Recalcati: 'A Cantù per il presente e per il futuro'
Le prime parole del nuovo allenatore
A dargli il bentornato il Presidente della Pallacanestro Cantù, Irina Gerasimenko: “Per prima cosa voglio ringraziare enormemente Kiril Bolshakov che ci ha dato una mano in un momento molto difficile per la società. Non è stato facile affrontare questa responsabilità che gli è caduta sulle spalle, ma è stato forte a non dare peso alle voci che gli giravano intorno e, nonostante tutte queste difficoltà, ha stretto i denti e ha continuato a lavorare. Ho chiesto a Kiril di rimanere con noi visto che vogliamo metterlo alla guida della Basketball School e sono contenta lui abbia accettato”.
“Carlo Recalcati – ha continuato l’ing. Gerasimenko - non è solamente un bravissimo allenatore, ma un grande uomo con una incredibile storia. In più è un canturino ed è stato bello permettergli di tornare a lavorare per questa società. Conoscete Carlo perfettamente e quindi l'unica cosa che posso fare è augurargli buona fortuna perché anche questa nel basket è essenziale”.
“Come presidente – ha aggiunto Irina Gerasimenko - volevo dire grazie a Dmitry perché per merito suo abbiamo trovato questo accordo con Charlie. Come moglie vorrei chiedere alle persone che vivono qui, che comunicano con noi, di avere rispetto della nostra famiglia. Non potete immaginare le difficoltà che stiamo affrontando e quindi vi chiedo questo favore. Dmitry fa tantissime cose per portare avanti il club e contemporaneamente ci stiamo occupando anche della costruzione del nuovo palazzetto. Da quando siamo qui abbiamo commesso errori, ma abbiamo sempre lavorato intensamente. Se prima eravamo stranieri adesso siamo canturini. Questo per noi non è un business, non c'è nessun vantaggio economico.
Semplicemente Dmitry ama il basket che è una parte importantissima della sua vita”.
La parola è dunque toccata a Carlo Recalcati: Voglio ringraziare Dmitry e Irina perché mi danno là possibilità di restituire ciò che mi ha dato Cantù. Li ringrazio perché hanno capito che il mio obiettivo era avere il tempo per partecipare al presente e al futuro di questa società con un progetto. Questo è possibile perché ho un contratto valido anche per il prossimo anno. Ovviamente al momento l'attenzione è da porre sull’immediato visto che la situazione di classifica non è delle migliori. Siamo in corsa e dovremo vincere delle partite per assicurare la salvezza e programmare l’anno successivo. La proprietà però ha capito questa mia volontà e sappiate che non è una cosa da poco nel basket italiano in cui tutte le società guardano solo al presente”.
“Ho una mia sensibilità – ha aggiunto il coach della MIA - e in questi giorni ho ripetuto 1000 volte a me stesso il fatto che per Cantù non sono un allenatore come gli altri. Sento maggiori responsabilità e forse, se fossi nato a Cantù, avrei sentito meno questa volontà di restituire. Cantù però mi ha dato dei valori, oltre ai successi e di questo le sarò sempre grato. Ho visto la nascita degli Eagles, nel mio ultimo anno da allenatore, poi sono stato per 26 anni un avversario. Dai tifosi però ho sempre ricevuto rispetto anche quando allenavo squadre con cui c’era una grande rivalità e questo mi ha assicurato la possibilità di far crescere la mia famiglia qui serenamente. Ora mi sento in dovere di restituire alla città quello che mi ha dato. Chiaramente non sono un ragazzino, so che Cantù potrebbe essere la mia ultima squadra e per questo mi piacerebbe sedermi sulla panchina del pianella. Voglio ringraziare chi ha lottato con me e per me, in primis Sergio Paparelli. Un pensiero va a Davide Marson perché il nostro cammino inizia insieme. Un ultimo ringraziamento va inoltre alla mia famiglia che mi ha appoggiato con grande entusiasmo”.
“Parlando della squadra – ha concluso coach Recalcati – vi confermo che i miei collaboratori saranno gli stessi di Kiril Bolshakov, perché riconosco in loro valore professionale ed esperienza. Da domani dobbiamo iniziare a conoscerci ed apprezzarci. Farò a loro lo stesso discorso che terrò alla squadra. Bisogna concedere a chi ti lavora accanto di avere dei limiti perché insieme questi si possono superare. La squadra ha dimostrato di essere competitiva, con picchi alti e bassi. In questa ultima parte di campionato non vogliamo fare tabelle, ma affrontare ogni partita per vincerla. La cosa importante è mettersi nelle condizioni di essere sicuri di aver fatto ognuno il proprio lavoro nel migliore dei modi. Si può anche perdere una gara, ma senza la remora di dire che avrei potuto fare di più”.