L'efficienza tra rimbalzi in attacco e efficienza offensiva in Serie A
I rimbalzi offensivi influenzano il rendimento offensivo di una squadra? E tale influenza si può evincere dai numeri? La risposta è: probabilmente sì, ma altrettanto probabilmente esisteranno eccezioni
Da oggi, e per tutta la stagione sportiva, Luca "Cappe" Cappelletti, si unisce alla redazione di Sportando per scrivere due articoli a settimana di analisi statistica. Gli articoli spazieranno su tutto il basket mondiale, e cercheranno di analizzare, con numeri e grafici, come l'analisi statistica avanzata può e deve essere utile alla pallacanestro.
Nell'attesa che inizino i campionati e che si abbiano numeri a disposizione, partiamo da un articolo sulla Legabasket Serie A.
Partiamo da una domanda: i rimbalzi offensivi influenzano il rendimento offensivo di una squadra? E tale influenza si può evincere dai numeri?
La risposta è: probabilmente sì, ma altrettanto probabilmente esisteranno eccezioni tra le 16 squadre di serie A. Scopriamo dunque i motivi dietro a queste eccezioni.
Per cominciare, ho intersecato due dati tanto semplici quanto utili in questa analisi: l’Offensive Rebound Percentage e l’Offensive Rating. Per chi non avesse dimestichezza con i termini relativi alle statistiche avanzate, rimando al mio blog dove potete trovare glossario, spiegazioni di calcolo e molto altro.
Veloce inciso su come vengono creati generalmente i grafici:
- Su ascissa e ordinata trovate i due dati in analisi. Il grafico a dispersione è il migliore per visualizzare due dati contemporaneamente, anche per il fatto che se vi è una tendenza, sarà subito evidenziata;
- Le due linee blu tratteggiate sono le medie dei due dati in analisi: intersecandosi suddividono il grafico in quattro quadranti. I quadranti aiutano a capire meglio la disposizione dei dati. Solitamente il quadrante in alto a destra è quello con le statistiche migliori. Le squadre o i giocatori al suo interno sono anch’esse le migliori per quella specifica analisi;
- La linea blu a puntini è invece la tendenza del grafico. Avremo modo di approfondire questo aspetto, ma per ora è sufficiente sapere che questa linea mostra il tipo di diffusione dei punti del grafico. La sua inclinazione ci permetterà quindi di capire se esiste o meno una tendenza e se quest’ultima è positiva o negativa;
Nel caso specifico, notiamo come la linea di tendenza sia inclinata verso l’alto: ciò significa che tra i due dati vi è una correlazione, come poi era lecito aspettarsi. Maggiore sono i rimbalzi offensivi catturati, tendenzialmente migliore sarà il rendimento offensivo della squadra. Squadre come l’Olimpia Milano o la Dinamo Sassari dimostrano che se si vincono più duelli sotto il canestro avversario si ottengono più opportunità di segnare. Capo d’Orlando e Brindisi dimostrano invece l’inverso e difatti si trovano nel quadrante opposto a quello di Milano e Sassari. Muovendoci verso il centro del grafico troviamo poi le altre squadre: man mano che ci si sposta verso destra, ritroviamo le squadre sempre più in alto, a conferma della tendenza.
Come si diceva in apertura però, esistono delle eccezioni: vediamo che Venezia, seppur abbia uno dei più alti Offensive Rating della Serie A, ha uno dei più bassi OR%. Pistoia è un caso quasi opposto: altissima percentuale di rimbalzi offensivi catturati, ma rendimento offensivo medio-basso. È possibile trovare una spiegazione a ciò?
Beh, sì: partiamo dal presupposto che spesso si trovano correlazioni tra due dati (come in questa analisi), ma pensare che per ogni squadra quel singolo aspetto sia egualmente importante nell’economia del suo gioco è errato. Ci possono essere squadre che puntano più su un particolare aspetto rispetto ad un altro e di conseguenza la correlazione può essere più o meno forte.
Inoltre si deve sempre ricordare che ci sono anche tutti gli altri aspetti di gioco che influenzano i due dati.
Ricordando che il rimbalzo offensivo è altamente influenzato dalle prestazioni al tiro, osserviamo il seguente grafico:
In questo secondo grafico ho preso in considerazioni i rimbalzi offensivi catturati a partita e la percentuale reale dal campo. Chi ritroviamo anche in questo caso agli antipodi del grafico? Venezia e Pistoia, guarda caso.
Quando una squadra tira bene, a parità di tentativi con una che tira male, produce meno occasioni di rimbalzo sotto il canestro avversario. Esempio banalissimo: due squadre prendono 10 tiri a testa. La prima ne segna 7, la seconda 4. Per la prima si sono create solamente 3 occasioni di rimbalzo offensivo, mentre per l’altra il doppio, ben 6. Sta poi all’abilità a rimbalzo dei propri giocatori catturarne il più possibile.
Durante la stagione la squadra toscana ha tirato malino, ma grazie alla presenza di giocatori come Ivanov, Bond e Gaspardo una buona parte di quegli errori si è tramutata in una seconda chance di tiro. La Reyer invece avendo meno occasioni ha catturano meno rimbalzi.
Si può ridurre tutto alla sola percentuale reale o c’è dell’altro?
Un altro aspetto che influenza i rimbalzi catturati è la posizione dei giocatori in campo. Una squadra che tira molto da 3 punti, solitamente avrà più giocatori sul perimetro che vicino al ferro. I veneti sono stati i maggiori utilizzatori del tiro da 3 punti nella passata stagione, come si evince dal grafico riportato sopra, con quasi 34 tentativi ogni 100 possessi. Questa caratteristica portava quindi la maggior parte del quintetto fuori dall’arco, e di conseguenza i giocatori erano impossibilitati a catturare un rimbalzo offensivo (a meno di rimbalzo lungo).
In conclusione possiamo affermare che, seppur esista una certa influenza tra rimbalzo in attacco e rendimento offensivo, tale influenza è comunque condizionata da altri fattori di gioco. Nel caso di Venezia, le più che buone prestazioni al tiro e il posizionamento dei giocatori in campo ha portato a lottare meno sui rimbalzi offensivi; per Pistoia i tanti errori hanno generato più occasioni di rimbalzo, portando ad un alto valore di OR% anche grazie ai buoni rimbalzisti a roster. Allo stesso tempo però, quegli errori hanno diminuito l’efficienza offensiva di squadra.
Articolo di Luca Cappelletti