Tomas Ress: 'Qualsiasi cosa si voglia, bisogna sapersela guadagnare'
Il lungo della Mens Sana è uno dei grandi protagonisti di questa prima parte di stagione
Tomas Ress, dopo l'ennesima grande prova della stagione in maglia Mens Sana, ha parlato a Il Corriere dello Sport del suo momento magico e del suo passato. Ecco le parole del vice capitano della Montepaschi.
"Conosco bene l'etica del lavoro, me l'ha insegnata mio padre da bambino: "Qualsiasi cosa si voglia, bisogna sapersela guadagnare". A sei anni ho iniziato ad aiutare i mei genitori nel nostro albergo-ristorante a Pochi di Salorno: facevo il lavapiatti. Allora ero già alto per la mia età, ma non raggiungevo il lavandino; così papà mi metteva delle casse di acqua minerale sotto i piedi, e io lavavo. Il mio primo "stipendio" l'ho avuto a otto anni: 400 mila lire per due mesi....Per quanto riguarda la mia carriera, ho sempre giocato in grandi squadre (Virtus, Pesaro, Fortitudo, Reggio Emilia e da 6 stagioni a Siena, ndr), a fianco di grandi giocatori come Djordjevic, Ford, Lorbek. Per migliorare bisogna fare così: imparare dai migliori. Cerco di fare questo, mettere a frutto gli insegnamenti dei compagni. Lavrinovic mi ha insegnato le spaziature in attacco e come muovermi sul pick and roll, Stonerook tutto sulla posizione in difesa. Sapevo di avere certe capacità, però non avrei mai pensato di poter fare una... figura simile. Ho sempre ricoperto il ruolo di gregario, di quello che parte dalla panchina e in pochi minuti deve produrre qualcosa di utile. E' stata una grande scuola, perchè ora vado in campo con la stessa mentalità. All'inizio Luca aveva detto a me, Carraretto e Moss che avremmo dovuto far capire ai nuovi lo stile e la filosofia della Mens Sana. A 32 anni non mi sento un vecchio saggio e neppure invincibile, e non voglio certo fare l'insegnante: ho solo tanta fiducia in me stesso e cerco di rendermi utile. I tifosi? Magari loro si staranno chiedendo dove è finito il mio fratello gemello, quello che conoscevano sino a poco fa... Ma sono bravissimi: non mi hanno mai fatto pesare le volte in cui ho giocato male, e non mi esaltano oggi. Nazionale? Non sono più giovane, le stagioni a Siena sono sempre dure e le estati servono per recuperare le energie psico-fisiche. Inoltre ci sono giovani come Polonara o Magro che meritano la Nazionale. Però, nel caso dovessero chiamarmi, ci penserò".