Le pagelle di Reyer Venezia-Angelico Biella
I voti ai protagonisti della gara del Taliercio
UMANA VENEZIA 7. Dopo un inizio con il freno a mano tirato, domina letteralmente il match. Vittoria fondamentale nella ricorsa ai play off. La sensazione è che venezia abbia ancora molto da dire in questo torneo.
Clark 6. Non è al meglio e si vede: 0 punti in un primo quarto in affanno. Poi si sveglia e ne mette 8 nel secondo. Per competere con le migliori, c’è bisogno che lui ritrovi condizione fisica e continuità.
Young 6,5. Come un diesel viene fuori alla distanza: chiude con 16 punti e 7/9 dal campo: a 37 anni suonati è sempre e ancora “Forever Young”.
Rosselli 7,5. Giocatore totale, che a 30 anni sta raggiungendo una grande consapevolezza e maturità. Come intonano i suoi tifosi in coro, Rosselli è da Nazionale.
Magro 5,5. Troppo soft all’inizio contro uno scatenato Pinkney.
Szewczyk 6. Inizio super in attacco, poi da il suo contributo con grande energia in difesa.
Bulleri 6,5. Il suo ingresso nel primo quarto da la sveglia a Venezia. Veterano sì, ma ancora capace di lasciare il segno.
Bowers 6. 4/4 ai liberi nel break decisivo del secondo quarto.
Diawara 7. Venezia non può proprio fare a meno del suo talento e della sua energia. Potenza e tecnica difficili da contenere per chiunque.
Hubalek 7. Dopo tanta panchina, una serata di gloria: chiude con 14 punti, 9 rimbalzi e 3 stoppate in 25’. Potrà essere un’arma in più nel finale di stagione.
Allenatore. Andrea Mazzon 7. Il +4 su Brindisi è un’ipoteca sui play off. Se ci arriva in buone condizioni fisiche, Venezia può essere una delle mine vaganti.
ANGELICO BIELLA 3. Possibile che questa squadra valga così poco? Il problema non sta nella qualità dei singoli ma nella mancanza di chimica in un gruppo che non è mai stato tale. Dopo 12 stagioni al vertice il sogno sta per finire, sarà un addio o un arrivederci?
Rochestie 4,5. Preso per fare il play, si è ritrovato spesso a subire le scelte di Trey Johnson. Non sarà un leader, ma di certo Biella non ha saputo sfruttare appieno le sue qualità.
Johnson 4. Scelto per guidare la squadra verso la salvezza. Forse è stato sopravvalutato, non tanto dal punto di vista tecnico, quanto nella capacità di giocare per la squadra. La palla persa palleggiandosi su un piede a fine secondo quarto è l’emblema della sua stagione.
Tsaldaris 3. Possibile che sia diventato di colpo scarso? 0/11 da tre nelle ultime tre partite, 1/11 con appena tre punti totali nelle ultime due. La poca chiarezza sul suo ruolo non l’ha certo aiutato a inserirsi al meglio e trovare fiducia.
Jurak 4. Se anche “Goran il guerriero” alza bandiera bianca vuol dire che per Biella è davvero la fine. Che spieghi a Johnson cosa vuol dire giocare al servizio dei compagni.
Pinkney 6,5. Quando lui cala (anche perché Johnson a un certo punto decide di ignorarlo) cala anche il buio sulla partita di Biella. Grandi cifre, peccato che non bastino per fare il miracolo.
Raspino 5. Da biellese doc è stato uno di quelli che si è sbattuto di più da inizio stagione. Nonostante i limiti meritava un ruolo diverso nella squadra.
Mavunga 3. Ma che ci fa in campo 18’? Negli ultimi mesi si è allenato poco e male. I suoi minuti potevano essere dati a chi sicuramente ha fatto di più per meritarseli.
Laganà 5,5. Talento sfruttato poco e male. In attacco avrebbe potuto dare una mano, ma non gli è stato permesso.
Renzi s.v. Immaginiamo si sia chiesto perché continui a giocare Mavunga al posto suo.
Allenatore. Massimo Cancellieri 4. Nonostante non abbia mai mollato, la barca sta comunque affondando. A posteriori è facile dire che la società avrebbe dovuto accettare le sue dimissioni post Cremona…forse la barca non sarebbe affondata.