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Serie A 03/02/2011, 19.57

L’angolo tecnico di Paolo Citrini

C’è il fondamentale match con la Banca Tercas Teramo da giocare al PalaSerradimigni sotto la lente d’ingrandimento del vive allenatore biancoblu  

Serie A

Dinamo-Teramo. Ci sono dei tipi di partite in cui "l'angolo tecnico" di un match è davvero difficile da fare perché è talmente alta la posta in palio, è talmente alto il pathos, talmente tanta la voglia di vincere che forse contano molto di più altri aspetti rispetto a quello tecnico. Contano la carica, la pressione, la voglia e il coraggio, conta la capacità di superare i momenti di difficoltà e di opporsi all'avversario. Dobbiamo scordarci la Teramo del girone di andata. La Banca Tercas di Ramagli è una squadra vera, ha un'identità precisa e non molla mai. Ha fatto dei colpi importanti a Varese e ad Avellino, ha cambiato molto nel proprio roster oltre al coach. Ci sono secondo me tre giocatori chiavi nel gioco degli abruzzesi, tre giocatori che possono cambiare il corso di un match nel bene e nel male.

1) Drake Diener: questo ragazzo è fantastico, non solo per la sua battaglia vinta contro il morbo di Chron, ma per la sua capacità di essere leader, il suo carisma, la sua forza. Giocatore di grande spessore umano e tecnico che io ho già avuto a Castelletto Ticino proprio nell'anno del suo ritorno al basket. Drake per essere una guardia è innanzitutto un grande rimbalzista, è abile anche nel portare la palla anche se il suo ruolo naturale è quello di numero 2. Pulizia e meccanica di tiro eccellenti, forte nell'1c1 soprattutto a sinistra. Drake è davvero una delle chiavi del match e non solo per il confronto con il cugino Travis.

2) Josh Davis: È il rimpiazzo di Mike Hall ma è l'opposto di Hall. Giocatore di grandissima solidità, tosto, forte a rimbalzo, determinato, viaggia a 12 punti e quasi 9 rimbalzi di media, molto presente, può giocare anche da numero 5 come contro Biella. Nelle due vittorie esterne a Varese ed Avellino è stato fondamentale per la sua bravura nell'aprire il campo con il tiro da 3 punti. Molto del match passa per lui, per quello che farà in attacco e soprattutto nella lotta a rimbalzo

3) Rodrigo De La Fuente: per me questo è un giocatore di un'intelligenza cestistica sopraffina, capace di essere decisivo in difesa, capace di giocare 1c1 in post basso e di tirare da 3 punti, con una lettura delle situazioni e delle scelte da vero califfo. Non sei per caso per tanti anni capitano del Barcellona. Questo è un giocatore vero, ha avuto dei problemi fisici, ma la salvezza di Teramo passa in gran parte dalle sue mani e dalla sua testa. L'ultima difesa su Slaughter in casa con Biella è da manuale, occhio anche al confronto con White, può giocare anche da ala forte in un quintetto con Davis da centro.

Gli altri: Non da sottovalutare la capacità di fare canestro di Zorosky, non propriamente un playmaker ma devastante quando entra in striscia, capace di mettere una raffica di triple e di attaccare il canestro, 16 punti di media e passa. Senza dimenticare Fletcher, sottovalutato ma bravo nel rollare molto velocemente sul pick and roll, di essere molto abile a rimbalzo offensive e di produrre delle partite molto proficue dal punto di vista offensivo. Infine nota di merito a Boscagin che in passato ha vissuto momenti ad alto livello ma che rappresenta il cuore, la voglia di non mollare e la capacità di dare impatto dalla panchina su cui Teramo e Ramagli fanno grande affidamento.

Per il resto come detto in queste partite forse più che di tecnico occorre parlare di altro quello che gli americani chiamano "intangibles"...

 

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E. Carchia

E. Carchia

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