Viaggio alla scoperta dei giovani italiani: Eric Lombardi

Nonostante la Pallacanestro Biella stia vivendo una stagione certamente molto difficile, le si deve comunque riconoscere che negli anni è sempre riuscita a tirare fuori qualcosa di buono dal proprio cilindro. Da questa società, che certamente non è una delle più ricche d’Italia, figuriamoci d’Europa, sono usciti giocatori NBA come Jerebko e Sefolosha, ma anche ottimi elementi da Eurolega come Gist, Langford o il nostro Pietro Aradori. Che Biella sia spesso – ma purtroppo non sempre come ha dimostrato il pur sempre buono Linos Chrisikopoulos – il posto giusto per essere lanciate come giocatori, soprattutto se si è giovani, è stato ormai dimostrato più volte.

I prossimi due ragazzi pronti a lasciare il segno in questa città sono due prodotti di casa: Marco Laganà ed Eric Lombardi. Entrambi classe ’93, il primo è rimasto a Biella per questa stagione, anche se molte solo le voci di mercato che parlano di un suo possibile prestito in Legadue, mentre il secondo sta disputando questa annata con la maglia di Brescia, nel secondo campionato italiano.

Giocatore ancora grezzo ma dal talento infinito, Lombardi è stato appunto mandato a maturare in Legadue quella esperienza che gli servirà al piano superiore. Atleta già di primissimo livello, dotato di una elevazione, senza alcun dubbio, al di sopra del livello medio, Eric ha già ora tante qualità che negli anni delle giovanili ha mostrato in campo, facendogli vincere, ad esempio, il premio di MVP delle finali nazionali U17 nel 2010. Ciò che caratterizza maggiormente il suo gioco, oltre al sopracitato atletismo, è una grande velocità, senza e con la palla in mano, che lo rende un eccellente finalizzatore in contropiede. Ala piccola di due metri, dotato già di un ottimo fisico, Lombardi, per quanto riguarda invece la sua tecnica, è ancora molto indietro e spesso tende a tirare in modo poco composto, rendendolo quindi meno pericoloso nelle situazioni di tiro.

La cose che invece ha sorpreso i suoi osservatori è invece la sua abilità in difesa. Già durante la coppa Italia del 2010 si era fatto notare in questa fase di gioco annullando quasi del tutto Markoishvili. Le ottime gambe e la velocità lo rendono infatti molto difficile da battere dal palleggio, mentre le braccia lunghe, unite alla sua altezza ed elevazione, lo rendono ugualmente pericoloso anche sotto canestro.

Per ora il minutaggio che Coach Martelossi gli sta concedendo non è certo dei più alti, poco più di 10 minuti a partita, ma c’è la forte possibilità che cresca in questa seconda fase di campionato visto che non ci saranno retrocessioni per questa stagioni - ovviamente solo in Legadue – e che Brescia si sta dimostrando comunque superiore a molte squadre. Il talento non gli manca di certo, e se riuscirà a migliorare la sua tecnica ed il controllo del corpo, oltre ad aggiungere quella cattiverie e fiducia nei propri mezzi necessari ad alti livelli, potrà diventare un giocatore che anche squadre da alta Eurolega cercheranno di avere a roster.