Torino, Trevor Mbakwe: 'L'obiettivo è stupire'
Le parole del neo arrivato in casa Torino
Cosa ricorda della stagione romana?: “Fu un anno buono – prosegue – sia agonisticamente che umanamente. Raggiungemmo il sesto posto al termine della regular season e la semifinale playoff che perdemmo contro Siena. Imparai ad amare il vostro Paese, anche se ricordo Roma molto caotica in specie per il traffico, e professionalmente mi aiutò a fare il salto al Bamberg, formazione tedesca con la quale vinsi l’anno successivo il campionato. Poi altre due esperienze, in Israele e allo Zenit San Pietroburgo”.
Ora a Torino, quale il primo impatto con la nuova realtà?: “Direi perfetto. Mi sono subito messo a disposizione del coach, della squadra e dei compagni. L’ambiente mi sembra ottimo, motivato, faremo grandi cose. Il mio obiettivo stagionale è salire in alto, magari anche vincere il titolo. Ci sono le componenti giuste per provarci, anche se le concorrenti certo non mancano”.
Quali giocatori della Fiat Torino conosceva già?: “Poeta e Mazzola per averci giocato contro, così Diante Garret per averlo avuto come avversario in Israele; quindi Deron Washington e Lamar Patterson, con il quale condivido l’agente”.
Cosa rappresenta il basket per Trevor Mbakwe?: “La vita – risponde senza mezzi termini – un qualcosa di totalizzante ed emozionante, oggi come il primo giorno. Gioco da oltre 20 anni e l’amore per questo sport è rimasto immutato”.
Quali altre discipline sportive segue?: “Il football americano, meno il soccer. Questo piace di più a mio figlio Makhai, il maggiore (9 anni), anche perché è cresciuto in Europa. Il più piccolo (1 anno) non può ancora ovviamente esprimere pareri particolari”.
Unitosi al gruppo sabato scorso a Sauze d’Oulx, Trevor è subito entrato in empatia con il resto del roster e con lo staff tecnico, dimostrandosi grande anche per questa immediata capacità di adattamento e di trasmissione di motivazioni all’ambiente. Un inizio, il suo, da vero campione.