Meo Sacchetti: "A Cremona l'ambiente per lavorare al meglio"
Presentato a Spazio Comune il nuovo coach della Vanoli: "La A2 non è un dramma, avverto l'entusiasmo di una piazza di cui tutti parlano solo bene
“Quando uno in un posto sta bene, c'è la base per lavorare ancora meglio”. Tra Meo Sacchetti e Cremona il feeling è scattato in un attimo. A confermarlo, lo stesso coach, il presidente Aldo Vanoli, il vicepresidente Davide Borsatti e il general manager Andrea Conti nella conferenza stampa di presentazione, tenutasi all'ora di pranzo a Spazio Comune tra giornalisti e diversi tifosi, dell'allenatore che solo due anni fa centrava uno storico “triplete”, vincendo scudetto, Supercoppa e Coppa Italia con Sassari.
CREMONA E LA VANOLI
“La fortuna dà, la fortuna toglie. Cremona è retrocessa, ma lo stesso ha fatto la Virtus Bologna solo l'anno scorso, ed in passato anche squadre più titolate come Pesaro o Varese. Questo è lo sport, bisogna esserne dispiaciuti ma non fare drammi. E nei primi contatti con la dirigenza Vanoli ho subito sentito che lo spirito è quello giusto, dell'entusiasmo di una piazza di cui non ho sentito parlare male da nessuno".
A2 O SERIE A
“La pallacanestro è pallacanestro, logico ci siano diversi livelli, ma io sono orgoglioso del percorso che ho fatto da giocatore e poi da coach, allenando anche in C2, C1 e Serie B. Oggi siamo mentalizzati sulla Serie A2, poi vedremo cosa succede a metà luglio, ma ora non possiamo pensare diversamente”.
LA SQUADRA
“Ci sono tre giocatori (Mian, Gaspardo e Wojciechowski) della passata stagione con cui abbiamo parlato, facendogli capire che ci piacerebbe rimanessero con noi. Ora la palla passa a loro. Ritengo che il playmaker sia il ruolo più importante della squadra, mi piacciono i giocatori di talento, magari anche un po' matti o fumantini, ma onesti e puri. Con Andrea lavoreremo per allestire una squadra di buoni giocatori ma soprattutto di ottime persone”.
FILOSOFIA DI GIOCO
“Non mi piace, lo sapete tutti, una pallacanestro lenta, ma un basket fatto di corsa e atletismo. Ovvio che giocando tanti possessi ci possano essere scelte rivedibili, ma se la palla è in mano ad un buon tiratore, anche in sottonumero, voglio che si prenda quel tiro. Ma nella pallacanestro di oggi non c'è un solo modo di giocare, basti pensare che c'è Avellino che gioca con un pivot di 215 cm per 130 kg come Fesenko, e poi c'è Trento che gioca con Hogue che è 1 metro e 95”.
Grande entusiamo anche nella parole della dirigenza biancoblu, a partire dal presidente Aldo Vanoli. “L'aver accolto Meo nella nostra famiglia penso sia l'indicazione più forte di come vogliamo ripartire dopo l'ultima stagione, per di più con un progetto triennale. Con lui c'è stata intesa sin da subito, sono contento che abbia accettato”. Sulla stessa lunghezza d'onda il vicepresidente Davide Borsatti. “Meo non ha bisogno di presentazioni, conoscevamo già i suoi valori umani e sono bastati pochi minuti per trovare la sintonia. Vogliamo lasciarci alle spalla una stagione disgraziata, senza azzerrare il passato ma ripartendo con l'obiettivo di tornare il prima possibile nell'elite del basket”. Soddisfatto anche il general manager Andrea Conti, tra un aneddotto e un appello alla piazza. “La prima volta che incontrai Meo fu a Varese, quando da ragazzino venni chiamato a fare un allenamento con la prima squadra. Per me è un onore poter lavorare con lui oggi, e l'entusiasmo che abbiamo noi e che hanno i tifosi dovrà essere trasmesso alla squadra a inizio stagione”.