Marco Sodini: Brescia non la digeriamo
Le parole del coach di Cantù
La Red October Cantù esce sconfitta dal “PalaGeorge” di Montichiari, 86 a 71 il finale a favore della Germani Basket Brescia. Di seguito le parole di coach Marco Sodini in conferenza stampa, nel post gara:
«Bisogna dare atto che noi Brescia non la digeriamo, questa è la quarta partita che giochiamo con loro in stagione ed è la quarta partita che perdiamo.
Qualche volta siamo stati superficiali nell’approccio alle partite, non è questo il caso. Abbiamo incominciato benino, poi, abbiamo subito tantissimo l’intensità difensiva di Brescia che non siamo neanche minimamente riusciti a replicare. Rispetto ad altre volte oggi è mancata l’intensità. Nonostante le dodici palle perse di questa sera, noi siamo una squadra che di norma perde pochi palloni per il modo di giocare che ha. Loro, però, sono riusciti per tutta la partita ad essere davvero aggressivi, abbiamo subito tantissimo. Non siamo mai riusciti ad andare come dovevamo andare e dove io avrei voluto. Non siamo riusciti ad avere una buona circolazione di palla. Nel primo tempo ci siamo salvati solo perché loro facevano fatica sulla palla. Poi, in una partita che noi non stavamo giocando come io avrei voluto, ma che comunque era pari nel risultato, abbiamo avuto un blackout totale nel terzo quarto, sparando anche 2 su 10 ai liberi, che francamente ha fatto prendere un gap a Brescia che poi non siamo stati più capaci neanche fisicamente di recuperare. Devo dire che rispetto alle ultime partite dove c’era stata una evoluzione ed un apporto migliore da parte di tutti, in questa partita non abbiamo avuto neanche la possibilità di avere un salto di ritmo nel momento in cui avevamo le gambe per farlo.
Gli ultimi 3-4 minuti danno la misura di quello che è il mio intendere la pallacanestro, cioè lottare sempre fino in fondo e non mollare mai a prescindere. Però al di la dell’aver provocato delle palle perse e recuperato dei palloni, un divario di 15 punti è veritiero ma poteva essere più ampio.
Secondo me ci sono due considerazioni finali da fare. La prima è che se noi vogliamo avere un’ambizione di competere per i primi otto posti bisogna provare ad avere una consistenza diversa e, complessivamente parlando, in trasferta. Perché nei primi due quarti Brescia ha tirato col 79% da 2 e non è possibile fare una cosa di questo tipo, oltretutto spesso e volentieri con dighe aperte frutto di errori individuali, cercheremo di correggerli.
La seconda considerazione è molto pratica: durante la settimana io ho avuto la percezione da parte dell’atmosfera che si ha Cantù, che è una bellissima atmosfera in questo momento, che si sottovalutasse il fatto che Brescia è la terza forza del campionato, terza forza meritatamente dopo 24 giornate. Da parte nostra bisogna essere equilibrati ed obiettivi.
Noi sapevamo che avremmo avuto una serie di partite molto difficili, la scorsa con Torino - vinta nel finale -, questa con Brescia, la prossima con la Virtus a Bologna e poi Milano in casa. Prima di un’altra serie di partite che saranno ancora determinanti ma per motivi diversi, perché come sapete chi si deve salvare butta l’anima in campo.
Niente drammi, ci mancherebbe, però una consapevolezza del fatto che sono due partite che giochiamo in trasferta e che abbiamo due blackout. A Venezia durato 35 minuti, qui a Brescia 10-15, che noi non ci possiamo assolutamente permettere e non ce lo possiamo permettere perché, fra l’altro, se noi smettiamo di giocare insieme - facendo lo sforzo di cercare un uomo libero - poi facciamo fatica anche ad avere equilibrio, quindi si alzano le percentuali di contropiede e il numero di canestri avversari e a quel punto li, non sempre ne usciamo così male ma non si può sempre vincere facendo segnare 86 punti di media agli avversari. Noi ne abbiamo consapevolezza, io ne ho consapevolezza, ma è chiaro che si deve alzare l’asticella della performance quando giochiamo in trasferta e non solo con il calore del pubblico in casa.
Stasera, la cosa che più ha pesato è che noi non siamo riusciti a trovare alternative ai momenti vitali. Quando noi non siamo riusciti a correre in contropiede, nonostante avessimo lavorato bene in settimana, non siamo mai stati capaci di attaccare in maniera efficace la difesa di Brescia schierata. Abbiamo fatto qualche canestro difficile, però molto più spesso, ci siamo piantati in posizioni dove era difficile riuscire ad immaginare un uno contro uno. Questa secondo me è la chiave difensiva da parte di Brescia. Perché noi abbiamo segnato 7 punti in contropiede nei primi 12 minuti, poi abbiamo smesso di correre perché loro sono stati bravi a toglierci la possibilità di farlo, la possibilità di imporre la nostra pallacanestro».
«Bisogna dare atto che noi Brescia non la digeriamo, questa è la quarta partita che giochiamo con loro in stagione ed è la quarta partita che perdiamo.
Qualche volta siamo stati superficiali nell’approccio alle partite, non è questo il caso. Abbiamo incominciato benino, poi, abbiamo subito tantissimo l’intensità difensiva di Brescia che non siamo neanche minimamente riusciti a replicare. Rispetto ad altre volte oggi è mancata l’intensità. Nonostante le dodici palle perse di questa sera, noi siamo una squadra che di norma perde pochi palloni per il modo di giocare che ha. Loro, però, sono riusciti per tutta la partita ad essere davvero aggressivi, abbiamo subito tantissimo. Non siamo mai riusciti ad andare come dovevamo andare e dove io avrei voluto. Non siamo riusciti ad avere una buona circolazione di palla. Nel primo tempo ci siamo salvati solo perché loro facevano fatica sulla palla. Poi, in una partita che noi non stavamo giocando come io avrei voluto, ma che comunque era pari nel risultato, abbiamo avuto un blackout totale nel terzo quarto, sparando anche 2 su 10 ai liberi, che francamente ha fatto prendere un gap a Brescia che poi non siamo stati più capaci neanche fisicamente di recuperare. Devo dire che rispetto alle ultime partite dove c’era stata una evoluzione ed un apporto migliore da parte di tutti, in questa partita non abbiamo avuto neanche la possibilità di avere un salto di ritmo nel momento in cui avevamo le gambe per farlo.
Gli ultimi 3-4 minuti danno la misura di quello che è il mio intendere la pallacanestro, cioè lottare sempre fino in fondo e non mollare mai a prescindere. Però al di la dell’aver provocato delle palle perse e recuperato dei palloni, un divario di 15 punti è veritiero ma poteva essere più ampio.
Secondo me ci sono due considerazioni finali da fare. La prima è che se noi vogliamo avere un’ambizione di competere per i primi otto posti bisogna provare ad avere una consistenza diversa e, complessivamente parlando, in trasferta. Perché nei primi due quarti Brescia ha tirato col 79% da 2 e non è possibile fare una cosa di questo tipo, oltretutto spesso e volentieri con dighe aperte frutto di errori individuali, cercheremo di correggerli.
La seconda considerazione è molto pratica: durante la settimana io ho avuto la percezione da parte dell’atmosfera che si ha Cantù, che è una bellissima atmosfera in questo momento, che si sottovalutasse il fatto che Brescia è la terza forza del campionato, terza forza meritatamente dopo 24 giornate. Da parte nostra bisogna essere equilibrati ed obiettivi.
Noi sapevamo che avremmo avuto una serie di partite molto difficili, la scorsa con Torino - vinta nel finale -, questa con Brescia, la prossima con la Virtus a Bologna e poi Milano in casa. Prima di un’altra serie di partite che saranno ancora determinanti ma per motivi diversi, perché come sapete chi si deve salvare butta l’anima in campo.
Niente drammi, ci mancherebbe, però una consapevolezza del fatto che sono due partite che giochiamo in trasferta e che abbiamo due blackout. A Venezia durato 35 minuti, qui a Brescia 10-15, che noi non ci possiamo assolutamente permettere e non ce lo possiamo permettere perché, fra l’altro, se noi smettiamo di giocare insieme - facendo lo sforzo di cercare un uomo libero - poi facciamo fatica anche ad avere equilibrio, quindi si alzano le percentuali di contropiede e il numero di canestri avversari e a quel punto li, non sempre ne usciamo così male ma non si può sempre vincere facendo segnare 86 punti di media agli avversari. Noi ne abbiamo consapevolezza, io ne ho consapevolezza, ma è chiaro che si deve alzare l’asticella della performance quando giochiamo in trasferta e non solo con il calore del pubblico in casa.
Stasera, la cosa che più ha pesato è che noi non siamo riusciti a trovare alternative ai momenti vitali. Quando noi non siamo riusciti a correre in contropiede, nonostante avessimo lavorato bene in settimana, non siamo mai stati capaci di attaccare in maniera efficace la difesa di Brescia schierata. Abbiamo fatto qualche canestro difficile, però molto più spesso, ci siamo piantati in posizioni dove era difficile riuscire ad immaginare un uno contro uno. Questa secondo me è la chiave difensiva da parte di Brescia. Perché noi abbiamo segnato 7 punti in contropiede nei primi 12 minuti, poi abbiamo smesso di correre perché loro sono stati bravi a toglierci la possibilità di farlo, la possibilità di imporre la nostra pallacanestro».
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