Sacchetti e Spanghero: 'E' nei momenti di difficoltà che si vedono i veri uomini e giocatori'
Le parole del coach e del play
“La Grissin Bon è certamente una squadra importante, abituata a competere ad alti livelli – esordisce il coach – tanto da approdare per due anni consecutivi in finale scudetto. Ha cambiato due pedine come gli atleti lituani, inserendo giocatori di caratteristiche diverse a partire da Delroy James, che qui conoscete bene, un lungo sicuramente più atletico ma meno tecnico. Ad ogni modo è rimasto invariato il nucleo italiano, che rappresenta lo zoccolo duro della squadra”.
L’attenzione si sposta sulla situazione infortuni, visto il recente stop del play statunitense Nic Moore: “Non sono un dottore e nemmeno un GM – puntualizza Sacchetti - perciò non posso fornire tempi di recupero o eventuali indicazioni per il mercato. Non è comunque un infortunio di poco conto e bisognerà vedere in quale modo reagirà e recupererà il ragazzo”.
Successivamente i nastri vengono riavvolti verso l’ultimo match disputato a Pistoia, in cui l’Enel Brindisi è incappata nella prima sconfitta stagionale: “Rivedendo con calma l’incontro, devo ammettere di essermi inizialmente sbagliato. Abbiamo fatto male nel primo tempo – ammette l’allenatore - quando gli avversari non hanno praticamente mai fatto canestro, e malissimo nella ripresa, quando loro si sono sbloccati. La differenza principale è stata la mancanza di intensità mostrata invece in casa contro Trento”.
Per concludere, Meo Sacchetti si proietta alla prossima sfida: “In una situazione difficile come questa emergono i veri uomini e giocatori. Abbiamo la possibilità di verificare l’esatta valutazione dei singoli – chiosa il coach pugliese – e della squadra nel suo complesso, aldilà della vittoria finale che rimane, in primo luogo, l’obiettivo principale. Voglio vedere una reazione emotiva importante da ogni singolo componente del team”.
La parola passa al play italiano ex Trento e Verona Marco Spanghero: “Ha ragione il coach quando afferma che a Pistoia ci è mancata in primis la giusta intensità. Nel primo tempo potevamo e dovevamo ipotecare l’incontro ma non ne abbiamo approfittato. Al ritorno dagli spogliatoi ci siamo disuniti alle prime difficoltà venendo travolti dalla loro ondata d’entusiasmo. Dovremo essere bravi a evitare questi passaggi a vuoto, avendo più fiducia l’uno nell’altro senza pensare a risolvere la partita singolarmente”.
L’azzurro analizza il cambiamento di prospettive e responsabilità in seguito all’infortunio del play americano: “Un giocatore deve sempre farsi trovare pronto, indipendentemente dall’indisponibilità o meno di un compagno. Non possiamo permetterci di presentarci deconcentrati o rilassati. Siamo una squadra giovane e dobbiamo trovare sempre diversi stimoli di partita in partita, ricercando quella costanza che nel lungo periodo permette di disputare un buon campionato”.
In chiusura una riflessione sulla sua crescita personale in fase di playmaking: “In questi anni ho lavorato molto sui miei limiti, prima ero decisamente più istintivo – afferma Spanghero - ma quando hai le chiavi in mano della squadra devi saper adattarti a tutte le situazioni. Ora imposto a testa alta cercando di gestire e capire in anticipo l’evoluzione del gioco. Per un playmaker è fondamentale lavorare e migliorare costantemente ampliando il proprio bagaglio tecnico e tattico di stagione in stagione”.