Ike Udanoh nominato capitano della Pallacanestro Cantù
Nella tarda mattinata di oggi, la Pallacanestro Cantù è arrivata in quel di Chiavenna
Nella tarda mattinata di oggi, la Pallacanestro Cantù è arrivata in quel di Chiavenna, in provincia di Sondrio, per il consueto ritiro prestagionale. I biancoblù alloggeranno all’Hotel Aurora fino al primo settembre, giorno della seconda ed ultima amichevole in Valchiavenna, il SAM Massagno – formazione del massimo campionato svizzero - l’avversaria che chiuderà il ritiro. Il primo test, invece, sarà il prossimo 30 agosto contro la Nuova Pallacanestro Olginate (club di Serie B). Entrambe le sfide si giocheranno al “PalaMaloggia” di Chiavenna, struttura che ospiterà la formazione di coach Evgeny Pashutin per tutti gli allenamenti durante il ritiro in montagna. Sedute di allenamento al “PalaMaloggia” che saranno aperte al pubblico, la prima in programma per le ore 18:00 di oggi.
Intanto, con l’inizio del ritiro, Pallacanestro Cantù è lieta di annunciare il capitano della prima squadra. A ricoprire tale incarico sarà il lungo Ike Udanoh, centro classe 1989 nativo di Detroit. Il 29enne nigeriano naturalizzato statunitense succede così a Jeremy Chappell. «Ike è un leader – ha commentato coach Pashutin -, un giocatore carismatico e che può trascinare la squadra. La scelta è stata condivisa con tutto lo spogliatoio, i suoi compagni lo hanno riconosciuto subito come leader e questa è davvero una cosa molto bella, da non sottovalutare. Se si vuole ragionare come una squadra, è importante che tale decisione venga condivisa e apprezzata da tutti. Questo – ha concluso il capo allenatore russo - è il primo passo per avere un gruppo unito».
Intanto, con l’inizio del ritiro, Pallacanestro Cantù è lieta di annunciare il capitano della prima squadra. A ricoprire tale incarico sarà il lungo Ike Udanoh, centro classe 1989 nativo di Detroit. Il 29enne nigeriano naturalizzato statunitense succede così a Jeremy Chappell. «Ike è un leader – ha commentato coach Pashutin -, un giocatore carismatico e che può trascinare la squadra. La scelta è stata condivisa con tutto lo spogliatoio, i suoi compagni lo hanno riconosciuto subito come leader e questa è davvero una cosa molto bella, da non sottovalutare. Se si vuole ragionare come una squadra, è importante che tale decisione venga condivisa e apprezzata da tutti. Questo – ha concluso il capo allenatore russo - è il primo passo per avere un gruppo unito».
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