora farci rispettare.
La rotazione di uno straniero della Dinamo può cambiare qualcosa?
Non credo. Quest’anno dobbiamo focalizzarci prevalentemente su noi stessi perché prima di arrivare ai dettagli dobbiamo pensare al core business della pallacanestro che a volte non ci riesce. Per le vicissitudini che abbiamo passato la mia non è una formazione che può lavorare di fino in questo momento. Ripeto: so che è difficile e che Sassari è strafavorita, però non ci sentiamo battuti e questo è il bello di giocare i playoff.
E’ più delicata la prima partita o la seconda?
Se vogliamo competere dobbiamo vincere una gara in trasferta. Quale essa sia non conta. L’aspetto fondamentale è che ogni match non ha memoria di quello precedente tranne che per il risultato nella serie. Non possiamo scegliere niente, ma desideriamo solamente affrontare con piglio questi quarti di finale.