Jasmin Repesa: 'Romagnoli è un fortitudino autentico'
Intervistato da Repubblica, Repesa analizza il momento che sta vivendo la Fortitudo
JASMIN Repesa, ultimo re di Basket City, incoronato al PalaDozza dalla Fossa dei Leoni: esisterà ancora la Fortitudo?
«Voglio essere positivo. L’atmosfera nelle ultime settimane è stata troppo elettrizzata. Col cuore a Bologna, dico che nella vita a volte bisogna fare un passo indietro, perché gli eventi lo richiedono. La Effe deve rimanere unita, in famiglia. Bisogna sforzarsi di trovare un accordo».
La “sua” Fossa dei Leoni non sembra su questa linea.
«So cosa provano e li capisco. La Fortitudo è sempre stata accomunata alla sofferenza, ma negli ultimi anni si è passato il segno. Un conto è star male per il tiro da quattro, un conto è quando ti imbrogliano. Martinelli, arrivato quando me ne andai io, ha venduto giocatori e se n’è andato con i soldi. Sacrati ha promesso mari e monti e s’è fatto gli affari suoi, portandola al disastro totale».
L’intransigenza degli ultras è dovuta solo alle delusioni?
«Dentro e fuori dal campo è andata malissimo. E loro, che sono tifosi come nessun altro al mondo, sono stati venduti e fregati a ripetizione. Non si fidano più di nessuno».
Infatti non credono in Romagnoli. Perché dovrebbero farlo?
«Posso definirmi un grande fortitudino? Direi di sì e, a prescindere da cosa ne pensino gli altri, ho vissuto nell’Aquila, il
L’asta fallimentare è stata quindi l’inizio, non la fine.
«Rimane tutto in famiglia. Meglio un altro Martinelli? Un altro Sacrati? Romagnoli è fortitudino autentico e metto la mano sul fuoco su Andrea Bianchini, il vice, mio grande amico. Questa è gente che lo fa per la passione, non per gli interessi o secondi fini. Mi permetto di chiedere a tutti di stare uniti. Lo so che è difficile fidarsi dopo tante peripezie, ma bisogna fare questo passo indietro e confrontarsi. La divisione, se non ripianata, può essere fatale».
Dopo Repesa, quattro finali e uno scudetto in quattro anni, Bologna è diventata piccina nel basket.
«Il calo c’è anche fuori, non guardate solo in città. La passione di tanti è rimasta, la crisi la sentono tutti, la pallacanestro tornerà grande da voi. Non so quando, ma stare a litigare non aiuterà a riprendersi più in fretta».
La Virtus invece riempie il palazzo.
«Eh, per forza. Doveva prendere un fortitudino come Finelli per trovare lo sprint giusto».