Old Star Game 2018, Fumagalli : Sarà una festa, il Pierlo il mio modello di giocatore
Le parole di Fumagalli
Dopo gli annunci d’eccezione per la conduzione della serata che vedrà Belen Rodriguez e Dan Peterson presentare il “Derby Triangolare” devoluto ad Operation Smile, con i Miti della Pall. Cantù, Olimpia Milano e Pall. Varese in programma Sabato 24 Febbraio alle ore 20.30 al Pala Banco Desio, ci sarà un ritorno eccellente per Cantù, ovvero Corrado Fumagalli, il campioncino costruito in casa. Dal minibasket alla serie A, sempre con la maglia della Pallacanestro Cantù. La crescita di “Corradino” è stata tanto veloce quanto intensa per impegno e voglia di apprendere, ed è stata coronata di successi a ripetizione, a testimonianza della bontà della scuola canturina: 7 scudetti giovanili nelle tre categorie e a 15 anni, incoronato come il miglior prospetto italiano.
“Ho anche un record continentale a cui tengo molto – tiene giustamente a precisare Fumagalli -: sono il più giovane giocatore ad avere vinto la Coppa Campioni oltre a quella Intercontinentale. Edizione 82-83. Avevo 16 anni, e i miei compagni erano fior di campioni a partire da Marzorati, Riva, Bariviera, Brewer…” aggiunge orgoglioso.
Ma a quell’età il tuo sarà stato un ruolo da spettatore privilegiato in panchina…
”Ovviamente avendo davanti a me un maestro come il Pierlo da cui potevi solo imparare, e in seconda battuta Cattini, il mio minutaggio era ridotto all’osso, come era giusto che fosse. Ma mi sono fatto trovare pronto a uno snodo fondamentale per arrivare alla conquista della Coppa Campioni”
Raccontaci:
“Si gioca la semifinale a Madrid in una bolgia infernale. Loro sono fortissimi con i vari Brabender, Corbalan, Martin…Purtroppo per noi le cose si mettono male perché prima Marzorati e poi Cattini sono costretti a uscire per falli. Giancarlo Primo, il nostro coach, non ha scelta. Io sono l’ultima risorsa in cabina di regia. Sono troppo concentrato per avere paura. Entro, incitato dai miei compagni. Faccio del mio meglio per impostare i nostri giochi e alla fine, dopo un supplementare, pur soffrendo, riusciamo a staccare il biglietto per la finale di Grenoble. Ricordo ancora la gioia e i complimenti dei mie compagni. Serata veramente indimenticabile per un ragazzino di 16 anni”.
Cosa ha significato per te avere come punto di riferimento quotidiano un campione come Marzorati?
“Tantissimo perché potevi solo imparare da lui. E giocarci contro negli allenamenti era uno sprone incredibile per mostrare quanto stavi cercando di migliorarti. Meglio di così non potevo chiedere. Lui è stato il modello a cui ispirarmi”.
La tua avventura nella massima serie in maglia canturina è iniziata nell’82 per terminare nell’87 con tre allenatori diversi:
“In maglia Ford ho avuto Giancarlo Primo, esperto, serio, preparato. L’anno successivo in maglia Jolly Colombani Gianni Asti, un gran lavoratore, nel senso che ci faceva sgobbare parecchio e poi in maglia Arexons, Carlo Recalcati che mi ha trasmesso tutta la sua esperienza”.
Come li vivevi i derby contro Milano e Varese?
“Si percepiva l’atmosfera di grande attesa attorno alla squadra già una settimana prima dell’avvenimento. In città non si parlava d’altro e i…“ma racumandi!” (“mi raccomando!”, tradotto dal dialetto canturino) si sprecavano.
Se poi vincevi per una settimana eri quasi venerato. Non c’era differenza nell’affrontare l’una o l’altra. Bisognava vincere e basta. Ma personalmente, la cosa incredibile che ricordo, è quando ho affrontato per la prima volta Bob McAdoo, un mito per me, con la maglia di Milano. Lo vedevo in tv quando vestiva i colori dei Celtics, Lakers o dei 76ers e giocarci contro mi sembrava un sogno. E mai avrei immaginato di passargli la palla, come compagno di squadra. E’ successo dal ’90 al ‘92 quando ci trovammo alla Filanto Forlì”.
Pronto per l’Old Star Game?
“Pronto? Prontissimo!” replica con entusiasmo “Corradino” Fumagalli. “Non vedo l’ora di scendere in campo.Giocai con la Fortitudo la scorsa edizione in un Pala Dozza stracolmo e fu stabilito un record di beneficenza e adesso con Cantù la mia città. Sono allenatissimo, gioco ancora in Promozione, qui a Forlì dove abito. E’ la mia 36° stagione consecutiva tra i vari campionati e ho ancora tanta passione per il basket. Sono sicuro che al Pala BancoDesio sarà una grande festa, nobilitata dalla solidarietà, e un bellissimo tuffo nel passato, con tanti giocatori che hanno fatto sognare migliaia di tifosi. A proposito ci sarà anche il Pierlo?” .
Rispondiamo – Si, siederà in panchina accanto al Tau ed indosserà una polo celebrativa.
“Bene, ho aspettato trenta e passa anni e questa è la volta buona. Partirò io titolare..conclude ridendo.
“Ho anche un record continentale a cui tengo molto – tiene giustamente a precisare Fumagalli -: sono il più giovane giocatore ad avere vinto la Coppa Campioni oltre a quella Intercontinentale. Edizione 82-83. Avevo 16 anni, e i miei compagni erano fior di campioni a partire da Marzorati, Riva, Bariviera, Brewer…” aggiunge orgoglioso.
Ma a quell’età il tuo sarà stato un ruolo da spettatore privilegiato in panchina…
”Ovviamente avendo davanti a me un maestro come il Pierlo da cui potevi solo imparare, e in seconda battuta Cattini, il mio minutaggio era ridotto all’osso, come era giusto che fosse. Ma mi sono fatto trovare pronto a uno snodo fondamentale per arrivare alla conquista della Coppa Campioni”
Raccontaci:
“Si gioca la semifinale a Madrid in una bolgia infernale. Loro sono fortissimi con i vari Brabender, Corbalan, Martin…Purtroppo per noi le cose si mettono male perché prima Marzorati e poi Cattini sono costretti a uscire per falli. Giancarlo Primo, il nostro coach, non ha scelta. Io sono l’ultima risorsa in cabina di regia. Sono troppo concentrato per avere paura. Entro, incitato dai miei compagni. Faccio del mio meglio per impostare i nostri giochi e alla fine, dopo un supplementare, pur soffrendo, riusciamo a staccare il biglietto per la finale di Grenoble. Ricordo ancora la gioia e i complimenti dei mie compagni. Serata veramente indimenticabile per un ragazzino di 16 anni”.
Cosa ha significato per te avere come punto di riferimento quotidiano un campione come Marzorati?
“Tantissimo perché potevi solo imparare da lui. E giocarci contro negli allenamenti era uno sprone incredibile per mostrare quanto stavi cercando di migliorarti. Meglio di così non potevo chiedere. Lui è stato il modello a cui ispirarmi”.
La tua avventura nella massima serie in maglia canturina è iniziata nell’82 per terminare nell’87 con tre allenatori diversi:
“In maglia Ford ho avuto Giancarlo Primo, esperto, serio, preparato. L’anno successivo in maglia Jolly Colombani Gianni Asti, un gran lavoratore, nel senso che ci faceva sgobbare parecchio e poi in maglia Arexons, Carlo Recalcati che mi ha trasmesso tutta la sua esperienza”.
Come li vivevi i derby contro Milano e Varese?
“Si percepiva l’atmosfera di grande attesa attorno alla squadra già una settimana prima dell’avvenimento. In città non si parlava d’altro e i…“ma racumandi!” (“mi raccomando!”, tradotto dal dialetto canturino) si sprecavano.
Se poi vincevi per una settimana eri quasi venerato. Non c’era differenza nell’affrontare l’una o l’altra. Bisognava vincere e basta. Ma personalmente, la cosa incredibile che ricordo, è quando ho affrontato per la prima volta Bob McAdoo, un mito per me, con la maglia di Milano. Lo vedevo in tv quando vestiva i colori dei Celtics, Lakers o dei 76ers e giocarci contro mi sembrava un sogno. E mai avrei immaginato di passargli la palla, come compagno di squadra. E’ successo dal ’90 al ‘92 quando ci trovammo alla Filanto Forlì”.
Pronto per l’Old Star Game?
“Pronto? Prontissimo!” replica con entusiasmo “Corradino” Fumagalli. “Non vedo l’ora di scendere in campo.Giocai con la Fortitudo la scorsa edizione in un Pala Dozza stracolmo e fu stabilito un record di beneficenza e adesso con Cantù la mia città. Sono allenatissimo, gioco ancora in Promozione, qui a Forlì dove abito. E’ la mia 36° stagione consecutiva tra i vari campionati e ho ancora tanta passione per il basket. Sono sicuro che al Pala BancoDesio sarà una grande festa, nobilitata dalla solidarietà, e un bellissimo tuffo nel passato, con tanti giocatori che hanno fatto sognare migliaia di tifosi. A proposito ci sarà anche il Pierlo?” .
Rispondiamo – Si, siederà in panchina accanto al Tau ed indosserà una polo celebrativa.
“Bene, ho aspettato trenta e passa anni e questa è la volta buona. Partirò io titolare..conclude ridendo.
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