Marco Sodini: Contro Trento obbligati ad alzare l’asticella della nostra competitività
Le parole del coach di Cantù
Quest’oggi, alle ore 14:00 presso la sala stampa del centro sportivo “Toto Caimi” di Vighizzolo, si è tenuta la consueta conferenza stampa pre partita. A disposizione dei giornalisti il capo-allenatore della Pallacanestro Cantù, Marco Sodini, il quale ha presentato la quarta giornata del campionato di Serie A, che vedrà di fronte la Red October e la Dolomiti Energia Trentino.
POST DERBY
«Prima del derby con Varese avevo chiesto alla mia squadra di giocare per divertirsi, come dei bambini. Noi, però, dai bambini abbiamo preso una cosa ben diversa. Abbiamo smesso di giocare, come quando un bambino non riesce a fare qualcosa. Nel derby c’è un passaggio emblematico a tre-quattro minuti dalla fine del secondo quarto: sul 25-24 c’è un contatto non fischiato a Culpepper, il quale poi prende un tecnico. Da quel momento in poi la squadra ha smesso di giocare e abbiamo perso di 30 punti, una cosa inammissibile. In questo campionato non si può smettere di giocare dopo due errori. Il campionato è lungo, perdere una partita ci sta ma perdere perché si ha smesso di giocare no, quello non ci sta. Alla durezza del general manager Cappellari contro la squadra, aggiungo la mia totale condivisione ed opinione. Non mi aspetto che tutti sappiano cosa voglia dire un derby tra Varese e Cantù ma non si può smettere di competere durante una partita, indipendentemente dal valore intrinseco del derby. Detto ciò, i giocatori stanno lavorando duramente in palestra, c’è grande disponibilità durante la settimana. Tuttavia, non dobbiamo dimenticarci che siamo una squadra di pallacanestro, dobbiamo parlare di meno e fare di più».
L’AVVERSARIA, TRENTO
«Affrontiamo una squadra che lo scorso anno è arrivata alla finale scudetto, questo ci obbliga ad alzare l’asticella della nostra competitività. Dobbiamo sapere che Trento è una squadra strutturata per competere sia in campionato che in coppa, con quintetti molto fisici e giocatori di talento, abituati a giocare più volte alla settimana. Se con loro giochiamo come contro Varese ne prendiamo 50 non 30. Ci deve essere la lotta su ogni singolo possesso, da parte di tutti. Dobbiamo essere più concreti, magari brutti ma concreti, dobbiamo ragionare di squadra. Varese ha fatto fatica contro di noi per 10-15 minuti perché avevamo preparato delle cose, che poi abbiamo smesso di fare. Con Trento dovremo contenere i loro attacchi dentro l’area ed essere bravissimi nell’accoppiarci in transizione difensiva. Dall’altra parte, però, non dobbiamo snaturare la nostra aggressione individuale ma incanalarla verso il concetto di squadra».
I TIFOSI
«Probabilmente domenica ci saranno più persone a vederci - rispetto alla partita con Cremona - perché il tifo organizzato ha deciso di tornare, dobbiamo farci forza perché gli Eagles ci aiuteranno. Ma dobbiamo meritarci tutto questo. Faccio un appello: ci sono tante persone che non vengono al palazzo perché hanno valide ragioni per farlo, ma proprio a queste chiedo di sospendere qualsiasi giudizio. Venite a vederci, venite a vedere il nostro impegno, poi decidete pure se tornare oppure no. Ma dateci almeno una possibilità, è un appello personale».