La bandiera Nicola Minessi parla della sua Biella
Il 'Mine' dice: 'Per aiutare la società farei anche il custode'
BIELLA. Se c’è un giocatore che più di ogni altro ha avuto “Biella nel cuore”, incarnando lo spirito di una società che per 12 stagioni ha saputo dire la sua nel massimo campionato Italiano di pallacanestro, questo è senza dubbio Nicola Minessi. Come la “sua” Biella, il “Mine” è partito dal basso e, promozione dopo promozione, ha coronato il sogno di una carriera intera, esordendo in serie A a 37 anni nella stagione 2010-2011. Minessi è stato, è e sempre resterà un idolo del popolo rossoblù, unico nella storia di Pallacanestro Biella ad aver giocato (e fatto canestro) in tutte le categorie dalla B2 alla serie A. A 39 anni continua a divertirsi sui campi della DNC, primo in classifica con la sua Montichiari nel girone B (già promossa in DNB), dopo essere stato protagonista di tutte le tappe più importanti nella storia di Biella: dalla prima promozione (1996-1997 in B1), a quella in A2 (1997-1998), fino alla cavalcata che ha portato Biella nell’olimpo del basket (2000-2001). Una cosa è certa: al di là del suo impatto sul campo, Minessi sarebbe stato certamente utile alla causa nella stagione più difficile di Biella.
D. Nicola, come hai vissuto dall’esterno la stagione più difficile nella storia di Pallacanestro Biella?
R. Ho seguito Biella ogni settimana, partita dopo partita e ho provato un grande dispiacere nel vedere che le cose non andavano bene. Le difficoltà erano preventivabili, anche a causa di un budget sempre più ridotto negli ultimi anni. Diciamo che quest’anno non è avvenuto il miracolo che in altre stagioni aveva permesso a Biella di salvarsi.
D. Alla vigilia del campionato, quando tu eri ancora a Biella, il gruppo a disposizione di Cancellieri sembrava in grado di lottare per la salvezza. Cosa secondo non ha funzionato secondo te?
R. Credo che la fiducia di una squadra e di un ambiente sia alla base di una stagione vincente. Se una squadra crede nelle proprie capacità, allora può succedere che riesca ad andare oltre ai propri limiti, proprio quello che non è successo a Biella quest’anno. Le sconfitte hanno tolto sicurezza ai giocatori e all’ambiente.
D. La retrocessione potrebbe essere il male minore di fronte ad una possibile chiusura della società. Qual è il tuo pensiero a riguardo?
R. Premesso che non sono a conoscenza delle reali intenzioni dei soci, sono convinto che il progetto Pallacanestro Biella non sia destinato a finire. In 20 anni la società ha creato una base solida, tanto che in città è nata e cresciuta una vera e propria fede verso la pallacanestro.
D. Da cosa secondo te deve ripartire la società?
R. C’è uno zoccolo duro di tifosi che, indipendentemente dalla categoria nella quale giocherà Biella, sono pronti a seguire il team continuando a supportarlo. Credo che 2.500 tifosi appassionati siano una base eccellente sulla quale costruire un nuovo progetto. È chiaro che molto dipenderà dalle decisioni che prenderanno i soci in un momento di svolta come quello attuale.
D. Nelle ultime settimane ha preso piede l’ipotesi legadue, con un nuovo progetto e nuove idee. Possibile rivederti a Biella in una veste diversa da quella di giocatore?
R. Con il cuore dico che non è impossibile, con la ragione credo che in questo momento la società debba prima capire se e come andare avanti. Solo dopo inizierà a guardarsi attorno per individuare le persone giuste. In ogni caso per dare una mano a Pallacanestro Biella sarei disposto anche a fare il custode.
D. Come sta andando la tua stagione a Montichiari? Sarà l’ultima in carriera?
R. Il campionato è andato alla grande, tanto che siamo stati promossi in DNB con ben quattro giornate d’anticipo. Ho ancora voglia di giocare e l’entusiasmo è ancora intatto, ma credo proprio che questa sarà l’ultima stagione. Davanti a me ho l’opportunità di iniziare una nuova carriera da direttore sportivo. Sono curioso di mettermi in gioco in un contesto diverso rispetto a quello che ho vissuto negli ultimi 20 anni.
D. Qual è il ricordo più bello che conservi delle tue stagioni a Biella?
R. Al primo posto ci metto senza dubbio il canestro realizzato la scorsa stagione contro Cantù a tre partite dalla fine. Al secondo a pari merito tutte le altre stagioni trascorse a Biella.