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Serie A 01/04/2011, 21.01

Ecco Milic, un gradito ritorno: «Non sono ancora vecchio!»

Torna con la maglia di Cremona: «Da voi anni bellissimi»

Serie A

-Il Resto del Carlino ed. Pesaro-

E' stato in assoluto uno dei giocatori più simpatici che abbia mai vestito la maglia biancorossa. Che sia forte, non c'è bisogno di dirlo. La carriera di Marko Milic, 33 anni, parla da sola: ha vinto tanto, si è tolto mille soddisfazioni, ha lasciato un sorriso ovunque sia andato. Per questo non esistono dubbi su come sarà accolto domenica, a distanza di quasi sei anni. Un campione che sa prendere veramente la vita per il verso giusto. «Pensavate che fossi ormai da buttare via, vero? - ride Milic - . Il fatto è che ho esordito da professionista a 17 anni, è un pezzo che giro, quindi sembro vecchio. Ma la verità è che io mi diverto ancora a giocare a basket e questo non l'ho mai considerato un lavoro, piuttosto uno stile di vita che ben si addice a me e alla mia famiglia. Ho due bambine, a luglio mi nascerà il terzo figlio e mi piace portarli tutti con me. Per questo tornare in Italia è stata la scelta giusta: da voi si vive bene».
Che ricordi ho conservato dì Pesaro?
«Due anni stupendi: mi ambientai benone, la squadra era forte, facemmo ottimi risultati, i tifosi mi volevano bene. Pensa che quando l'Inferno Biancorosso è venuto a Cremona cantava il mio nome, anche se ero un avversario. Sono cose che fanno veramente piacere. Domenica sarà bello tornare all'AdriaticArena: ma quando alzeranno la palla a due non sarà più tempo di nostalgia...».
Che ambiente ho trovoto a Cremona?
«Un posto tranquillo, gente appassionata. Io mi sono ritagliato il mio spazio dentro la squadra e mi fa piacere che quest'anno i compagni mi abbiano eletto capitano: faccio volentieri il lavoro sporco, le statistiche non mi interessano. Anche se poi, giocando 28-30' qualche numero io metto insieme».
 Lo Scavolini Siviglia non attraverso un bel momento; come la giudica? «All'andata, in casa nostra, giocarono benissimo e vinsero meritatamente. Il problema è che, a parte Siena, c'è un equilibrio mostruoso e basta un piccolo problema fisico dentro una squadra perché le cose non funzionino. Con Cinciarini non abbiamo parlato molto di basket, più della città, degli amici comuni. Lui è stato un bel rinforzo per noi: un jolly che esce dalia panchina fa sempre comodo».
Alexandrov è stato preso dopo aver dato segnali di risveglio all'Olimpia Lubiana; lo conosce?
«Arrivò quando io andavo via. Guardavo però sempre le loro partite in tivù e mi sembrava un grande talento. Con quella statura e quel tiro potrebbe fare grandi cose. Certo, il primo anno fuori da casa in un campionato così forte non è facile: ho la sensazione che gli manchi un po' di fiducia, ma deve trovarla dentro di lui». Campione vero «Qui mi hanno fatto capitano Sto bene ovunque vado perché giocare a basket non è lavoro»
A Cremona basto la salvezza o pensate ai playoff?
"L'obiettivo è salvarsi ma adesso siamo tutte lì, sarebbe sciocco non farci un pensierino».
C'è qualcuno do salutore?
«Sì, la mamma dell'Ape Andrea, che cucina divinamente: mi hanno ospitato tante volte a casa loro. Se mi invitano, ci vado anche domenica: però dopo la partita, altrimenti poi non corro...!».

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E. Carchia

E. Carchia

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