Reggie Hamilton: 'Io, sottovalutato perché segno tanto'
La PG di Pesaro si racconta
"La svolta arrivò grazie a... Facebook. Quando lasciai Missouri-Kansas University, il mio amico Johnathon Jones mi contattò sulla mia pagina, consigliandomi di raggiungerlo a Oakland, lì sono esploso. Rimpianti per la mancata chance NBA? Un infortunio alla caviglia durante la Summer League di Orlando, giocata con Indiana, mi ha fatto capire che avrei dovuto rimandare i propositi Nba. Ma sono contento, l'Europa è un'ottima destinazione. Purtroppo sono stato sottovalutato: vincere il tìtolo di capocannoniere Ncaa ha persino i suoi lati negativi: so passare il pallone, ma pochi se n'erano accorti. Il mio percorso? Lungo e tortuoso. Reclutato da Missouri-Kansas City, college piccolo e quasi sconosciuto, me ne andai dopo 2 anni accettando Oakland. Lì trovai spazio per emergere. Coach Kampe mi diede le chiavi della squadra, mi paragonava a Brett Favre, stella Nfi con Green Bay, perchè volevo il pallone decisivo. Bel complimento, ma tifo Chicago Bears, nemici dei Packers. Le persone più importanti? Mia madre Deborah, che per mantenere 9 figli ha svolto tre lavori contemporaneamente, poi chi mi ha parlato dell'Europa: David Moss, che gioca a Siena, è un amico, così come Keith Benson, ex Sassari. E lo stesso Johnathon Jones, che gioca a Francoforte. Principale difficoltá per un rookie? Per chi vive la prima esperienza fuori dagli States, si tratta di entrare in una nuova dimensione, ma a Pesaro ho trovato persone positive. Imparo una parola al giorno di italiano. In campo sconterò l'annata da debuttante: quando attacchi l'area, i fischi a tuo favore sono meno frequenti rispetto ai veterani. Obiettivi? Si parla di salvezza, ma conoscendo tradizione e seguito dico che il sogno sarebbe un posto nei playoff. Sogni? Il Signore mi ha portato qui, e non nella Nba, sono contento, sognavo semplicemente di diventare professionista per aiutare la famiglia. Sono lontano da casa, in un Paese diverso, ma conosco tanta gente che vorrebbe essere al mio posto. Devo lavorare sodo, ad esempio il giorno in cui firmai con la Vuelle chiesi di che marca e modello fosse il pallone di A. Sono andato a comprarne uno per prendere subito confidenza. Il mio futuro? Nello sport. Da giocatore di basket e poi avendo studiato comunicazione, magari diventerò telecronista".