Rra il 2004, quando, a una cena fra dirigenti della squadra di calcio del Candeglia e del Pistoia Basket, organizzata fra gli altri dal compianto Tiziano Spampani, Antonio Caso mi propose di riavvicinarmi alla pallacanestro. Ricordo bene quel momento: ad Antonio fu chiesto di entrare nella società e lui pose come condizione quella di avermi al suo fianco… Ancora oggi non posso smettere di ringraziarlo per quella sua idea: la vita a volte ci pone davanti a persone splendide e sicuramente per me è stato così quando ho incontrato Antonio. Nel 2005, poi, Piero Becciani, uno degli uomini di cui ho il ricordo più vivo e più caro, mi propose di diventare qualcosa di più di un semplice consigliere del Pistoia Basket: la mia passione e la sua ferma volontà di “farmi fare il presidente” fecero sì che allora cominciasse la storia che si conclude oggi… Da tutti, in questi anni, ho imparato qualcosa, ma da Piero ho imparato quello che per me è sempre stato un piccolo grande comandamento: “ricordati di non perdere mai nessuno”, amava ripetermi, “perché puoi sempre trovare qualcuno di nuovo, ma nessuno rimpiazzerà mai colui che hai perso”. Quanta verità in queste parole, Piero! Ho cercato, come presidente, di tenerlo sempre a mente e infatti, con un pizzico di orgoglio, mi piace ricordare che gli sponsor e i soci storici di allora, dalla Famiglia Carrara a Massimo Capecchi, da Ugo Baldi e Conad a Fabrizio Giusti, da Antonio Caso al sottoscritto, sono ancora la componente credo più importante di questo sport a Pistoia… Non voglio dilungarmi in anni e anni di ricordi: prima o poi, forse, mi deciderò a scrivere un libro, o meglio, a farmi aiutare nel farlo, ma non posso, in un momento come questo, non fermarmi a ricordare le tante gioie vissute in quella cavalcata incredibile dalla serie B alla serie A, a fianco di personaggi come Matteo Bertolazzi, Fiorello Toppo, Gregor Fucka, Giacomo Galanda e mi fermo qui perché l’elenco altrimenti rischierebbe di annoiare… La serie A: qualcosa che solo a pronunciarla, in quel lontano 2005, avrebbe fatto sorridere forse anche me! E invece gli dei della pallacanestro, con noi, si sono proprio voluti divertire… Cosa sono stati gli ultimi cinque anni per il basket pistoiese? Faticherei a trovare un solo aggettivo. Vorrei definirli favolosi, ma forse incredibili potrebbe rendere ancor meglio l’idea… Due tecnici premiati con il titolo di allenatore dell’anno, tre stagioni in cui ci siamo guadagnati l’accesso ai playoff, le Final Eight di Coppa Italia, campioni del calibro di Wanamaker, Johnson, Kirk, McGee con la canotta biancorossa addosso, il palazzo pieno, le code interminabili ai botteghini, le vittorie con Siena, Milano, Venezia… Siamo stati a cena in un ristorante stellato, sicuramente senza che nessuno ci avesse invitato e probabilmente con pochi soldi in tasca: il difficile adesso è sperare che nessuno ci faccia più o meno gentilmente alzare, ma intanto, in questo bistrot di lusso, ceneremo una sera ancora… Chi ringraziare per tutto questo? Inizio da Giulio Iozzelli che, dirigendo l’area tecnica con un’intelligenza, un’attenzione e un intuito davvero non comuni, ha senz’altro fatto le fortune di questo club negli ultimi anni… Proseguo poi, ovviamente, con tutti i tecnici e i giocatori, dalla prima squadra al settore giovanile, che in tanti anni mi e ci hanno fatto sognare… Grazie agli sponsor e i soci: da quelli storici, già citati in precedenza, al Consorzio Pistoia Basket, da Carmatic, alla Giorgio Tesi Group e a The Flexx. In generale è un ringraziamento che estendo a tutti coloro che mi hanno sopportato e ci hanno supportati in questi anni… Ringrazio chi ha lavorato in questa società, che non ha mai saputo essere inappuntabile e che spesso non è stata all’altezza delle persone che con la loro opera quotidiana, certosina e oscura, hanno permesso a una macchina via via sempre più complessa, di continuare a muoversi senza incepparsi. Un “grazie” particolare va poi a Ivo Lucchesi: non un semplice dirigente, ma un amico, forse un fratello, che a volte mi ha spinto, a volte mi ha frenato, ma mai mi ha fatto mancare la sua vicinanza e il suo sostegno, anche nei momenti più difficili della mia vita non solo sportiva, ma personale. Non avere più Roberto Maltinti come presidente non è una grande perdita per il basket pistoiese, ma perdere Ivo temo sarebbe ben diverso… L’ultimo ringraziamento lo lascio per i tifosi… In questi anni ho cercato di ricoprire il mio ruolo più con passione che con competenza. Mi scuso per tutte le occasioni in cui non sono stato all’altezza, in cui ho esagerato o in cui non ho saputo controllare a dovere un mio stato d’animo. A volte sono andato sopra le righe anche per attirare su di me quell’attenzione e quella pressione che, in momenti particolari, non volevo ricadessero sul club o sulla squadra: anche questo fa parte del mio modo di essere e penso che inizi a essere tardi per pensare di cambiare… L’affetto della gente, il palazzo carico di tifo, colmo di quella partecipazione che ho sempre sognato, tutto questo nessuno me lo toglierà mai. E’ il momento di cambiare tante cose: sono il primo a esserne consapevole e per questo mi faccio da parte con l’assoluta certezza che sia la cosa migliore e più giusta da fare. Quando siamo arrivati in serie A mi illudevo che saremo riusciti a essere un veicolo trainante, uno spot per Pistoia, un orgoglio per l’amministrazione comunale e più in generale per tutta la città. Non è, evidentemente, andata così… Ci sono ancora troppe contrapposizioni, troppi muri, troppi interessi che si vogliono tutelare: volevo unire e lo volevo davvero. Ci sono riuscito solo in parte. E’ il rammarico più grande, forse l’unico che ho, alla fine di questi tredici anni… Spero, col cuore, che chi verrà dopo di me riesca laddove io, nonostante la buona volontà, ho fallito. Lo spero per mia figlia e per i miei nipoti. Perché a Pistoia vorrei che si continuasse a vivere, almeno un po’, anche per la pallacanestro…
Roberto Maltinti© Riproduzione riservata