Reyer Venezia: intervista doppia Alberto Billio - Gianluca Tucci
Cresce sempre di più l’attesa per l’imminente stagione sportiva 2018/2019 che prenderà il via lunedì 20 agosto al Palasport Taliercio (con il Media Day)
Cresce sempre di più l’attesa per l’imminente stagione sportiva 2018/2019 che prenderà il via lunedì 20 agosto al Palasport Taliercio (con il Media Day).
L’Umana Reyer inizierà il lavoro di preparazione al campionato nel segno della continuità, oltre a coach Walter De Raffaele, infatti, lo staff della prima squadra maschile orogranata, sarà ancora composto dagli assistenti Alberto Billio, Gianluca Tucci e dal preparatore atletico Renzo Colombini (oltre al nuovo arrivato Giacomo Baioni). Per Billio, in tal senso, si può parlare di un vero e proprio “veterano orogranata”, visto che la prossima sarà la tredicesima stagione da assistant coach (e la diciassettesima nei ranghi del club); ma anche Tucci, ormai, è arrivato al terzo anno in orogranata, periodo in cui l’Umana Reyer ha conquistato gli storici traguardi di scudetto e FIBA Europe Cup.
A un paio di giorni dal raduno ufficiale in vista della nuova stagione, li abbiamo sentiti in questa intervista doppia.
Quali sono le vostre sensazioni e i vostri propositi alla vigilia del via dell’annata 2018/19?
Billio: Anche se, come detto, non è sicuramente la prima volta, è sempre una grande emozione, riprendere a lavorare in vista di una nuova stagione ed è quindi come se lo fosse. E’ già da diversi giorni che la testa ha iniziato a lavorare pensando al raduno del 20 agosto, perché sono curioso di prendere contatto con la nuova squadra. Ogni anno si presentano situazioni diverse, ma la cosa bella è che, alla fin fine, lo staff è sempre lo stesso, con gli equilibri che derivano da questo che ci daranno un vantaggio, nella ripartenza: tra di noi ci conosciamo, sappiamo bene come lavora Walter De Raffaele e sappiamo cosa dobbiamo fare per diventare un gruppo, insieme ai giocatori, in cui il noi è superiore alla somma dei singoli “io”. Il primo obiettivo è quello di dare alla stagione il miglior abbrivio.
Tucci: Io ho sempre grandi motivazioni e prima di tutto sono molto contento di aver rinnovato l’accordo con l’Umana Reyer, un sodalizio forte e sano. Forte perché ha tante qualità in tante persone, facendosi valere per l’esempio che dà al mondo dello sport, e questo fa sentire gratificati di poter lavorare in un ambiente simile. Sano perché, all’interno, c’è grande condivisione delle responsabilità e spazio per tutti per essere protagonisti: in questo, la squadra in campo è specchio fedele della società e dello staff, dove l’intesa è ottima e permette di lavorare al meglio. E poi c’è una sana ambizione, in un giusto equilibrio tra responsabilità e pressione. Questo è lo spirito condiviso, in cui io mi trovo al meglio, essendo uno che cerca sempre di migliorarsi.
Com’è andata, fin qui, la vostra estate?
B: L’esperienza che ho potuto fare con la Nazionale è stata davvero eccezionale e l’ho vissuta in pieno, a 360 gradi, coinvolto in tutto e per tutto. Nell’ambiente azzurro ho potuto esprimere tutto quello che ho dentro, avendolo imparato in questi anni, e mi è stato dato ampio spazio, perché, tra noi quattro allenatori e il preparatore, si è creata quella sinergia fondamentale per far sì che il lavoro non venga meno. Sono stati 42 giorni intensi, dai quali sono sicuramente uscito un po’ stanco, ma ancor più soddisfatto. Anche perché, negli ultimi giorni, ho avuto l’opportunità di staccare un po’, in montagna, potendomi così presentare lunedì prossimo al raduno con la giusta carica ed energia.
T: Diciamo che il dispiacere per non aver centrato la finale, pur sempre nel computo di una stagione ricca di soddisfazioni, ha inizialmente lasciato un po’ il segno, ma poi ho cercato di staccare la spina, di godermi un po’ di riposo dopo un’annata in cui, giocando ogni tre giorni, di opportunità di ricaricare le batterie ne abbiamo avute ben poche. Riposo, per me, non vuol dire però staccare completamente la testa dal basket e così, con grande voglia, ho approfittato di questo tempo per aggiornarmi, sia sul parco giocatori, sia sui sistemi di gioco delle altre squadre, sia studiando campionati diversi. Ho trovato comunque anche il tempo per un viaggio all’estero, visto che amo scoprire culture e tradizioni nuove; ma adesso è davvero arrivata l’ora di ripartire, perché sono impaziente di riprendere subito da dove abbiamo finito, dando il mio contributo a imbastire nel migliore dei modi la preparazione mentale, logica e tecnica della squadra.
Allenerete un gruppo confermato per otto quattordicesimi: un vantaggio?
B: Sì, anche se, nonostante le molte conferme, gli equilibri sono diversi per cui vanno sviluppate dinamiche nuove. Anche avere dall’inizio Daye, che l’anno scorso è arrivato a stagione in corso, fa sì che gli equilibri non siano gli stessi. E pure lo stesso Stone, che è al terzo anno con la nostra squadra, si troverà a giocare in un momento completamente diverso rispetto alla sua prima e alla sua seconda volta in orogranata. Insomma: tante facce vecchie, ma tantissimo anche di nuovo. E questo è certamente uno stimolo in più.
T: Certamente avremo dei vantaggi. Nel mercato fatto quest’estate dalla società si vede un’impronta ben precisa, con conferme che otto mesi fa erano tutt’altro che scontate. Sono stati fatti degli sforzi per consolidare il più possibile un gruppo che insieme è cresciuto tanto e ha mostrato ottime potenzialità: tanti giocatori hanno iniziato un processo di crescita e possono solo migliorare. Anche loro stessi lo hanno capito, condividendo con la società l’idea di proseguire il rapporto. Per quanto riguarda gli innesti, invece, sono arrivati giocatori che hanno grande motivazione e voglia di crescere e migliorare, qualità fondamentali per una squadra ambiziosa. Gli stessi Giuri e Mazzola, che pure hanno 30 anni, hanno ancora grandissima fame e credo che questo sia un altro piccolo segnale che spiega la nostra competitività. Anche in ogni allenamento, all’interno del gruppo, c’è la giusta competizione per arrivare ai migliori risultati.
La novità, nello staff tecnico, si chiama Giacomo Baioni: lo conoscete?
B: Ci siamo incrociati diverse volte sui parquet ma ancora non posso dire di conoscerlo bene. Mi è stato presentato come un’ottima persona e un tecnico molto preparato, per cui avrò sicuramente modo di conoscerlo meglio fin dai primi giorni di lavoro.
T: Sì: ci siamo affrontati più volte, fin dai tempi in cui io ero ad Avellino e lui a Siena. So che, da parte sua, arriva con la massima disponibilità ad integrarsi in un sistema già collaudato, con la voglia e la possibilità di dare un apporto importante. Troveremo il modo di aiutarlo a integrarsi quanto prima, appena iniziamo. A proposito di staff, mi piace sottolineare che Alberto Buffo, pur avendo ora nuovi compiti, resterà comunque in collegamento con la prima squadra: è importante che il cordone ombelicale con lui non si sia distaccato e sicuramente il suo lavoro di tramite tra i giovani e la prima squadra sarà fondamentale.
Dell’altro protagonista dell’intervista doppia, infine, cosa potete dire?
B: Con Gianluca lavoriamo benissimo insieme. Anno dopo anno, il feeling personale con lui è sempre migliorato. Qualche giorno fa ci siamo sentiti e, confrontandoci su qualche idea nuova da apportare quest’anno, ci siamo trovati subito allineati. Siamo dunque in piena sinergia, grazie al lavoro gomito a gomito che svolgiamo quotidianamente.
T: E’ vero: fin da subito, l’intesa con Alberto è stata ottima. La sua presenza da tanti anni all’interno di questo ambiente è stata utilissima, per me come per altri, per agevolare l’inserimento nel sistema. Conoscevo da un decennio Walter De Raffaele e questo è stato il miglior punto di partenza; ma, da subito, c’è stata grande collaborazione anche con tutti gli altri componenti dello staff. So di avere una personalità peculiare, avendo un approccio molto diretto nel cercare di dare del mio fin dall’inizio, per cui lavorare a stretto contatto, nello stesso ufficio tante ore al giorno, con persone come Billio è stato un elemento importantissimo per entrare a far parte nel migliore dei modi della famiglia dell’Umana Reyer.
L’Umana Reyer inizierà il lavoro di preparazione al campionato nel segno della continuità, oltre a coach Walter De Raffaele, infatti, lo staff della prima squadra maschile orogranata, sarà ancora composto dagli assistenti Alberto Billio, Gianluca Tucci e dal preparatore atletico Renzo Colombini (oltre al nuovo arrivato Giacomo Baioni). Per Billio, in tal senso, si può parlare di un vero e proprio “veterano orogranata”, visto che la prossima sarà la tredicesima stagione da assistant coach (e la diciassettesima nei ranghi del club); ma anche Tucci, ormai, è arrivato al terzo anno in orogranata, periodo in cui l’Umana Reyer ha conquistato gli storici traguardi di scudetto e FIBA Europe Cup.
A un paio di giorni dal raduno ufficiale in vista della nuova stagione, li abbiamo sentiti in questa intervista doppia.
Quali sono le vostre sensazioni e i vostri propositi alla vigilia del via dell’annata 2018/19?
Billio: Anche se, come detto, non è sicuramente la prima volta, è sempre una grande emozione, riprendere a lavorare in vista di una nuova stagione ed è quindi come se lo fosse. E’ già da diversi giorni che la testa ha iniziato a lavorare pensando al raduno del 20 agosto, perché sono curioso di prendere contatto con la nuova squadra. Ogni anno si presentano situazioni diverse, ma la cosa bella è che, alla fin fine, lo staff è sempre lo stesso, con gli equilibri che derivano da questo che ci daranno un vantaggio, nella ripartenza: tra di noi ci conosciamo, sappiamo bene come lavora Walter De Raffaele e sappiamo cosa dobbiamo fare per diventare un gruppo, insieme ai giocatori, in cui il noi è superiore alla somma dei singoli “io”. Il primo obiettivo è quello di dare alla stagione il miglior abbrivio.
Tucci: Io ho sempre grandi motivazioni e prima di tutto sono molto contento di aver rinnovato l’accordo con l’Umana Reyer, un sodalizio forte e sano. Forte perché ha tante qualità in tante persone, facendosi valere per l’esempio che dà al mondo dello sport, e questo fa sentire gratificati di poter lavorare in un ambiente simile. Sano perché, all’interno, c’è grande condivisione delle responsabilità e spazio per tutti per essere protagonisti: in questo, la squadra in campo è specchio fedele della società e dello staff, dove l’intesa è ottima e permette di lavorare al meglio. E poi c’è una sana ambizione, in un giusto equilibrio tra responsabilità e pressione. Questo è lo spirito condiviso, in cui io mi trovo al meglio, essendo uno che cerca sempre di migliorarsi.
Com’è andata, fin qui, la vostra estate?
B: L’esperienza che ho potuto fare con la Nazionale è stata davvero eccezionale e l’ho vissuta in pieno, a 360 gradi, coinvolto in tutto e per tutto. Nell’ambiente azzurro ho potuto esprimere tutto quello che ho dentro, avendolo imparato in questi anni, e mi è stato dato ampio spazio, perché, tra noi quattro allenatori e il preparatore, si è creata quella sinergia fondamentale per far sì che il lavoro non venga meno. Sono stati 42 giorni intensi, dai quali sono sicuramente uscito un po’ stanco, ma ancor più soddisfatto. Anche perché, negli ultimi giorni, ho avuto l’opportunità di staccare un po’, in montagna, potendomi così presentare lunedì prossimo al raduno con la giusta carica ed energia.
T: Diciamo che il dispiacere per non aver centrato la finale, pur sempre nel computo di una stagione ricca di soddisfazioni, ha inizialmente lasciato un po’ il segno, ma poi ho cercato di staccare la spina, di godermi un po’ di riposo dopo un’annata in cui, giocando ogni tre giorni, di opportunità di ricaricare le batterie ne abbiamo avute ben poche. Riposo, per me, non vuol dire però staccare completamente la testa dal basket e così, con grande voglia, ho approfittato di questo tempo per aggiornarmi, sia sul parco giocatori, sia sui sistemi di gioco delle altre squadre, sia studiando campionati diversi. Ho trovato comunque anche il tempo per un viaggio all’estero, visto che amo scoprire culture e tradizioni nuove; ma adesso è davvero arrivata l’ora di ripartire, perché sono impaziente di riprendere subito da dove abbiamo finito, dando il mio contributo a imbastire nel migliore dei modi la preparazione mentale, logica e tecnica della squadra.
Allenerete un gruppo confermato per otto quattordicesimi: un vantaggio?
B: Sì, anche se, nonostante le molte conferme, gli equilibri sono diversi per cui vanno sviluppate dinamiche nuove. Anche avere dall’inizio Daye, che l’anno scorso è arrivato a stagione in corso, fa sì che gli equilibri non siano gli stessi. E pure lo stesso Stone, che è al terzo anno con la nostra squadra, si troverà a giocare in un momento completamente diverso rispetto alla sua prima e alla sua seconda volta in orogranata. Insomma: tante facce vecchie, ma tantissimo anche di nuovo. E questo è certamente uno stimolo in più.
T: Certamente avremo dei vantaggi. Nel mercato fatto quest’estate dalla società si vede un’impronta ben precisa, con conferme che otto mesi fa erano tutt’altro che scontate. Sono stati fatti degli sforzi per consolidare il più possibile un gruppo che insieme è cresciuto tanto e ha mostrato ottime potenzialità: tanti giocatori hanno iniziato un processo di crescita e possono solo migliorare. Anche loro stessi lo hanno capito, condividendo con la società l’idea di proseguire il rapporto. Per quanto riguarda gli innesti, invece, sono arrivati giocatori che hanno grande motivazione e voglia di crescere e migliorare, qualità fondamentali per una squadra ambiziosa. Gli stessi Giuri e Mazzola, che pure hanno 30 anni, hanno ancora grandissima fame e credo che questo sia un altro piccolo segnale che spiega la nostra competitività. Anche in ogni allenamento, all’interno del gruppo, c’è la giusta competizione per arrivare ai migliori risultati.
La novità, nello staff tecnico, si chiama Giacomo Baioni: lo conoscete?
B: Ci siamo incrociati diverse volte sui parquet ma ancora non posso dire di conoscerlo bene. Mi è stato presentato come un’ottima persona e un tecnico molto preparato, per cui avrò sicuramente modo di conoscerlo meglio fin dai primi giorni di lavoro.
T: Sì: ci siamo affrontati più volte, fin dai tempi in cui io ero ad Avellino e lui a Siena. So che, da parte sua, arriva con la massima disponibilità ad integrarsi in un sistema già collaudato, con la voglia e la possibilità di dare un apporto importante. Troveremo il modo di aiutarlo a integrarsi quanto prima, appena iniziamo. A proposito di staff, mi piace sottolineare che Alberto Buffo, pur avendo ora nuovi compiti, resterà comunque in collegamento con la prima squadra: è importante che il cordone ombelicale con lui non si sia distaccato e sicuramente il suo lavoro di tramite tra i giovani e la prima squadra sarà fondamentale.
Dell’altro protagonista dell’intervista doppia, infine, cosa potete dire?
B: Con Gianluca lavoriamo benissimo insieme. Anno dopo anno, il feeling personale con lui è sempre migliorato. Qualche giorno fa ci siamo sentiti e, confrontandoci su qualche idea nuova da apportare quest’anno, ci siamo trovati subito allineati. Siamo dunque in piena sinergia, grazie al lavoro gomito a gomito che svolgiamo quotidianamente.
T: E’ vero: fin da subito, l’intesa con Alberto è stata ottima. La sua presenza da tanti anni all’interno di questo ambiente è stata utilissima, per me come per altri, per agevolare l’inserimento nel sistema. Conoscevo da un decennio Walter De Raffaele e questo è stato il miglior punto di partenza; ma, da subito, c’è stata grande collaborazione anche con tutti gli altri componenti dello staff. So di avere una personalità peculiare, avendo un approccio molto diretto nel cercare di dare del mio fin dall’inizio, per cui lavorare a stretto contatto, nello stesso ufficio tante ore al giorno, con persone come Billio è stato un elemento importantissimo per entrare a far parte nel migliore dei modi della famiglia dell’Umana Reyer.
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