Andrea Mazzon: 'Ora Venezia può competere con tutti'
Il coach della Reyer parla del momento positivo della squadra
Andrea Mazzon ha parlato a La Gazzetta dello Sport del momento positivo della Reyer Venezia, reduce da una serie di vittorie consecutive tra cui lo scalpo a Masnago e quello casalingo contro Cantù.
"Il cammino è stato molto complicato. E il fatto di avere una società molto solida e seria alla spalle è stata la chiave delle ultime vittorie. In altri posti, dopo le sconfitte, si sarebbero intraprese strade più radicali. Le aspettative erano iper-positive e dopo un'estate in cui hanno parlato molto di noi ci sono rimaste addosso. Siamo partiti pensando a Bowers in quintetto con Young, che ha 37 anni, di rottura dalla panchina, e Szewczyk capace di un impatto superiore all'anno scorso. Si sono fatti male subito e abbiamo perso l'uomo che bilancia la squadra e quello cardine per l'attacco. Senza di loro, sono uscite alcune lacune di altri giocatori. Eric Williams? Ha delle responsabilità anche se, ovviamente, non è stata tutta colpa sua. La lezione? Che la chimica di una squadra è la cosa fondamentale per il successo. E' il motivo per il quale Varese, Sassari e Roma sono ai vertici meritatamente: l'uomo viene prima del giocatore. Magro si merita il posto in campo anche se gli dico che dovrebbe stendere un tappeto rosso quando passa lo staff tecnico: pochi giocatori emersi a 25 anni avrebbero avuto la stessa opportunità. Rosselli sta limitando i suoi alti e bassi non solo tecnici ma anche umorali. E' un toscano, scontroso: ogni tanto mi sembra di avere in squadra Bartali. Sente che la fiducia attorno a lui è cresciuta. L'emergenza è finita, sapendo che basta un calo mentale, come contro Avellino, per perdere. E in casa, tiriamo peggio che fuori, che è una cosa inspiegabile se non con l'ansia. Quello che mi piace è che questa squadra è sempre stata umile: con questo atteggiamento possiamo competere contro tutti, anche se le squadre di Eurolega sono più forti per definizione. Abbiamo commesso degli errori, ne faremo altri, l'importante è che non siano gli stessi. Non siamo atletici a parte Diawara, non siamo particolarmente giovani. Cerchiamo di avere un attacco con pochi giochi semplici e di lettura, mentre in difesa proviamo a essere scaltri, con degli obbiettivi. Per il momento, i giocatori stanno leggendo meglio le situazioni difensive che offensive. Che momento è? Bello, se alleni nella tua città senti una maggiore responsabilità e inconsciamente ci tieni di più a far bene. E' un coinvolgimento totale, 7 giorni su 7. Sono felice perché in questo club mi sento voluto mentre quasi sempre i coach sono accettati e c'è un progetto coinvolgente, con 4000 tesserati dai quali devono uscire dei giocatori perché la Reyer resti al vertice".