Ramagli: 'Non pensiamo a quello che ci manca'
Il coach della Virtus presenta la sfida contro l'Orlandina
Trasferta lunga, la più lunga della stagione, per Virtus Segafredo, impegnata domani in casa della Betaland Capo d’Orlando (PalaFantozzi, palla a due alle 18, arbitri Seghetti, Sardella e Galasso), in serie negativa da cinque turni in campionato (ultima vittoria di misura con Brindisi, 67-66, il 17 dicembre scorso). Una ragione in più per tenere alto il livello di concentrazione, perché la truppa di Di Carlo cerca una reazione davanti al suo pubblico. Alessandro Ramagli conosce bene queste dinamiche, e mette in guardia i suoi giocatori.
“Certamente Capo d’Orlando è in un momento complicato, da metà del mese di dicembre ha infilato nove sconfitte consecutive, tra campionato e Basketball Champions League. Le fatiche di coppa si pagano, soprattutto per una squadra con quella localizzazione geografica, per cui ogni trasferta è lunga e pesante. La squadra ha avuto qualche modifica di roster, è arrivato Eric Maynor, giocatore che ha fatto la Nba vera e che abbiamo visto a Varese, ma chiaramente per loro questo è un momento delicato, e dunque hanno motivazioni per fare di questa sfida un punto di svolta. Di fronte hanno una squadra contro cui hanno perso nettamente all’andata, ma che arriva con un roster rimaneggiato. Mi aspetto un clima molto caldo, un avversario carico che in questi giorni avrà cercato di preparare al meglio la partita. Di tutto questo a noi deve interessare zero: dobbiamo conoscere il loro momento emotivo, ma poi dobbiamo anche passare oltre, non possiamo essere quelli che vanno a risolvergli i problemi. Allo stesso tempo, non deve interessarci chi c’è e chi non c’è all’interno del nostro roster, perché la partita verrà decisa da quelli che ci sono e non dagli assenti. Infine, questa per noi è una partita molto importante, perché una vittoria in trasferta dà una dimensione diversa anche alla classifica. E noi abbiamo bisogno di una vittoria in trasferta, per questo penseremo soltanto alla partita. Sapendo che sarà difficilissima, in questa situazione”.
L’avversario rimaneggiato per i padroni di casa è presto delineato: Virtus Segafredo si presenta senza Ale Gentile, che inizia a scontare le due giornate di squalifica, e senza capitan Ndoja infortunato.
“La legge dello sport dice che ci sono momenti in cui devi ricercare risorse e trovare assetti e soluzioni anche quando ti viene a mancare qualche “pezzo”. La cosa da non fare è guardarsi indietro, cercando chi non c’è. Al nostro interno abbiamo giocatori e risorse per poter sopperire alle assenze. Ma prima di pensare a quella che è la soluzione tattica o strutturale, che per certi versi viene da sola, conta l’aspetto motivazionale. Guardare in faccia chi hai davanti, sapendo che quelli che ci sono bastano e avanzano per fare una buona partita”.
La marcia di avvicinamento, in palestra, è stata lineare.
“E’ stata una settimana normale, tolto l’allenamento di martedì nel quale oltre a Ndoja ci è mancato Alessandro Gentile, per un problema al gomito. Una marcia di avvicinamento a una partita che tutti sappiamo essere importante, per il nostro cammino. Dovremo essere al cento per cento, il novantanove non basterà per vincere questa sfida”.
Giovedì scorso Alessandro Gentile si è visto ridurre la squalifica rimediata dopo i fatti di domenica scorsa. Da tre a due giornate.
“Come avete visto già domenica sera, al termine della partita, ho affrontato l’argomento da uomo di campo. So che queste cose succedono, non è la prima volta e non sarà l’ultima. Ma proprio da uomo di campo, so anche che queste situazioni determinano conseguenze disciplinari, come è normale che sia. Avevo detto che avremmo dovuto tenere le orecchie dritte, e stare molto attenti. Mi limito a questo, non ho molto altro da dire o da fare. In quanto gente di sport, dobbiamo sempre essere in grado di mettere insieme una squadra che sia competitiva anche di fronte a problematiche di ordine disciplinare, o di ordine fisico come è nel caso di Klaudio. Onestamente, mi sembra che tutti abbiano parlato abbastanza di questa storia, e che molti si siano dimenticati che c’è anche una partita da giocare, e per noi è una partita importante. Lunedì si è parlato giustamente di questo episodio, martedì sono arrivati i commenti e mercoledì i commenti dei commenti. Poi giovedì la risposta al nostro ricorso, di cui si è discusso ancora venerdì. E sabato, improvvisamente, ci si accorge che c’è una partita alle porte. Noi però ce ne siamo già accorti, ci lavoriamo da martedì”.
Mai come questa volta ha insistito sul concetto di “partita importante”. Ci spiega perché?
“Per una serie di buoni motivi. Il primo: la squadra viene da un momento positivo, e allungarlo sarebbe importante. Il secondo: una vittoria in trasferta ci darebbe un +1 in media inglese, e io sono malato di questo tipo di considerazioni. Infine, affrontiamo la partita in una situazione particolare per noi e anche per loro, vincerla significherebbe essere stati in grado di metabolizzare tutti questi argomenti e averli canalizzati nel modo migliore per giocare una gara di spessore. Per esprimerci con una buona pallacanestro, senza disperderci in altri rivoli”.
Della Betaland e della sua serie negativa, comunque, non si fida.
“La Basketball Champions League è un peso notevole, per loro. Mi aspetto che, avendo esaurito o quasi il discorso europeo, siano pronti a selezionare le partite, come è normale per una squadra che di qui alla fine si batterà per salvarsi. E secondo me la partita con la Virtus l’hanno cerchiata con il pennarello rosso”.