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Serie A 10/01/2013, 00.17

Quando Rochestie rinunciò alla borsa di studio

La storia di Rochestie, neo arrivo in casa Biella

Serie A

Quando giochi a pallacanestro al college, non è facile finire sulle pagine di Sports Illustrated, la ultraprestigiosa rivista patinata di sport. Specie se non sei un Kobe Bryant o un LeBron James, che ci finirono da liceali, o un Reece Gaines, che venne messo a confronto, proprio da Sports Illustrated, con l’altra migliore guardia del torneo universitario dell’epoca, quel Dwayne Wade ora munito di anello di campione Nba con i suoi Miami Heat. Il playmaker classe 1985 Taylor Rochestie ce l’ha fatta, nel 2008, per una ragione che non ha solo a che vedere con la palla arancio e con il canestro.

Premessa necessaria: la famiglia Rochestie, originaria di Santa Barbara, nell’assolata e splendente California, è di quelle che si possono definire facoltose. Papà ha fatto fortuna con un lavoro che in Italia, probabilmente, nemmeno esiste: il “medical coaching”, ovvero l’allenamento – o meglio, il tirocinio dedicato – per i dottori. Non sapendo bene di che si tratti, non resta che supporre che sia un’attività redditizia. E molto. Al punto che, nella primavera del 2008, alla vigilia del quarto anno, quello da senior, con la maglia di Washington State, un giorno Taylor Rochestie bussò alla porta del suo manager. “So che non avete più borse di studio e questo vi costringe a rinunciare a un giocatore” è stato il succo del suo discorso. “Rinuncio alla mia, mi pago gli studi, così voi potete prenderlo”. Uno scherzo da 20mila dollari, probabilmente facili da prelevare dal fondo fiduciario che Taylor aveva fin dalla culla per i suoi studi. Ma non esattamente una cosa da tutti i giorni. Tant’è che, per giorni, nei dintorni dei Washington State Cougars (nel senso di giaguari e non di quarantenni divorziate) non si parlò d’altro. E la vicenda arrivò a Sports Illustrated, appunto.

Che cos’altro resta da raccontare? Che a ottobre l’università trovò i soldi per riattivare la borsa di studio a Taylor Rochestie, come accade a qualunque sportivo di talento nel mondo Usa, a prescindere dalle sue condizioni economiche. E che il giocatore per cui Rochestie rinunciò a un privilegio si chiama Marcus Capers, 5,8 punti, 4,9 rimbalzi e 2,2 assist a partita nella sua ultima stagione con i Cougars, chiusasi con la laurea nell’estate 2012. Da allora è free agent, ovvero senza squadra. Come lo è stato, per una manciata di ore, Rochestie proprio martedì, quelle intercorse tra la risoluzione del contratto con il Caja Laboral Vitoria (sua quinta squadra europea dopo Göttingen e Alba Berlino in Germania, Galatasaray in Turchia e Le Mans – portati alla semifinale playoff – in Francia) e la firma con l’Angelico Biella.

Il resto della storia è ancora da scrivere. In maglia rossoblù…

Autore: Giampiero Canneddu, in collaborazione con RadioCity la Città che Vive 

© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

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Comments Occorre essere registrati per poter commentare 6 Commenti
  • aubreycoleman6 10/01/2013, 14.54 Mobile
    Citazione ( MarshallDTeach 10/01/2013 @ 10:11 )

    L'appunto sulle cougar è da palati fini, si vede che a Biella se ne intendono :D

    Confermo! A biella ci sono solo cougars! Hahahahahahhahaha

  • Vision75 10/01/2013, 13.21 Mobile
    Citazione ( NBAfun 10/01/2013 @ 00:52 )

    Cougars nel senso di giaguari e non di quarantenni divorziate....VOTO 10!!!!!!!!

    Super quotone!!!!ahahah

  • MarshallDTeach 10/01/2013, 10.11

    L'appunto sulle cougar è da palati fini, si vede che a Biella se ne intendono :D

  • NBAfun 10/01/2013, 00.52

    Cougars nel senso di giaguari e non di quarantenni divorziate....VOTO 10!!!!!!!!

  • Tex91 10/01/2013, 00.35 Mobile

    Complimenti per l'articolo, davvero bello! Oltre ad un buon giocatore sembra una brava persona! In bocca al lupo a Taylor per la sua stagione a Biella!