Dino Meneghin: 'Se il CONI cerca un uomo forte, non sono io'
Intervista de La Stampa al presidente della Federazione, Dino Meneghin
Da LA STAMPA, intervista di Francesco Carotti
Dino Meneghin, allora non si ricandida?
«No, l'impegno che comporta essere il presidente di una federazione seconda solo al calcio è enorme. Sono ormai tre anni e mezzo che mi do da fare con tutto me stesso, ma ora non ho più tempo, devo anche lavorare».
È solo una questione di tempo o c'è dell' altro?
«Null'altro. Quando ho accettato sapevo bene a cosa andavo incontro».
Petrucci vuole un cambio netto. In questi anni non ce l'ha fatta nemmeno lei che è un emblema del nostro basket, ma la pallacanestro è davvero così irrecuperabile?
«Il presidente del Coni si è arrabbiato perché non si trova un accordo sulla convenzione fra Fip e Lega, ma ci stiamo lavorando. È un argomento che non si risolve in quindici giorni. Ma col buon senso si troverà una soluzione».
Lei dice «buon senso», mentre il presidente del Coni vuole un «uomo forte».
«Non sono quello che entra con un'accetta in una cristalleria. A me piace mediare e ascoltare le esigenze di tutti. Il tempo ce l'abbiamo e io voglio una convenzione che duri quattro anni. Anche perché ogni volta che siamo stati costretti a prendere una decisione in fretta inevitabilmente abbiamo scontentato qualcuno. Come nel caso Venezia, quando l'Alta Corte ci ha rimandato la palla la sera prima del Consiglio Federale».
Avrà avuto anche ragione, però, il presidente Petrucci nel portare alla luce problemi evidenti a tutti.
«Dobbiamo trovare una soluzione condivisa, su questo ha ragione. Così come sul fatto che non ci siamo qualificati alle Olimpiadi. Ma bisogna capire che il livello tecnico complessivo è aumentato. Squadre come la Serbia o la Turchia devono partecipare alle qualificazioni al prossimo Europeo».
Dopo l'eliminazione però la Fip ha fatto ben poco. Non trova?
«Non è vero. Ne abbiamo parlato e discusso con il ct Pianigiani. L'assistant coach Capobianco e il preparatore Cuzzolin stanno girando l'Italia per far crescere i nostri atleti. Stiamo lavorando, ma a fari spenti».