Rimas Kurtinaitis: Concentrati su noi stessi per giocare una buona partita
Il coach lituano di Cantù presenta la sfida a Venezia
Il coach della Pallacanestro Cantù, Rimas Kurtinaitis, ha incontrato i giornalisti alla vigilia del debutto dei bianco- blu contro l’Umana Reyer Venezia.
Coach. C’è qualcosa che la spaventa in vista dell’esordio di domenica?
Spaventarmi no. Sicuramente dovremo prestare molta attenzione perché siamo un po’ in ritardo sul normale ruolino di marcia di una pre-stagione visto che è solamente da 10 giorni che possiamo contare sul roster al completo. Per questo domenica dovremo essere concentrati più su noi stessi che sull’avversario cercando di fare una buone prestazione di squadra. Ci siamo preparati sia offensivamente sia difensivamente e ora dobbiamo dedicarci a una serie di piccoli problemi che dobbiamo risolvere. Quello che posso garantire è il nostro massimo sforzo e che daremo il 100% di noi stessi sperando ovviamente che il risultato ci arrida.
Cosa ci può dire di Venezia?
Ho visto alcune loro amichevoli e devo dire che la Reyer è un’ottima squadra, non conosco il suo budget, però ha sicuramente degli elementi di valore. L’Umana ha degli esterni americani molto atletici come Haynes e McGee che possono produrre tanti punti. Inoltre Bramos può essere veramente pericoloso anche se sulla carta sono convinto di avere i giocatori con cui accoppiarmi dal punto di vista difensivo. Nello scrimmage contro lo Zalgiris Venezia mi ha fatto davvero una buona impressione. La cosa che mi ha colpito è l’energia difensiva degli oro- granata che sono poi bravi a correre in contropiede. Inoltre i loro lunghi sono in grado di colpire da fuori. Ci siamo preparati su queste situazioni, domenica vedremo se riusciremo a imporre le nostre scelte.
Avrebbe preferito un esordio più facile?
Certamente Venezia è un’ottima squadra e noi abbiamo bisogno di ancora tempo per arrivare alla migliore condizione. Detto ciò credo che il calendario sia definito e che, come dicevo prima, dobbiamo più pensare a noi stessi che agli avversari. In un’edizione della Coppa del Mondo chiesero a Pelè se era preoccupato di dover affrontare subito l’Inghilterra e se avrebbe preferito un avversario più abbordabile. Pelè rispose che non c’era nessuna differenza perché se vuoi vincere devi sconfiggere tutte le altre squadre e farlo alla prima o all’ultima partita è lo stesso.
Quale è la cosa su cui la sua formazione deve lavorare di più?
Sulla comunicazione e la chimica di squadra. In allenamento ci sono dei riscontri positivi, ma è ovvio che dobbiamo verificarli durante la gara. Se si mettono insieme 12 buoni giocatori e li si fanno allenare per due settimane non si ottiene una buona formazione, ma solo delle individualità di talento. Il mio obiettivo è costruire un gioco di squadra e per questo serve del tempo.
Lei è un allenatore di grande esperienza. E’ emozionato per l’esordio in Italia?
Non sono nervoso perché ho vissuto queste situazioni molte volte, sia da allenatore sia da giocatore, ma sicuramente sento un po’ di emozione. Ho tante idee e vorrei trasmetterle alla mia squadra, ma non è corretto farlo in una settimana o in un giorno. Bisogna lasciare tempo ai giocatori di comprendere le indicazioni e di capire perché fanno una scelta piuttosto che un’altra.
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