Cantù: celebrato oggi in Comune il cinquantenario del primo scudetto
Oggi la Pallacanestro Cantù ha celebrato il cinquantenario del primo scudetto conquistato nella sua storia
Ad aprire la conferenza stampa il vicesindaco di Cantù, Matteo Ferrari, il quale ha preso la parola per primo dopo un breve filmato molto emozionante sull’ultima azione di gioco della gara tra Oransoda Cantù e Simmenthal Milano, con giocatori e tifosi canturini in tripudio a fine partita al centro del campo. «Nel territorio internazionale – afferma il vicesindaco - la città di Cantù si contraddistingue per due cose: il mobile ed il basket. Ritrovarci oggi, dopo cinquant’anni, a celebrare questa importantissima vittoria, è un onore e un emozione per me, soprattutto al cospetto di chi ha contribuito a portare lo stemma della nostra città in giro per il mondo. Porto tutti i saluti ed i ringraziamenti dell’amministrazione».
Lunghissimo, poi, l’intervento di Gianni Corsolini, sempre molto lucido e coinvolgente nel raccontare gli aneddoti di quelle stagioni, senza dimenticare alcun dettaglio nonostante il cinquantennio trascorso. Lo storico ex dirigente della Pallacanestro Cantù si è soffermato particolarmente sul grande lavoro di reclutamento di giovani promesse che a quel tempo vide la società brianzola assoluta protagonista con idee rivoluzionarie in Europa, prendendo spunto dal modello dei college americani.
Del roster della prima squadra, protagonisti sempre di quella storica stagione 1967-’68, in sala erano presenti Carlo Recalcati, Michele Marino, Alberto Merlati e l’italo argentino Alberto De Simone. Quest’ultimo ha raccontato per primo il proprio aneddoto: «Ricordo ancora con grande emozione i festeggiamenti di quello scudetto – racconta De Simone -, qualcosa di mai visto prima e che difficilmente è stato replicato poi. Per un mese e mezzo tutta Cantù rimase in festa, un’atmosfera davvero unica». La parola è poi passata al pivot Alberto Merlati, che in quegli anni – vista la presenza in campo contemporaneamente di tre lunghi - dovette persino adattarsi al ruolo di ala piccola. «Studiavo ingegneria a Torino, facevo così 170 chilometri dal Politecnico al Parini, arrivando spesso alla una di notte, tutto questo senza mai chiedere un permesso alla società. Per Cantù mi sono rotto il naso, mi sono lussato un dito del piede ma ero felice. Ho sofferto molto – ha concluso Merlati - e ho fatto tanta fatica in quel periodo, ne è valsa la pena però, aveva tutto un senso».
Si è poi espresso anche Carlo Recalcati, ricordando ai presenti che la forza di quel gruppo magnifico era proprio la voglia di volersi sacrificare per il bene della squadra, caratteristica che secondo Recalcati fece la differenza per la vittoria di quello scudetto così inatteso. «Quello che ti dà il primo scudetto non te lo possono dare altre vittorie, è una gioia immensa, spontanea. Il secondo scudetto è già diverso, niente batte l’emozione della prima volta».
In mezzo a tanti aneddoti anche gli interventi di Pierluigi Marzorati (per la vittoria del primo scudetto della categoria “Allievi”), Andrea Mauri e Stefano Vitali, amministratore di Tessitura Vitali, azienda produttrice del foulard celebrativo con cui la Pallacanestro Cantù ha voluto ricordare il trionfo di cinquant’anni fa.
«Rappresentare la società dopo un passato così prestigioso – dichiara Mauri, Amministratore Delegato di Red October Pallacanestro Cantù - è prima di tutto motivo di orgoglio ma si tratta sicuramente anche di una grossa responsabilità, che sento tutti i giorni sulla mia pelle essendo canturino. In questo momento, dove il basket non è più solo Cantù ma ci sono anche proprietà straniere ed un sistema diverso, è davvero fondamentale mantenere le nostre origini e farne una forza. Da qui nasce l’idea di fare qualcosa di diverso, celebrando il cinquantesimo compleanno con la riproduzione di un foulard gelosamente custodito da Carlino Cattaneo, riprodotto in collaborazione con Stefano Vitali, presidente dell’Ufficio Italiano Seta, il quale lo ha rivisitato mantenendo comunque le firme di tutti i protagonisti su un tessuto fantastico, prodotto nel nostro territorio, che non è soltanto famoso per il mobile ma anche per la seta».
Chiude la conferenza stampa proprio Stefano Vitali che si sofferma sulla produzione del foulard. «Rispetto al foulard di cinquant’anni fa che mi è stato presentato nelle scorse settimane da Andrea Mauri e da Angelo Zomegnan (Senior Advisor di Red October Pallacanestro Cantù), il nuovo è stato attualizzato, inserendo il logo di oggi della Pallacanestro Cantù e spostando qualche firma. Da questo prototipo ne uscirà poi uno definitivo, ci sono ancora dei piccoli dettagli da sistemare come l’arancione di Oransoda ed il verde dello scudetto».
Il foulard sarà consegnato da Red October Pallacanestro Cantù ai protagonisti delle due squadre vincitrici dei rispettivi scudetti nel 1968.