E’ un presidente Maltinti a tutto tondo quello che, in occasione della sosta del campionato per le partite della Nazionale, fa il punto della situazione in casa biancorossa: “Ho visto la partita di ieri sera contro la Romania -esordisce sorridendo Maltinti- e non ho mai avuto la sensazione di poterla non vincere… Certo che forse si poteva vivere il finale con un po’ meno di affanno, ma va bene così! E’ sempre importante aprire un nuovo corso con un risultato positivo: a tutti i livelli le vittorie servono, danno fiducia, morale, entusiasmo, autostima”… La vittoria, quella che appunto a Pistoia manca da sei partite: “Tante. E’ il periodo di digiuno più lungo da quando sono diventato presidente di questa società, ma chi mi conosce bene -afferma Maltinti- lo sa: non mi abbatto facilmente e non mollo. Certo, dispiace… Ma la stagione è appena iniziata e anche se la sfortuna non sembra volerci lasciar stare tanto facilmente, fra Czyz, McGee, Sanadze e ora anche Kennedy, io rimango fiducioso nel lavoro del coach, dello staff, dei ragazzi e nel ruolo del pubblico come fattore determinante per uscir fuori da questo tunnel in cui siamo finiti”. A proposito di tunnel, l’ultima partita con Venezia, dopo il tracollo di Reggio Emilia, ha fatto forse rivedere un po’ di luce: “Uscire dal Taliercio con un pizzico di rammarico per una sconfitta in volata la dice lunga. Me lo avessero detto tre ore prima forse mi sarei fatto una risata -ammette il presidente- e invece siamo andati vicini a compiere quello che sarebbe stato, viste le condizioni sia fisiche che mentali in cui abbiamo affrontato la partita, un vero miracolo sportivo. Sono contento della risposta della squadra dopo la serataccia di Reggio: all’indomani di quella partita, insieme a coach Esposito, parlammo in conferenza stampa chiedendo chiaramente e in maniera ferma una reazione… Beh, mi sembra che ci sia stata! A questo punto allora -sorride Maltinti- alla squadra chiedo, altrettanto chiaramente, i punti nelle prossime due partite in casa che sono uno snodo molto importante per la nostra stagione”. Torino e Pesaro rappresentano in effetti un punto chiave almeno per il girone di andata dei ragazzi di coach Esposito: “Senza voler caricare l’ambiente di eccessive pressioni -spiega il presidente- mi limito a dire che allungare ulteriormente la serie-no potrebbe incidere negativamente sia sulla classifica che sul morale. Certo sono due sfide molto difficili perché Torino è una squadra di altissimo livello, costruita per arrivare nelle prime quattro posizioni, e quello con Pesaro rappresenta uno scontro diretto che riveste grande importanza ovviamente per noi, ma anche per loro… Ma se sfruttiamo bene queste due settimane, anche per provare a recuperare McGee, inserire al meglio Gordon e anche l’ultimo arrivato Ivanov, direi che possiamo provare a giocarcela. Certamente potendo sfruttare il fattore PalaCarrara, che in una stagione in cui, lo si è ormai capito, c’è da lottare con le unghie e con i denti per mantenere la serie A, penso che possa pesare parecchio”… Parlando proprio degli ultimi innesti, dopo quello di Gordon c’è stato l’ingaggio di Ivanov. E’ il segnale chiaro che mantenere la serie A è per la società una priorità assoluta, a costo anche di sforzi considerevoli? “Credo -afferma con convinzione Maltinti- che come e più di ogni anno, anche stavolta ci siamo dimostrati pronti ad affrontare le difficoltà: scelte fatte in estate su giocatori che poi hanno avuto un rendimento diverso dal previsto, e può capitare, infortuni traumatici in serie, e può capitare anche questo, ci hanno messo davanti alla necessità di intervenire in maniera sostanziale per provare a correggere la rotta. Senza dimenticare che a oggi abbiamo tredici giocatori a libro paga, onestamente troppi anche per chi fa l’Eurolega e che quindi dovremo anche intervenire in uscita, Gordon e Ivanov rappresentano due “lussi” per una società come la nostra. Parliamo di due giocatori di grandissima esperienza internazionale, in squadre di prim’ordine a livello europeo, professionisti dal curriculum importante e dalle notevoli doti carismatiche e di leadership: penso che i soci, gli sponsor e la dirigenza abbiano dimostrato, nei fatti, che la serie A è un bene fondamentale, da salvaguardare a ogni costo, anche economico! Spero, e ne sono convinto, che anche la piazza nel suo insieme voglia altrettanto fortemente mantenere questa categoria: ci eravamo abituati bene, forse troppo -sospira il presidente- ma come si dice spesso in campo “ora è il momento di tirare tutti fuori le palle”! Non ci sono scuse o vie di fuga! Credo di poter dire senza timore di essere smentito, che conti assai di più riuscire a centrare la salvezza quest’anno che i tre playoff disputati in quattro stagioni di serie A”.
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