Olimpia Milano-Pallacanestro Cantù, verso il derby per eccellenza
La presentazione della gara dal sito dell'EA7
Parlare di Milano-Cantù e del suo significato storico può essere facile e difficile al tempo stesso. Gli aneddoti non si contano, anche perché si tratta di una rivalità la cui fiamma è rimasta accesa persino negli anni bui di una o di tutte e due le squadre. Cantù ha vinto relativamente poco in Italia, appena tre scudetti, ma è il club che ha vinto di più in Europa, non solo le coppe cosiddette “minori” ma anche la Coppa dei Campioni in uno storico “back to back” nel 1982 e 1983, eguagliato poi dall’Olimpia nel biennio 1987-1988. Ed è anche vero che nella gloriosa storia dell’Olimpia gli intrecci del destino con Cantù non sono stati sempre positivi. Anzi, alcuni rientrano tra i più dolorosi di sempre. (qui potete scaricare il Game Program che verrà distribuito domenica al Mediolanum Forum: GP EA7-Cantù
Esempio numero 1: la semifinale scudetto del 1981, anno in cui Cantù in effetti vinse poi il suo terzo e ultimo scudetto. I brianzoli vinsero gara 1 nel Palazzone di San Siro, poi però cedettero a sorpresa in gara 2 al Pianella, quando Valerio Bianchini, coach della Squibb, confessò di essere stato costretto a fuggire dalle ire dei tifosi nei campi di Cucciago insieme alla moglie in tacchi a spillo. Ma in gara 3 la Squibb vinse di nuovo, in una partita passata alla storia, finita dopo due memorabili tempi supplementari e infine decisa da Antonello Riva, all’epoca non ancora 19enne ma autore di 32 punti. Fu proprio Riva – che poi avrebbe giocato a Milano per cinque anni – a segnare il canestro del sorpasso decisivo dopo che Mike D’Antoni con due liberi e un jump lungo dietro il blocco di Gianelli (il famoso gioco a elle) aveva impattato per l’ultima volta e Silvano Biaggi dalla lunetta aveva fatto 1/2 portando il Billy avanti 83-82. Lo stesso Riva, con due liberi, aveva dato il più tre e all’epoca non c’era il tiro pesante per cui sull’ultimo possesso l’Olimpia era stata costretta a tirare per il meno uno (Gianelli, autore di 25 punti, in tap-in) salvo condannarsi ad una serie di falli tattici, gestiti da Cantù rinunciando a ripetizione ai tiri liberi, pratica all’epoca consentita.
Esempio numero 2: circa due anni dopo, le stesse squadre si affrontarono nella finale di Coppa dei Campioni di Grenoble. All’epoca solo una formazione per paese era ammessa ma Cantù aveva vinto il trofeo nel 1982 e il Billy aveva vinto lo scudetto. La formula prevedeva un girone finale a sei squadre. Le prime due approdavano alla finale. Il Billy vinse lo sprint conclusivo battendo nelle ultime due giornate prima il Real Madrid 83-79 e poi il Maccabi 69-68, ironicamente lo stesso risultato con il quale la Ford avrebbe vinto la Coppa. Ma la finale fu rocambolesca: a 45 secondi dalla fine, Marzorati segnaò dalla media il canestro del più sette, 69-62 e i tifosi canturini cominciarono a festeggiare. A 38 secondi dalla fine, Wally Bryant tornò in panchina celebrando la vittoria verso i suoi tifosi ma in rapida successione successe che Gianelli mise due tiri liberi, D’Antoni rubò palla a Marzorati e servì a Franco Boselli il lay-up del meno tre con 26 secondi da giocare, a 21 secondi il coach di Cantù, Giancarlo Primo chiamò time-out ma sulla rimessa venne commessa infrazione di cinque secondi. Tiro rapido di Boselli dalla media e canestro ancora per il 69-68 con 15 secondi alla fine. A 13 secondi Cantù perse palla sulla rimessa consegnando al Billy il tiro della vittoria. Sull’errore di Boselli, Vittorio Gallinari conquistò il rimbalzo d’attacco e provò a cavarne fuori il tiro della vittoria. Ci fu un contatto e forse un fallo, ma non sanzionato. Così Cantù se ne andò da Grenoble con la Coppa.
In tutto l’Olimpia ha un vantaggio di 86-63 negli scontri diretti con Cantù, 58-17 nelle partite giocate a Milano. Lo scorso anno fu 1-1, con l’Olimpia che vinse l’ultimo scontro, al Forum, lo scorso 15 aprile, muovendo un passo decisivo verso il secondo posto. I primi tre realizzatori di quella partita sono tutti giocatori ancora presenti in biancorosso, Alessandro Gentile (18 punti), Ioannis Bourousis (17) e Jacopo Giachetti, che ne fece 14 recuperato in rotazione dopo l’infortunio che mise fuori causa JR Bremer.