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Serie A 21/03/2013, 10.57

Jacob Pullen ed il killer instinct: 'Senza non giochi

Le parole di Pullen, già decisivo alla prima uscita in maglia Virtus

Serie A

Jacob Pullen, appena arrivato a Bologna, ha sfornato una prestazione da 22 punti in 21' che ha dato vittoria ed ossigeno alla classifica della Virtus. L'ex Biella, che ha iniziato la stagione all'Hapoel Gerusalemme, ha parlato a La Gazzetta dello Sport.

"A Chicago, dove sono cresciuto, se non hai il killer instinct è impossibile diventare un buon giocatore. E' stata solo una buona partita, niente di più. Ho fatto un paio di canestri importanti alla fine ma molto del merito va ai compagni che mi hanno liberato al tiro. Hapoel? Non so spiegarmi cos'è successo, facevo quello che mi chiedeva il coach ed eravamo secondi quando una dirigenza inadeguata ha preso questa decisione. Ora però sono felice di essere qui. In una partita possono servire punti, in un'altra leadership. Sono qui per fare ciò che serve per vincere e per far credere i compagni nei propri mezzi. Mi piace giocare con Steven Smith, entrambi sono bravi ragazzi e mi stanno aiutando ad inserirmi. E' tutta una questione la fiducia, con 5-6 sconfitte di fila la smarrisci ma appena vinci tutti tornano a credere in loro stessi. Bechi? E' un buon coach e so che mi ha seguito negli ultimi anni. Ci conosciamo già bene a vicenda e insieme possiamo aiutare questa società a uscire da una brutta situazion. La barba? Me la lascio crescere durante la stagione perché è un segno che mi concentro molto sul mio lavoro ma d'estate la taglio quando torno da mia madre. Perché il passaporto georgiano? Perché mi dà più opportunità di giocare in buone squadre in Europa. E poi la Georgia è un bel posto ed una seconda casa per me. Inoltre là c'è uno che è passato da Bologna prima di me, Sanikidze. Viktor è una delle persone più simpatiche che conosco, sa divertirsi e far divertire chi è attorno a lui. Futuro? Il mio futuro è giocare a basket perché è la cosa che amo, non importa dove. L'Nba è bella ma non ci andrei mai per restare in panchina".

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E. Carchia

E. Carchia

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