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Serie A 29/03/2018, 17.08

Marco Sodini: Il nostro essere diversi deve essere la nostra forza

Le parole del coach di Cantù

Serie A
Si è tenuta quest’oggi, presso la sala stampa della palestra “Toto Caimi” di Vighizzolo, la consueta conferenza pre partita di coach Marco Sodini, capo allenatore della Red October Pallacanestro Cantù. Il coach viareggino ha presentato il prossimo match di campionato in programma sabato 31 marzo - palla a due alle ore 18:00 al “PalaGeorge” - contro la Germani Basket Brescia, gara valida per la ventiquattresima giornata del campionato di Serie A PosteMobile. Di seguito le parole dell’allenatore biancoblù:

L’ANALISI SU BRESCIA, L’AVVERSARIA

«Brescia è una società modello che sta facendo un gran lavoro, affrontiamo questa squadra per la quarta volta in stagione, considerando anche una gara di preseason. Delle due partite ufficiali, invece, una del girone di andata è finita con l’ultimo tiro decisivo, mentre l’altra a Firenze è terminata ai supplementari. Due battaglie. Ricordo rapidamente la loro struttura di squadra: i due fratelli Vitali stanno producendo una stagione ancora migliore rispetto a quella dell’anno scorso, Luca è un professore di pallacanestro, così come Michele, che ho avuto la fortuna di allenare. Non so se ci sarà Moss ma credo di sì, altro giocatore che ho allenato e che adoro per la sua grande competitività, Landry è stato l’MVP della passata stagione e Hunt sta facendo un campionato sopra le righe, di grande dominio tecnico. Stanno cercando poi di aggiungere qualcuno perché Traini e Mastellari stanno giocando poco, poi nel reparto esterni hanno come cambio vero Moore che è un ottimo giocatore, Sacchetti altro professore di pallacanestro e altro giocatore che stimo tantissimo per la sua capacità di interpretare le partite, e Ortner che qui a Cantù è molto conosciuto, una certezza ed una solidità. Secondo me sono la squadra che gioca meglio assieme, la migliore del campionato italiano, anche più di Venezia. Nel momento in cui riescono a prendere subito un vantaggio iniziale sono bravissimi a fare la cosa migliore per la squadra, c’è sempre un protagonista diverso e sono estremamente coesi. Questa cosa a noi ha sempre provocato delle difficoltà perché loro, oltre ad essere coesi in attacco, lo sono anche nella metà campo difensiva. Sono uno spettacolo in difesa, una difesa che sembra ibrida, non si sa se sono a zona oppure a uomo, sono bravissimi a spezzare il ritmo delle squadre avversarie. E proprio il ritmo sarà una chiave della partita».

DIFFERENZE IN CAMPO

«Ci hanno battuto due volte e, indipendentemente dalla partita punto a punto, ci sono riusciti perché hanno saputo arginare il nostro modo di essere aggressivi nei primi secondi della partita. Vorrei andare a Brescia cercando di aumentare il numero dei possessi. C’è una differenza grandissima tra il nostro numero dei possessi ed il loro, considerate che nell’ultima gara contro Torino noi abbiamo tirato 84 volte e la media dei tiri di Brescia normalmente è 63-64 tiri ad incontro. 20 tiri in più sono una esagerazione. Se loro ci abbassano a prendere soltanto sessanta tiri vincono loro, secondo me invece se noi riusciamo a portarli ad ottantaquattro possiamo competere maggiormente. Non dovremo smettere di essere aggressivi e di attaccare».

POST CANTÙ-TORINO

«Se vogliamo lottare effettivamente per i playoff le prossime partite non possono essere giocate con aggressività soltanto per 20 o 30 minuti ma per 40’. Magari facendo anche degli errori ma non dobbiamo avere un approccio timoroso. All’inizio della settimana ho fatto alla mia squadra una piccola riunione video dove ho mostrato due clip: il primo attacco del primo tempo, con un giocatore con la palla in mano e quattro dietro, mentre uno dei primissimi attacchi del terzo quarto è stato finalizzato da Chappell in contropiede dove la palla si è mossa bene. Noi vogliamo prendere in considerazione soltanto la seconda clip, in ottica Brescia, mentre la prima vogliamo completamente dimenticarla e lasciarla alla partita contro Torino che abbiamo fortunatamente vinto».

LA METAMORFOSI

Il coach biancoblù poi utilizza “La metamorfosi” di Franz Kafka per descrivere cosa vorrebbe dalla sua squadra: «L’incipit kafkiano è per la metamorfosi che vorrei vedere dalla mia squadra, vorrei che venisse completata, vorrei che riuscissimo ad essere tarati su alti livelli e faremo il tutto possibile per riuscire a rimanerci, pur consapevoli che sarà durissima. La nostra differenza rispetto agli altri deve essere sempre la nostra forza. A volte lo è stato, altre no. Giocare fuori ritmo rispetto a chi ti sta attorno ti porta spesso ad andare anche fuori giri, adesso però dobbiamo essere consapevoli di noi stessi ed essere più maturi. È vero che ho parlato di playoff ma questa stagione sarà particolarmente dura perché credo che per finire tra le prime otto serviranno molti più punti rispetto alle ultime stagioni. Abbiamo bisogno di maturità e consapevolezza: questa squadra non deve essere vittima di se stessa e non deve deprimersi».

I RINGRAZIAMENTI A RAUCCI ED AI TIFOSI

«Chiudo con due ringraziamenti: uno è rivolto a Davide Raucci, il quale è andato alla Virtus Roma per cominciare una nuova avventura. Con noi è stato un ragazzo perfetto, che ci ha aiutato tantissimo in palestra, ha sempre tenuto un atteggiamento e dei comportamenti esemplari, dando sempre tutto quello che poteva sul campo. Siamo tutti dispiaciuti della sua partenza ma sono io il primo ad essere consapevole che ha avuto un’ottima possibilità, andrà a giocare, e questa so che è una cosa che per lui contava molto perché è un ragazzo molto determinato. Gli auguro ogni bene e lo ringrazio di cuore, a nome mio e di tutta la Pallacanestro Cantù. Poi ci tengo a ringraziare tutte le persone che hanno accolto il nostro invito per gli allenamenti a porte aperte, è stata una bellissima giornata, sono venute tante persone ed a tutte loro dico grazie».
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E. Carchia

E. Carchia

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