La Pallacanestro Varese piange la scomparsa di Augusto Ossola
Ossola è morto oggi all’età di 96 anni.
Con profondo dolore la Pallacanestro Varese piange la scomparsa di Augusto Ossola, morto oggi all’età di 96 anni. Esempio di rettitudine, cortesia, diligenza, altruismo con pochi eguali nel mondo dello sport, Augusto è stato un vero campione del mondo di dedizione e generosità, un esempio da imitare e indicare alle giovani generazioni. Perché si può fare canestro anche senza mai aver giocato un minuto sul parquet regalando per una vita intera il proprio lavoro alla causa della amatissima Pallacanestro Varese. Alla quale il signor Ossola ha dedicato anche libri fondamentali per tramandare ai più giovani le imprese e la storia dei suoi “ragazzi”.
Augusto Ossola è sempre stato un uomo di basket, meglio: un fedelissimo della Pallacanestro Varese. Dalla fondazione ad oggi sono cambiati proprietari del club, presidenti, direttori sportivi, general manager, dirigenti, allenatori e ovviamente tanti giocatori. Ma Augusto Ossola è sempre rimasto lì, fedelissimo e attaccatissimo alla Pallacanestro Varese. Lavorando sempre dietro le quinte, facendo tornare i conti anche nei momenti più difficili, seguendo la squadra nelle trasferte più lontane avendo in mente un obbligo irrinunciabile: essere il lunedì mattina al lavoro nel suo ufficio della Ignis a Comerio. La squadra quel giorno poteva recuperare il viaggio notturno con qualche ora di sonno in più. Augusto Ossola no: alle 8 doveva essere in ufficio, puntuale come sempre.
Per decenni si è preso cura, oltre che dei conti del club, anche della campagna abbonamenti e della vendita dei biglietti per le partite di campionato e della coppa dei Campioni. Una tradizione che si è interrotta non da molto e soltanto per motivi di età. Ma possiamo solo immaginare quanto altro abbia fatto Ossola per la causa del basket. Chiunque negli anni sia passato, a qualunque titolo, alla Pallacanestro Varese ha imparato ad apprezzare e amare quest’uomo schivo e modesto che ha sempre donato il proprio tempo e le proprie competenze alla causa del basket varesino. Sempre pronto a farsi in quattro per aiutare un tecnico, un giocatore, un dirigente a risolvere un problema, piccolo o grande che fosse. E sempre in modo disinteressato. Restando dietro le quinte, senza mai reclamare per sé la ribalta. “Quella – era solito ripetere – spetta sempre all’allenatore e ai giocatori”.
Ma non è tutto: Augusto Ossola era la vera memoria storica della società, dalla fondazione ad oggi. Non c’era infatti data, avvenimento, episodio, giocatore, presidente, tecnico, dirigente e pure avversario del quale non ricordasse tutto quello che lo riguardava. Per non parlare dei risultati, delle partite, delle curiosità che in anni e anni di frequentazione del Palasport e dei vari palazzetti italiani ha raccolto e mandato a memoria nella sua straordinaria mente.
In questo triste giorno la Pallacanestro Varese è vicina alla moglie Mimma, alla figlia Carmela, ai nipoti e alla famiglia nel ricordo di Augusto, persona straordinaria e gentiluomo d’altri tempi.
Augusto Ossola è sempre stato un uomo di basket, meglio: un fedelissimo della Pallacanestro Varese. Dalla fondazione ad oggi sono cambiati proprietari del club, presidenti, direttori sportivi, general manager, dirigenti, allenatori e ovviamente tanti giocatori. Ma Augusto Ossola è sempre rimasto lì, fedelissimo e attaccatissimo alla Pallacanestro Varese. Lavorando sempre dietro le quinte, facendo tornare i conti anche nei momenti più difficili, seguendo la squadra nelle trasferte più lontane avendo in mente un obbligo irrinunciabile: essere il lunedì mattina al lavoro nel suo ufficio della Ignis a Comerio. La squadra quel giorno poteva recuperare il viaggio notturno con qualche ora di sonno in più. Augusto Ossola no: alle 8 doveva essere in ufficio, puntuale come sempre.
Per decenni si è preso cura, oltre che dei conti del club, anche della campagna abbonamenti e della vendita dei biglietti per le partite di campionato e della coppa dei Campioni. Una tradizione che si è interrotta non da molto e soltanto per motivi di età. Ma possiamo solo immaginare quanto altro abbia fatto Ossola per la causa del basket. Chiunque negli anni sia passato, a qualunque titolo, alla Pallacanestro Varese ha imparato ad apprezzare e amare quest’uomo schivo e modesto che ha sempre donato il proprio tempo e le proprie competenze alla causa del basket varesino. Sempre pronto a farsi in quattro per aiutare un tecnico, un giocatore, un dirigente a risolvere un problema, piccolo o grande che fosse. E sempre in modo disinteressato. Restando dietro le quinte, senza mai reclamare per sé la ribalta. “Quella – era solito ripetere – spetta sempre all’allenatore e ai giocatori”.
Ma non è tutto: Augusto Ossola era la vera memoria storica della società, dalla fondazione ad oggi. Non c’era infatti data, avvenimento, episodio, giocatore, presidente, tecnico, dirigente e pure avversario del quale non ricordasse tutto quello che lo riguardava. Per non parlare dei risultati, delle partite, delle curiosità che in anni e anni di frequentazione del Palasport e dei vari palazzetti italiani ha raccolto e mandato a memoria nella sua straordinaria mente.
In questo triste giorno la Pallacanestro Varese è vicina alla moglie Mimma, alla figlia Carmela, ai nipoti e alla famiglia nel ricordo di Augusto, persona straordinaria e gentiluomo d’altri tempi.
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