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Serie A 09/03/2011, 19.56

Fabi Shoes, parla Pillastrini

'Chiedo scusa ai tifosi, ma la mia priorità è diofenderre la squadra"

Serie A

 Il coach della Sutor Stefano Pillastrini  e il suo direttore generale Gianmaria Vacirca hanno incontrato i giornalisti presso il palazzetto di Montegranaro per fare il punto della situazione sulle condizioni della squadra e della società.
“Ci tenevo a sottolineare alcune cose di domenica che forse non ho detto con abbastanza chiarezza - ha esordito Pillastrini - Il pubblico ha diritto di sostenere o no la squadra. Domenica però la mia priorità è stata quella di difendere i giocatori. Ci tengo, tuttavia, a dire che il mio labiale diceva che così non si aiuta la squadra e non c’era niente di offensivo verso nessuno. Da ora in poi comunque mi concentrerò solo sulla squadra e chiedo scusa per il mio gesto. L’altro punto che vorrei precisare è che il concetto di unità all’interno della società e con i tifosi non è questione di pedanteria bensì è stata la motivazione principale che ha portato Montegranaro ad essere dov’è. Non ho mai sentito una contestazione in 4 anni che sono qui, né verso un giocatore, né verso la squadra. Questa è stata la carta vincente, la stessa che ci ha portato quest’anno ad arrivare terzi in Coppa Italia. Miglior risultato di sempre. Altro punto: Allan Ray non è il mio pupillo e sono il primo a dire che può giocare molto meglio, ma io avrei avuto la stessa reazione per difendere qualsiasi altro giocatore. Considero la squadra come un tutt’uno e considero negativo che ci siano 9 giocatori amati e uno contro cui puntare il dito. Lui ha sbagliato attraverso le sue dichiarazioni, ma non si può dividere la squadra. Ora dirò una banalità che non vuole essere niente di ruffiano: la proprietà si è impegnata per arrivare dove siamo e la stessa sa come punire un giocatore se c’è da intervenire, ma questo in modo privato e non platealmente come ha fatto la tifoseria, fischiando il giocatore in campo. Ricordo che Allan Ray è stato un giocatore preso con tanti sforzi e una grande azione di mercato, scelto e apprezzato da tutti. Noi siamo convinti che proprio perché siamo a Montegranaro dove un giocatore, si sa, rende sempre il 200% in più del normale, non si può gettare la spugna con lui. Noi facciamo interminabili riunioni nelle quali insieme alla proprietà discutiamo di ciò che sia meglio o peggio fare e questo clima non viene meno nei momenti di difficoltà come questo. In ultimo vorrei ringraziare le tante persone che nonostante il mio grave errore nei confronti dei tifosi, mi hanno sostenuto comprendendo il mio aver voluto mettere la faccia per difendere la squadra tutta, e non un giocatore soltanto”.

Per il dg Gianmaria Vacirca “Penso che attorno a noi non ci sia resi bene conto delle difficoltà che la squadra sta affrontando in questi mesi, dovute a varie situazioni. Abbiamo preso un giocatore lungo di grande qualità, ma che purtroppo si è ammalato. Abbiamo ritenuto opportuno rimandarlo a controllarsi a casa. Non dovrebbe avere problemi almeno cosi ci auguriamo tutti.. Questo giocatore però ci serviva. Da due mesi il nostro play è fuori e nei prossimi giorni probabilmente si deciderà qualcosa in merito ma resta di fatto che stiamo sostenendo un campionato con un solo playmaker di ruolo. Queste sono difficoltà che contano molto. Abbiamo fatto un grande sforzo per prendere Toolson che però è arrivato come fosse lo scarto di un'altra squadra, considerato poco a differenza di tutte le altre volte in cui un nuovo giocatore arrivava a Montegranaro. Non staremmo perdendo di vista le nostre possibilità? Io non ricordo nella pallacanestro un atteggiamento così duro nei confronti di un singolo come quello di domenica scorsa. Ci aspettiamo che Allan Ray si possa rialzare da solo una volta che gli abbiamo confermato sostegno e fiducia. Lui per primo è frustrato per non riuscire a fare ciò che gli riusciva prima. Rimane il fatto che se si punta il dito contro il singolo si sfascia un collettivo e questo non giova al gruppo. Per noi il pubblico è sempre un valore aggiunto, forse è anche per questo che abbiamo reagito cosi domenica in una situazione di grande difficolta e in un clima particolare. La nostra è una squadra giovane che non ha tantissima esperienza, ma non stiamo parlando di 1 o 10 lazzaroni, bensì di ragazzi che lavorano sempre con impegno e professionalità. Allan Ray sta dando meno di quanto possa dare ma c’è da dire che tutte le sue partite migliori le ha fatte fuori casa, sintomo che qui è in difficoltà. Non vuole essere un alibi perché lui è frustrato tanto quanto i tifosi perché non riesce a incidere di più. Farà di tutto per essere migliore cosi come sono certo che i nostri tifosi capiranno che è il collettivo ad essere importante. Per cui quando c’è da mettere la faccia per il collettivo io sono il primo a mettercela, però non si può veder l’ora che finisca la partita per andare a sfogarsi su internet e sparare a zero: questo non aiuta niente e nessuno. Tanti mi chiedono se rimarrò o no a Montegranaro e la mia risposta non può prescindere da valutazioni legate all’ambiente in cui vivi, agli sforzi che fai per cercare di dare il meglio e ai risultati che si ottengono. Un giocatore fa lo stesso tipo di valutazione. Si dovrebbe tornare ad avere questo tipo di priorità da parte di tutti e ricominciare a difendere la sacralità della squadra. I giocatori non devono essere simpatici a tutti ma in partita si sostengono sempre, perché un giocatore che indossa la maglia della Sutor per me è sempre il migliore del mondo. Solo con questo tipo di sostegno Montegranaro è sempre risultata vincente. Quest’anno noi abbiamo giocato una semifinale con Siena in Coppa Italia, ma ce la siamo goduta poco. Nel mio lavoro cerco di vivere la comunità, come il qui presente coach Pillastrini: uno cittadino onorario e uno che ormai si sente cittadino di Montegranaro. Sono sempre stato in prima linea, ho costruito e il Sutor Special Club è l’azione sincera di una persona che semplicemente sposa il posto in cui è, per rimanerci e crescere e non per cambiare strada. Sto vivendo questa battaglia del palazzetto proprio per la gente di Montegranaro, per la proprietà, per i sacrifici che ha fatto questa società per arrivare dov’è. Non si può pensare che una società sportiva professionistica possa essere assorbita da altri tipi di problematiche, come le questioni della pubblicità, le delibere del 2004 e le beghe per la gestione. Ai tifosi, alla squadra occorre dare certezze e non vivere di dubbi e di queste problematiche. Accetto qualsiasi critica per errori di valutazione e scelte, ne ho fatte parecchie in questi anni, ma ribadisco che questa squadra ha bisogno del sostegno di tutti e questa società in questo momento non abbandona di certo il territorio. Anzi. Alcune persone poi chiedono il palazzo a Montegranaro. La triade ha anche fatto uno sforzo economico per la costruzione di una palazzina davanti allo scheletro del palazzetto a Montegranaro. Se qui si volesse ci sarebbero fior fiori di imprenditori con le possibilità di investire in questo grande progetto sportivo legato a un impianto. Sono convinto che chi domenica ha esagerato ha la Sutor nel cuore come e più di me, è gente che aspetta la partita per vedere la squadra e la cui settimana cambia a seconda se la squadra vinca o perda, con cui abbiamo dialogato, con cui sono state fatte molte cose, altre potevano essere fatte, e spero siano le stesse che torneranno a darci aiuto per l’obiettivo comune di sostenere una squadra, di condividere anche le sconfitte. Perché dalle sconfitte ci si deve rialzare con grandi stimoli e volontà L’unità, come ha detto coach Pillastrini è fondamentale, remare nella stessa direzione pur con legittime vedute e opinioni diverse, è decisivo. La Sutor non è una squadra come un’altra ed è per questo che ognuno di noi ci mette molto più impegno e molta più intensità che metterebbe probabilmente in altre situazioni: bene o male, noi qui diamo tutto perché ci teniamo e perché ci sentiamo coinvolti in prima persona. Montegranaro è stato sempre un posto di grande umanità. L’uomo Ray sa di aver commesso un grande errore che un professionista non si può permettere. Lui in 6 minuti ha sfogato frustrazione su un social network, ma dobbiamo essere in grado di punire sì, ma poi di perdonare. I battibecchi col pubblico non sono stati un segnale di nervosismo: tutti amiamo tantissimo questa maglia, questa società e per troppo amore spesso si sbaglia. Io per primo”

 

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E. Carchia

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