Old Star Game 2018, Gregor Fucka: 'La differenza si fa lavorando quando gli altri non lo fanno'
Le parole dell'ex stella del basket italiano
Si giocherà al PalaBancoDesio alle ore 20.30 con un inedito e affascinante triangolare che riporterà sul parquet il basket dei fasti di un tempo, mentre a presentare l'evento ci sarà un duo d'eccezione formato da Dan Peterson e Belen Rodriguez.
Ci sono ancora biglietti a disposizione e la biglietteria del PalaBancoDesio aprirà alle ore 18.00.
Il ricavato dell'incasso andrà interamente in beneficienza verso la Fondazione Operation Smile Italia Onlus che è impegnata nella cura di bimbi affetti da Labiopalatoschisi e malformazioni cranio-maxillo-facciali.
Uno dei grandi protagonisti sul parquet sarà Gregor Fucka, già in campo nell'edizione bolognese dell'anno passato, biancorosso sponda Olimpia nelle stagioni dal 1994 al 1997 che non ha voluto mancare all'appuntamento pur giocando domani con la "sua" Trapani impegnata a Legnano nel campionato di Serie A2
Qual è il primo flash che ti viene in mente dell'avventura Olimpia?
"Certamente la vittoria dello scudetto, il primo della mia carriera. E' stata una grande gioia. E poterlo vincere in una società che aveva già così tanti scudetti, poter vedere il proprio affiancato a quello di giocatori che hanno fatto la storia del basket è stato un grande onore".
Cosa ricordi dell'atmosfera dei derby?
"I derby sono davvero un qualcosa di speciale. Si annullano tutti i vantaggi, si annullano tutte le classifiche. Si riparte sempre da zero. Quello tra le lombarde è ovviamente diverso da quello cittadino di Bologna, ma ha comunque il suo fascino perchè si affronta la metropoli contro delle città più piccole. E' sempre emozionante "
In quell'Olimpia marchiata Stefanel fece scalpore il passaggio in blocco di tanti giocatori come te da Trieste a Milano. Come viveste quel trasferimento?
"Lo definirei quasi come una sorta di gemellaggio perchè alla fine la metà di quella squadra di Trieste si andò ad unire alla metà di quella rimasta a Milano. Ovviamente il primo anno fu molto complesso, praticamente con due gruppi da fondere in uno solo , ma nel secondo anno tutti divenne magico fino a vincere scudetto e Coppa Italia. E Bogdan Tanjevic fu davvero un maestro a gestire questa situazione".
La tua vittoria più bella della tua carriera qual è stata?
"Alla fine tutte le vittorie sono emozionanti anche se rimango molto legato allo scudetto con la Fortitudo Bologna, perchè fu il primo della storia della società. Ma ovviamente anche l'Europeo vinto con la Nazionale e l'Eurolega con il Barcellona non possono che avere un posto speciale nei miei ricordi"
E se ti dico NBA cosa ti viene in mente?
"Che ebbi l'occasione di firmare 4 anni di contratto con i Los Angeles Clippers, ma alla fine decisi di rimanere a Bologna con la Fortitudo per una mia scelta. Adesso ovviamente la situazione del passagio tra Europa e NBA è molto diversa, tanti hanno le qualità per andare oltreoceano e possono andare negli USA giocandosela alla pari. Una volta era certamente più complesso".
Svolgi le mansioni da vice coach a Trapani in Serie A2, un campionato che viene vissuto come un torneo di sviluppo. Su cosa deve lavorare un giocatore per salire di livello?
"Credo moltissimo nel lavoro individuale, da soli si può crescere molto, ma è fondamentale la voglia di arrivare. Il campionato di A2 è perfetto per un giovane giocatore perchè ti permette di giocare tanti minuti senza un'eccessiva pressione. La differenza la fa la voglia di migliorarsi. Chi ne ha più degli altri solitamente raggiunge il suo obiettivo".
Intanto è arrivata la nomina da coach per la neonata Nazionale Under14, se dovessi parlare al piccolo Gregor, cosa gli diresti per diventare giocatore?
"Avere il fuoco dentro è certamente la base, ma non solo nello sport, ma anche nella vita se uno vuol far qualcosa di alto livello. La passione è la cosa più importante, voler fare sempre qualcosa in più di quello che è ordinario. Con il lavoro sul campo ogni giorno si più fare un piccolo passo in più che poi ti consente di arrivare in alto. Bisogna lavorare al di fuori dell'allenamento di squadra, quello lo fanno tutti, per fare la differenza devi lavorare quando non lo fanno gli altri"
A Bologna hai già vissuto l'edizione dell'Old Star Game e non hai voluto mancare anche a questa lombarda. Cosa ne pensi?
"E' bellissimo ritrovarci, ormai siamo tutti ex, ma abbiamo sempre il piacere di stare insieme e ricordare i vecchi tempi, perchè alla fine ti rimane sempre una connessione". E poi giocare per una causa nobile aggiunge ulteriore valore all'evento. L'esperienza di Bologna è stata davvero speciale, ma è una città che risponde sempre molto bene sui derby. E' stato bellissimo".
Un altro progetto con la Nazionale nel quale sei stato coinvolto è quello dedicato allo sviluppi dei "lunghi"
"E' stato studiato per dare una possibilità in più ai ragazzi per cercare di migliorare individualmente e sarà poi anche allargata ad altri ruoli. Si può sempre migliorare, a tutte le età. Nelle società c'è sempre poco tempo per dedicarsi ai piccoli particolari, bisogna vincere e si fa sempre tanto lavoro di squadra. I giovani, però, devono lavorare sull'individuale, ripetendolo anche quando non ci sono gli allenamenti di squadra. Al primo raduno ho visto davvero grande disponibilità, voglia e concentrazione da parte di tutti, hanno capito che questa cosa può aiutarli a crescere".