Andrea Crosariol: A Pistoia mi trovo bene. Rimanere? Se me lo chiedessero resterei volentieri
Andrea Crosariol è uno dei protagonisti dell'ottima stagione di Pistoia
Tranquillità, idee chiare ed un progetto che lo mettesse nuovamente al centro di una buona organizzazione. E così, pur essendo arrivato dopo la preparazione precampionato, Andrea Crosariol è diventato rapidamente un punto di riferimento della The Flexx di coach Enzo Esposito, tra i migliori centri del campionato americani inclusi: non solo rimbalzi e blocchi per i compagni, ma anche concentrazione per l’intera partita, presenza e difesa che non vanno nelle statistiche e last but not least 10.5 pti di media come mai gli era successo finora: “E' merito della squadra, composta tutta di bravi giocatori e, ovviamente, di un coach in grado di metterti nelle migliori condizioni di giocare – conferma “Crosa” - e di farmi fare quello che mi riesce meglio, non solo pick and roll, ma anche situazioni per mandarmi a giocare spalle a canestro. Sono arrivato subito dopo la prima giornata di campionato, ma ho subito avuto spazio”.
Anche perché Pistoia, soprattutto in questa fase della carriera, sembrava davvero il posto ideale in cui capitalizzare un’esperienza-record in un’infinità di campionati diversi, circostanza per la quale Andrea è davvero unico tra i giocatori italiani: high school e college in America, Serie A, Eurolega con 3 squadre diverse, Eurocup, nazionale, Bundesliga, Serie A polacca, Legadue ed una preseason a Vitoria in Spagna: “Pistoia è un posto in cui mi sono trovato subito bene, tranquillo e in cui puoi concentrarti e pensare solamente al basket, allenarti e giocare, esattamente quello di cui avevo bisogno in questo momento della carriera. C'è sempre tanto pubblico, ma è un ambiente che non ti fa pesare più di tanto le sconfitte e la partita successiva è sempre pronto a sostenerti e tifare”. Arrivato con una clausola di prova nel contratto, Andrea è ormai un beniamino dei tifosi, tanto da ipotizzare persino una lunga permanenza: “Perché no? Se me lo chiedessero resterei volentieri, in particolare se resta Esposito, ma anche con la società e i tifosi il rapporto è fantastico”.
Con un'idea di gioco ben chiara ed un allenatore schietto e sincero: “Il coach è una persona diretta, che ti dice in faccia e non alle spalle qualunque cosa, buona o cattiva che sia, ed è un aspetto che apprezzo molto, così come il suo invito a fare tutto senza la paura di sbagliare, meglio provare piuttosto che rinunciare. Ha il rispetto di tutti noi, è stato giocatore di altissimo livello, in un ruolo diverso dal mio, ma su alcune cose probabilmente siamo simili”.
Pistoia è arrivata nel momento di maggiore maturità di Crosariol, una vera e propria seconda vita fatta di minore dominio fisico (anche se le schiacciate e gli alley-hoop restano un marchio di fabbrica) e di maggiore controllo delle energie ed emozioni, come un vero e proprio veterano cui anche i compagni più giovani americani o italiani possono trovare appoggio per un consiglio o un aiuto difensivo: “Con il mio agente cercavamo qualcosa che mi mettesse nelle condizioni di far bene, a costo di aspettare anche con più calma e serenità, ma senza accettare qualcosa di affrettato e senza un obiettivo preciso dietro, solo per la fretta di rimanere senza squadra”.
Così sono arrivate anche due doppie doppie, curiosamente entrambe contro Sassari, ed un high di 24 punti nella vittoria contro Torino, ma il pivot veneto residente a Roma e fidanzato con una ragazza di Cagliari sta facendo della continuità di rendimento il suo punto forte, coinciso anche con il 14 + 7 dell'ultima vittoria su Milano: “Come ti dicevo, ho trovato la tranquillità giusta per pensare solamente a giocare a basket, nella consapevolezza di quello che so fare e di essere in una squadra e con un allenatore che mi facciano giocare nel modo a me più congeniale. Sicuramente capiterà di commettere anche qualche errore, ma riesco a giocare come piace e a me e cercando di fare sempre qualcosa per il bene della squadra”.
Qualcuno l'ha giudicata come la sua miglior stagione, altri l'hanno definita una “seconda giovinezza”, fatto sta che “Crosa” si è guadagnato nuovamente la ribalta nazionale in una carriera già lunga e prestigiosa, cominciata in America ai tempi dell'Universita (il fratello è ricercatore presso la Pennsylvania University) - “avevo cominciato con Business, ma non faceva per me, preferendo spostarmi su criminologia, perché era più divertente e dava più sbocchi” - passata per piazze ambiziose (Roma, Bologna, Pesaro, Treviso, Venezia, Avellino) e segnata, a volte, da un carattere per i più incompreso, ma anche su questo il pivot della The Flexx ha le idee chiare: “Sono un tipo molto tranquillo ed abbastanza introverso e non mi interessa che si sappia molto di me, mi bastano la fidanzata ed il cane (che nel frattempo abbaia in sottofondo), quindi ho smesso molto presto di dar conto a quello che si diceva di me in giro, e non sono mai stato e mai sarò abbastanza paraculo. Forse mai mi libererò di certe etichette, pazienza, chi parla di me senza conoscermi si qualifica da solo, ma io vivo tra palestra dove mi diverto, casa e famiglia, non ho un profilo social, ho i miei hobbies come auto ed elettronica ma appunto sono miei”.
Due le puntate fuori dal continente, in Polonia e Germania: “In Polonia c'era meno organizzazione, ma è stata un'esperienza che ho vissuto comunque volentieri, mentre in Germania è tutto diverso e molto più lineare, funziona tutto alla perfezione e si capisce subito perché si dice che i tedeschi siano così precisi e puntuali”. Tanto che anche in campo, con la maglia dell'Oldenburg, le cose andarono molto bene, nel mezzo di un'evoluzione infrastrutturale che ha portato la Beko BBL ad essere uno dei campionati europei più all'avanguardia dell'ultimo decennio: “Molto spesso i palazzetti sono di proprietà, tutti nuovi e funzionanti. Il concetto della partita è molto simile all'intrattenimento, quasi come fosse un cinema, ma dove il tifoso può anche urlare e divertirsi, asciandoti tranquillo ed applaudendoti anche nei momenti negativi”.
E poi la Club House come momento centrale della vita del Club e punto di contatto tra società, atleti e tifosi, dove poter cenare insieme, all'interno dell'impianto stesso, al termine delle gare. Ed un sistema di gioco molto simile a quello di Pistoia, “fatto di tanto post basso, che mi ha fatto ampliare molto il mio bagaglio, rendendomi molto più consapevole dei miei mezzi, diversamente da quanto succedeva in Italia, dove c'era molto e quasi solo pick and roll”.
Poi la chiamata di Pistoia, ed un basket che è tornato a farlo divertire, tanto da non avere ancora bene le idee chiare su cosa fare in futuro: “A volte penso di rimanere nel mondo del basket, altre no, ma spero che nell'ultimo anno di carriera ancora lontano mi venga l'illuminazione giusta. Per adesso, però, penso solo a finire nel miglior modo possibile la stagione con Pistoia."
Intervista di Donatello Viggiano