Green: 'A Milano porto leadership non con le parole ma coi fatti'
Il giocatore si presenta
Marques Green, neo arrivo in casa Olimpia Milano, ha parlato a La Gazzetta dello Sport dell'impatto con la squadra.Green sarà subito in campo del derby contro Cantù
"Conosco la squadra e i giocatori, tanti di loro li ho già sfidati in passato. E' un gruppo di notevole talento, con un grande allenatore. Io cercherò di capire dove dare una mano. Essendo appena arrivato non so cosa non ha funzionato. Capisco che la mancata qualificazione alle Top 16 di Eurolega sia stata una delusione, ma c'è ancora tempo per fare bene in campionato e Coppa Italia. L'importante ora è guardare avanti e finire forte. La Coppa Italia vinta nel 2008? Un bellissimo ricordo, il più bello della mia carriera in Europa. Per questo la partita con Cantù sarà importantissima. Dobbiamo scendere in campo concentrati al massimo e giocare al top delle nostre possibilità. Il fatto d'aver già giocato in Italia mi dà un discreto vantaggio. Cosa porto alla squadra? Leadership, non con le parole ma coi fatti. Voglio mettere i compagni nelle condizioni ideali per rendere al top. Prima il tiro o il passaggio? Il passaggio, sempre. Mi sento meglio quando innesco i compagni. Ho cercato di rubare qualche tratto caratteristico da più di un play: Isiah Thomas, Mark Price, Tim Hardaway. Infanzia a Philadelphia? Bellissima, è una città dove il basket regna sovrano, da cui sono usciti un sacco di guardie. Pur essendo diversi^ abbiamo tutti tanto in comune. A Philly sappiamo come si gioca a basket. Infatti sono il primo e unico cestista della mia famiglia. Ho iniziato per strada nel mio quartiere. Giocavo anche a football, ma poi ho scelto il basket, lo amavo di più. Com'è la vita di un giocatore professionista all'estero? A dire il vero non molto dura. Perlomeno per me, con la famiglia al seguito. Quando sono negli Usa in estate non vedo l'ora di tornare. La persona più influente? Mio papà, un lavoratore che non ha mai saltato un giorno in vita sua. Se non per venire a scuola a mettermi in riga quando combinavo guai...".