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Serie A 03/04/2012, 10.07

Lele Molin: 'Siamo padroni del nostro destino'

L'assistant coach della Bennet parla del finale di campionato: obiettivo secondo posto

Serie A

Lele Molin su La Provincia ha parlato del finale di campionato della Bennet Cantù dicendo che il secondo posto è l'obiettivo della società.

"Sarebbe fuorviante pensare che visto che siamo tornati secondi da soli lo saremo anche al termine della stagione regolare. Guai a commettere questo errore di lettura. Io ritengo che questo debba aiutarci a pensare positivamente in prospettiva perché ora è davvero tutto nelle nostre mani. Siamo padroni del nostro destino. Nonostante tutto. Alludo alle problematiche mai affrontate in precedenza come la durezza del doppio impegno Eurolega-campionato e agli infortuni che ci stanno perseguitando. E, se posso, aggiungerei una considerazione pur molto superficiale. Abbiamo lasciato dei punti per strada che invece avremmo dovuto e potuto prendere. Ma è un ragionamento fondato sulla superficialità perché anche altre squadre potrebbero dire altrettanto. Pensiamo ad esempio, solo per restare agli ultimi tempi, come Milano abbia perso a Cremona e Pesaro a Montegranaro. Quali le nostre avversarie dirette? Proprio alia luce dei tanti colpi di scena ai quali abbiamo assistito e a cui alludevo in precedenza, non è semplice rispondere. Ma non mi sottraggo e allora spendo i nomi di Milano e Pesaro. Non perché stiano giocando meglio di altri ma in funzione della mentalità dei loro allenatori e dei rispettivi organici. Perché la Scavolini sarà anche corta ma ha equilibrio. Nei rush finali la palla pesa più del solito e questi due team mi sembrano avere interpreti migliori. Testa già a Milano e Siena? Per carità, anche noi non possiamo pensare altro che a una partita alla volta. Non conta chi è l'avversaria, l'importante è soltanto vincere. A prescindere. Giocare con questa responsabilità non è mai facile, ma non possiamo permetterci di sottovalutare chicchessia. Come stiamo?  La qualità del nostro gioco, ora non eccelsa, è condizionata dai frequenti infortuni che ci costringono a deragliare dai canoni abituali in cerca di soluzioni tattiche alternative che però devono essere ancora metabolizzate".

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E. Carchia

E. Carchia

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