Pashutin dopo Massagno: Siamo sulla strada giusta
Le parole del coach di Cantù
Un ritiro che ha visto tante note positive, come il grandissimo impegno di Jonathan Tavernari, ogni giorno in palestra almeno un’ora prima dei compagni. O come l’incredibile approccio dell’ultimo acquisto Tony Mitchell, arrivato praticamente verso la fine del ritiro ma subito uomo-squadra, travolgente sia in campo contro le avversarie svizzere che fuori, dove è stato subito accolto molto bene dallo spogliatoio per la sua simpatia contagiosa. Un gruppo unito che prima, durante e post allenamenti si è sempre aiutato, con dei consigli tecnici o con delle parole di conforto. Spesso capitan Ike Udanoh - ma non solo - ha caricato a mille il morale della squadra, tenendo tutti sull’attenti. Lo stesso ha fatto Gerry Blakes, giocatore dall’immenso carisma che ha più volte spronato anche i giovani aggregati a tenere duro.
«Penso che la squadra sia sulla strada giusta – ha affermato proprio coach Pashutin al ritorno da Chiavenna -, ad ogni modo dobbiamo ancora lavorare tanto».
Parole che valgono più di una vittoria. Parole alle quali il capo allenatore di Cantù ne aggiunge delle altre, soffermandosi sull’ultimo test contro Massagno: «È stata una partita difficile, con tanti contatti fisici al limite. Ci sono stati contatti molto duri, specialmente nel primo quarto. Ma ci è stato utile anche questo, per imparare a capire che dobbiamo giocare in maniera più dura, dobbiamo capire che questo è importante. Così come dobbiamo iniziare a controllare i rimbalzi in difesa, essere più veloci nel prendere e passarci la palla. Dobbiamo migliorarci anche in alcuni momenti dove, in difesa, arriviamo in ritardo sull’avversario. Offensivamente invece – prosegue il tecnico russo – molto bene, abbiamo eseguito perfettamente alcune cose che nella prima partita con Lugano non ci erano riuscite».
«Abbiamo bisogno di tutto questo per essere un bel team, in grado di vincere tante partite. I ragazzi hanno iniziato a parlarsi tanto in campo e questo è fondamentale, non giocano da soli, in maniera egoista, ma tra di loro. Adesso guardiamo avanti – conclude coach Pashutin – e continuiamo a conoscerci ed a studiare di più».