Luca Bechi: Sono pronto per una chiamata. Cantù? Solo un semplice contatto conoscitivo
Il coach livornese si racconta ad un anno dalla fine del matrimonio con Torino: Milano si valuterà tra febbraio e marzo, Fontecchio il giovane più stuzzicante, la Fiat ha fatto bene a confermare White
Un anno è passato, qual è stata la vita di Luca Bechi?
Tutto è girato intorno a tre appuntamenti. Il Portsmouth Invitational Tournamet in primavera, poi le Summer League estive, sia ad Orlando che a Las Vegas. In tutto sono stato via più di un mese. Momenti importanti per conoscenza sportiva e di rapporti. Ma esperienza interessante soprattutto parlando di giocatori. A Portsmouth arrivano i possibili prospetti europei, negli Usa si possono ammirare anche elementi che anno per anno elaborano su sè stessi il sogno Nba, o valutarne altri al rientro da lunghi infortuni. E qui si può anche partecipare ad eventi di contorno organizzate dalle agenzie: per fare un esempio, in un evento come questo Pesaro pescò Trasolini.
Dagli Stati Uniti all’Italia, per valutare questo campionato giunto ad un terzo del suo cammino. Milano può perdere questo scudetto?
Chiaro che il futuro di Milano dipenda molto… da Milano. Prendono parte ad un nuovo format di EuroLeague, difficile da definire, quindi una prima valutazione chiara potrà arrivare solo tra febbraio e marzo, quando si giocherà la Coppa Italia e una grande fetta di Europa. Dietro ci sono comunque tre realtà molto interessanti. Venezia sta coronando un progetto quinquennale con elementi di esperienza, Avellino ha fatto tesoro degli errori passati ed è cresciuta con un uomo di mercato importante come Alberani, Reggio Emilia ha una filosofia diversa ma comunque sedimentata.
Dietro alle grandi, quale la prima vera sorpresa della stagione?
Caserta, senza dubbio. Cinciarini e Giuri si stanno rivelando come giocatori fondamentali in categoria, Watt e Sosa sono garanzie, e grazie ad un grande percorso di crescita Gaddefors è completamento del tutto. Se dopo un terzo di stagione sei in quella posizione, non può più essere un caso.
Inevitabile un cenno al suo passato più recente. Torino.
La conferma di DJ White è stata intelligente. Poi si è deciso di aprire un nuovo ciclo: se ti salvi all’ultima giornata per una sconfitta della Virtus Bologna, d’altronde, significa che qualcosa in quel gruppo, effettivamente, non andava. Ma la società sta proseguendo un percorso che, alla lunga, la porterà in alto. In questo momento ha i punti che le servono per stare lontano dal fondo della classifica.
In uno scenario di scommesse, perché oggi la LBA è soprattutto una lega di sviluppo, quali sono i volti giovani che la stuzzicano di più?
Abass e Fontecchio. Ora, dopo l’addio di Alessandro Gentile, sarà interessante vedere gli spazi che si apriranno per loro. Parlo soprattutto di Fontecchio, avendolo allenato in passato. E’ un giocatore di grande atletismo, con un ball-handling spiccato. Ha movenze feline che ti rapiscono. Lasciato l’ambiente comunque ovattato di Bologna, vedremo come reagirà a Milano.
E parlando di italiani, gli obblighi del presente e del futuro fanno sempre discutere.
Non mi soffermo sugli obblighi in sé, quanto sull’idea, la filosofia. Dobbiamo trovare il coraggio di investire sugli italiani. Non parlo di un ruolo di riferimento, ma piuttosto di quella tendenza di affidarsi ad elementi stranieri anche per le posizioni di completamente nel roster. Con attenzione e valutazione, si possono creare situazioni come quelle di Fantinelli e Moretti oggi, o di Soragna ai tempi di Biella, quando divenne il titolare a scapito di un americano. O anche Pietro Aradori, che sempre a Biella scalzò nelle rotazioni Clifton Reece Gaines. Alla fine, una società, può trovarsi in mano un bel capitale.
Infine, tra passato e presente, il futuro. Qualcosa si è mosso per Luca Bechi? Si era parlato di Cantù…
Un contatto conoscitivo, indiretto peraltro, subito dopo la fine del rapporto con Rimas Kurtinaitis. Niente di più. Aspetto una chiamata, dopo un anno sono pronto a tornare in pista.