Gianluca Basile: 'Cantù, penso che continuerò a giocare'
Il giocatore della Bennet parla anche dei playoff a Tuttosport
Gianluca Basile ha parlato a Tuttosport alla vigilia della partita di playoff contro la Scavolini Siviglia Pesaro. Ecco le sue parole. La partenza è su Luis Enrique, uno dei pochi provenienti da Barcellona che ha fallito in Italia.
"Mi dispiace per Luis Enrique, ma purtroppo è impossibile riprodurre il gioco del Barca senza avere gli stessi interpreti, che sin da bambini vengono impostati per quel sistema. E con lui a Roma hanno avuto pazienza, forse un altro allenatore sarebbe stato cacciato dopo la sconfitta in casa contro il Cagliari al debutto. Playoff? Fanno effetto, si tratta di partite differenti. E poi con la regola delle due gare consecutive in casa, anche chi ha il fattore campo rischia parecchio. C'è pressione, ed è giusto, altrimenti giochi senza anima. Vince chi è capace di recuperare le forze il più in fretta possibile, e chi resta mentalmente in gara per 40', i valori della stagione regolare contano poco, i playoff sono un mondo a parte e con mille variabili: infortuni, stanchezza, fortuna, persino qualche fischiata arbitrale. Milano è in crescita, pure se non ha fatto cose particolari, però è la squadra più ricca di stazza. E se sei grosso hai più opzioni, in attacco puoi usare il post basso, in difesa puoi cambiare marcature, e se vinci a rimbalzo sei a metà dell'opera. Siena è ancora avanti, ma non credo che resterà imbattuta. Cantù? Siamo vicini ad entrambe, però sono preoccupato per gli infortuni di Micov e Shermadini. Primo, perchè sono grandi giocatori, che ti aprono spazi e costringono le difese ad adattarsi. Secondo, perchè si accorciano le rotazioni, diventiamo pochi e con un'età media elevata per giocare ogni 48 ore. Almeno tra gara2 e gara3, quando si viaggia, potevano concedere un giorno in più, i tempi stretti incidono sulla qualità dello spettacolo. E mi preoccupo se penso che dall'anno prossimo ogni serie sarà al meglio delle sette. Vogliamo seguire la Nba, ma quello è un altro pianeta. Vittoria su Siena? i ha fatto capire come bisogna affrontarli. Prima di quel match, avevamo perso due finali contro di loro, Su-percoppa e Coppa Italia, in cui non avevamo fatto praticamente nulla. E abbiamo capito che contro Siena non contano tattica e sistema, ma l'aggressività. E poi, visto quanto ho segnato a Desio dove torneremo dalle semifinali, ho il sospetto che lì i canestri siano più larghi…Euroleague? Ci ha insegnato l'approccio giusto per sfidare certe squadre, in casa abbiamo battuto quasi tutte le avversarie di livello superiore. Ci ha tolto tanto a livello fisico, forse senza il doppio impegno non avremmo perso contro Casale, Montegranaro, in casa contro Venezia, e forse saremmo arrivati primi. Serie A come l'ho ritrovata? Come me l'aspettavo, livello magari non altissimo, ma per tutti è difficile vincere in trasferta. Ultimi playoff in carriera? Vado a periodi, in alcuni dico che proprio non ce la faccio. Quando invece 'avverto' le gambe mi sento come Rambo. Ma ho sempre avuto alti e bassi, e al mio senso d'autocritica manca soltanto la frusta. Sommando tutto, penso che continuerò".