Nano Press
Facebook Twitter Instagram Google+ YouTube RSS Feed Italiano English Türkiye
Serie A 28/06/2012, 12.44

Drake, il giorno che segnò il destino

Continua l'appuntamento con il blog di Paolo Citrini, assistant coach a Sassari

Serie A

Continua l'appuntamento con Paolo Citrini, assistant coach della Dinamo Sassari. Ecco l'ulitma puntata del suo blog: protagonista Drake Diener.

Sicuramente la storia di Drake Diener non è la storia di un ragazzo qualunque, è la storia di un ragazzo che ha visto passare davanti la morte per poi rinascere, che ha trovato in Italia la svolta della sua esistenza e della sua carriera. Drake, che non significa drago in inglese (dragon), era una delle stelle del college di De Paul Chicago, era sicuramente una delle combo guard piu’ interessanti prima che un’estate scoprì di essere malato. Il dramma di Drake fu di non riuscire a capire che tipo di malattia avesse, che cosa succedesse, l’unica cosa chiara è che non mangiava e che dimagriva in modo molto veloce. Chiunque di noi avrebbe pensato di avere un brutto male, di essere sul punto di morire. Un medico negli Stati Uniti riuscì a diagnosticarli il morbo di Chron, che è un malattia cronica sì ma ci si può curare, già quella notizia per Drake fu una vera liberazione. Fu costretto a star lontano dai campi per oltre sei mesi, poi successe un fatto…Castelletto Ticino ufficio del Palamico, io e Gianmaria Vacirca stavamo passando le nostre serate lì guardando giocatori e cercando di scegliere i nostri due americani per la stagione successiva da proporre a coach Meo. A Vacirca arrivò sotto occhio nella lista di Priority Sport il nome di Drake Diener che aveva seguito al college, ma non era malato? ma come sta? è un califfo dobbiamo provarci, lo rimettiamo in campo, non verrebbe mai in LegAdue normalmente, ma noi lo facciamo ritornare un giocatore. C’era però da superare lo scoglio piu’ duro quello delle visite mediche in Italia, bisognava capire se potesse avere l’abilitazione e l’ok per giocare in Italia, la carriera di Drake era appesa ad un filo. Mi ricordo come se fosse ieri quel giorno a Varese, entrammo nella stanza del dottore in centro che pioveva fortissimo, uscimmo con il sole, la vita di Drake era cambiata, il medico aveva dato la conferma che poteva giocare anche in Italia. Alcuni dissero che avevamo preso uno storpio, che saremmo retrocessi e che avremmo pagato a caro prezzo quel rischio. Non vi dico le cifre con cui finì Drake quell’anno che ci condusse ad una salvezza incredibile in condizioni pazzesche. Mi ricordo solo che il primo giorno che arrivò tirò 20 minuti con me al palazzetto, 7 metri, 8 metri, 9 metri, stessa meccanica, tiro perfetto, incredibile senso del canestro. Ecco la sua foto di quel giorno in riva al Lago Maggiore dove andammo a mangiare per festeggiare, un giorno che mi ricorderò sempre, il giorno del destino di Drake.

© Riproduzione riservata
E. Carchia

E. Carchia

Potrebbero interessarti
Comments Occorre essere registrati per poter commentare 1 Commento
  • BasketAV 28/06/2012, 17.53

    Bei ricordi anche da noi nell'anno di EL.